
Quel che capisco meno dei saldi è la fila fuori dal negozio. Cioè, tu uomo (o donna ), ti svegli presto una mattina in pieno inverno e ti metti a fare una fila che non giustificherei nemmeno se la roba te la regalassero. Una fila inaudita per entrare a far ressa in un negozio, per rovistare tra fondi di magazzino, per andare alla cassa a strisciare a sangue la carta di credito, per fotterti quel briciolo di tredicesima che ti era rimasta per un paio di scalda mutande firmato, ultimo grido (di orrore) di tre stagioni fa, completamente inutile ma comprato, signori e signori, in via condotti (o via montenapoleone per par condicio)! Cosa così chic e fashion che per giorni girerai sottobraccio con la busta del negozio per far vedere a tutti gli amici e colleghi che anche tu fai spesa nel figo-center. C’è gente compra china-minchiatine regalo e poi le inserisce nelle buste firmate per far bella figura nel regalarle.
Ora, se mi regali un portafogli nero lucido finto squamato non è che se me lo incarti nella busta di un famoso stilista mi vien da credere automaticamente che è in pelle di coccodrillo…non foss’altro per la puzza di plastica e petrolio che emana. Ma ti questo te ne son grata, non amo accessoriarmi con cadaveri animali.

Quanto conta/costa l’apparenza?
Morale: ogni uomo ha il suo prezzo, qualcuno anche lo sconto.
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