Se una volta, quando ancora credevo al fatto che i ranocchi fossero principi in attesa di rendermi regina, facevo strage di rospi (stranamente riluttanti a baciarmi), oggi sono decisamente più disincantata. Al mito dei due cuori e una capanna, ho sostituito l’idea del mutuo trentennale e di due stipendi fissi legati indissolubilmente dal sacro vincolo del rateo bancario.
Diciamocelo, con l’età che avanza e con la consapevolezza che il futuro è una matassa di incertezze, stiamo un po’ tutti con i piedi per terra: se a 15 anni sei 3 metri sopra il cielo, a 30 cerchi di evitare di finire 3 metri sotto terra.
Dal punto di vista economico, io sono sempre stata una strenua sostenitrice della formica mentre la cicala, dipendesse da me, potrebbe mettersi a suonare l’armonica sotto la metropolitana ripetendo indefessa “Salve signore e signorini, io essere cicala venuta da guerra, avere 3 bambini piccoli, no mangiare. Date me anche solo piccola monetina” salvo poi girare in Mercedes.
Ritenta, sarai più fortunato.
Eppure ci sono gesti vissuti con lentezza e con attenzione, minuziosi nel loro essere accurati che si scolpiscono nel cuore e lì vi rimangono per sempre. Ricordo un freddo pomeriggio di gennaio, il sole negli occhi e tanto imbarazzo. Una passeggiata, mano nella mano e il tentativo di un bacio.
Andato male.
La donzella in questione, e non dirò chi è, scappò con fare inorridito.
Avendo imparato nel tempo pregi e difetti, vizi e virtù, della fanciulla in questione non si ritirò indignato maledicendola, anzi…la invitò nuovamente ad uscire, di nuovo mano nella mano, le carezzò i capelli e infine la baciò.
Ci sono momenti che sono eterni, come eterno è il loro valore.
A.A.A. Cercasi animi ad alta densità emotiva.
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