mercoledì 31 marzo 2010

Tutto intorno a te: pubblicità regresso.

Diciamo che in questo periodo ho un diavolo per capello. E se consideriamo che ho i capelli di poco al di sopra del sedere c'è di che dire. E diciamo pure che c'è tutto il mondo attorno a me che ci mette lo zampino...
Esco da lavoro ed è tardi. E questo basterebbe no? no.
Arrivo alla mia auto e tu, cefalopode senza cefalo e solo pode, mi impedisci di entrare in auto: come si fa a sbagliare un parcheggio a pettine??? come si fa!?! Hai uno spazio di fronte a te e ti ci devi infilare tenendo conto che devi avere lo spazio per uscire dall'auto e far uscire il tuo vicino di parcheggio possibilimente! Possibilmente!!!
Già infuriata a prescindere, attaccata alla mia auto trovo questa macchina con Hello Kitty azzeccata da tutte le parti che mi guarda con un sorriso strafottente. Non riesco nemmeno ad aprire lo sportello. Il primo pensiero è quello di sfasciare tutto ma è tardi e sono stanca.
Fortunatamente dal lato del passeggero l'ingresso è possibile. Quindi, armata di pazienza trovata in chissà quale angolo remoto del mio essere, comincio un'opera di contorsionismo per raggiungere il posto di guida maledicendo il cambio alto, gli accessori e il freno a mano.
Nel mentre Hello Kitty mi guardava sorniona con aria di sfida. E in quel momento ho pensato: "Spero che Bigazzi ti digerisca".

venerdì 26 marzo 2010

Si le cose non le sai, salle

Già il fatto che ti sei presentata con un look integrale animalier viola choc, la tinta dei capelli arancio caramellato e un rossetto rosso polmone mi ha fatto rivoltare il senso estetico. E si sa, quando mi si rivolta il senso estetico sono guai. Mi hai guardato con sufficienza, orgogliona delle tue mutande zebrate e sprezzante del mio look da donna manager: jeans e maglioncino. La tua messa in piega si è afflosciata depressa di fronte al mio capello ribelle sciolto mai tinto che mi arriva fin sul sedere. Nell'istante in cui ci siamo strette la mano e il capo ci ha presentato abbiamo capito che non ci piacevamo affatto. Perfetto.
Logorroica come solo i toscani e gli emiliani sanno essere, hai cominciato a parlare di niente a raffica.
In quel momento ho pensato a delle pietre che rotolano lungo un pendio di una montagna.
Rotolano rotolano rotolano rotolano rotolano rotolano rotolano rotolano
Da oggi in poi sarai nota al pubblico di questo blog col nome di Rolling Stone.
Come Sisifo ho raccolto qualche traccia di quello che rotolava a fiumi dalla tua bocca: robe del tipo che lodavi e scbordolavi la tua bravura, la tua perizia, la tua precisione, il tuo ordine e quant'altro ti rende più simile ad un Visitor piuttosto che ad un essere umano. Hai detto al capo che la mia scrivania era troppo piena di carte. Io ho risposto al capo, mezzo di comunicazione tra noi, che speravo me ne liberassi un po' tu. 
Sappi Donnadallalinguadifuoco che  già mi hai rotto trequarti dell'apparato riproduttivo maschile che non ho. Sappi che la mia pazienza è finita e fino ai saldi non penso di rifornirmene. Sappi che posso essere socievole e simpatica come una falange inserita coattamente nel retto. Sappilo cara...e sappi che è per questo che il capo ha deciso di metterti in stanza con me. 

giovedì 25 marzo 2010

CaCCa nooga chu chu

Lungi da me l'idea di fare un blog politico. Quindi ogni riferimento a fatti e misfatti è puramente casuale. Per agevolare la cosa useremo per i personaggi del video che potete vedere cliccando qui due nomi di fantasia: Giorgino Facciounastrage e Billo Chupachups.
Giorgino e Billo nella vita fanno i cabarettisti e si adoperano sempre in nuove gag. Li vediamo nel video arrivare in un noto centro turistico (si noti l'abbronzatura dei presenti) e salutare tutti con strette di mano calorose. Probabilmente qualcuno degli astanti aveva addosso un po' troppa crema solare così che Giorgino pensa bene di pulirsi la zampa sudicia sulla camicia di Billo che si adopera spesso nel ruolo di strofinaccio.
Ho un solo commento da apporre alla vicenda: figur' 'i mmerd'  ca sul tu putiv fa...

mercoledì 24 marzo 2010

Pulizie di Pasqua

Ieri mentre cenavo e abindolavo la mia testa con fuffe televisive, la mia ttenzione era colta dalla nuova pubblicità di una maionese: un processo a ritroso dalla tavola, alla creazione del prodotto, alla raccolta delle materie prime. 
Orbene, uno dei fotogrammi finali dello spot è l'uovo con cui viene fatta la maionese che rientra nel culo del pennuto e un istante dopo si vede un gamberetto bianco cadavere che entra nella bocca avida di una donna.
Ora, so bene di avere qualche problema interpretativo dovuto alla mia feconda fantasia psicotica ma la mia attenzione anzichè soffermarsi sulla genuità del prodotto, si è fossilizzata sull'equazione:
culo di gallina : uovo = bocca : gamberetto
Ergo: bocca a culo di gallina.

Morale della favola: esiste qualcosa di simile ad una lavanda gastrica per dare una ripulitina alla materia grigia?

martedì 23 marzo 2010

Dolce dormire

La notte, insonne per eccellenza e in preda a vampate di calore neanche fossi in piena menopausa, è fonte d'ispirazione per i miei pensieri. Pensieri che nascono mentre il mio cervello è in dormiveglia e poi sprofondano pian piano, arricchendosi di particolari surreali, nella fase rem. Peccato che al mattino di tanta elucubrazione non resta che uno sbadiglio slogamascelle. 
Durante la notte digerisco gli avvenimenti accaduti in giornata. Probabilmente in un'altra vita sono stata mucca e di quell'esistenza mi è rimasto l'ingerire fatti e misfatti quotidiani che, a notte, nel buio silenzioso della stanza, mi ripropongo e rumino con avidità.
Rifletto, medito, imposto strategie così complesse e precise nemmeno fossi Giulio Cesare. A volte analizzo teorie scientifiche di nuova generazione, mi applico nel concepire nuovi materiali sintetici e rifletto su invenzioni che un anno di questi brevetterò, sempre che...sempre che tanto lume resista al risveglio poco prima dell'alba.
Quando la mia mente insonne non è presa da pensieri scienti-fanta-paragnostici, elabora storie che in confronto Stephen King è un pivello. Ho delle saghe e seghe mentali allucinanti.
Quando stamane al risveglio ho ricostruito qualche frammento della mia attività cerebrale notturna ho ricordato scene di una storia selvaggia e maniacale, sociale e sociopolitica che nasceva da un insolito episodio: giocavo a cartoccette con il Principe Carlo mentre facevamo una gara su due carrozze d'epoca. 
E si che non fumo e non mi drogo.

domenica 21 marzo 2010

Pirle di saggezza

Conversazione tratta da un noto social network:

Tizio: "Vai ha casa?"
Caio: "Si dice 'a' casa"
Tizio: "Significa la stessa cosa!"
Sempronio: "Scusa Tizio ma Caio ha ragione, si dice 'a' senza acca perchè nella frase che hai scritto è voce del verbo essere!"

Dante perdonali perchè non sanno quel che fanno.

lunedì 15 marzo 2010

La frutta fa male

Oggi, dopo tanto, ho ripreso il tran tran nei cantieri più malfamati della città. Se da un lato la situazione soddisfa la mia curiosità, dall'altro alimenta il mio senso di inadeguatezza. Immaginate questa donna che vaga nel mondo continuamente scissa tra il desiderio di esserci e il desiderio di fuggire via, dondolando continuamente sull'altalena dell'umore...
Come dicevo, oggi ho ripreso il cantier-tour. Il primo non sapevo nemmeno dove fosse. Sapevo che era in territorio militare ma all'indirizzo che mi avevano dato c'era aperta campagna e fratte in ogni dove. E questa è una cosa che mi imbestialisce e mi manda in confusione perchè io non ho il minimo senso dell'orientamento e mi muovo solo grazie a San TomTom. E se sbaglia pure lui allora sono problemi, grossi problemi...
Diciamo che per mera questione di Fondoschiena, sono riuscita a trovare subito il posto. Non solo! non ci sono stati nemmeno problemi per fare il pass, mi hanno fatta entrare subito senza che nessuno avesse a che ridire sul fatto che una donna iperpopputa dovesse entrare nel cantiere. Di solito gli addetti ai pass non ci credono mai e cominciano a chiamare tutti, dalla donna delle pulizie fino ad Obama (o Osama per par condicio).
La facilità del procedimento mi ha messo in apprensione finchè non ho capito che il problema stava per arrivare. 
Per contratto ho una serie di problemi al giorno: se mi accorgo che non si presentano mi preoccupo perchè cerco sempre di evitare l'effetto valanga improvviso.
Come dicevo, riesco ad entrare nell'area militare e mi dirigo attraverso un ghirigori di viuzze verso il cantiere seguendo nella testa la mappa che avevo visto in ufficio. Arrivo, parcheggio e percorro l'ultimo tratto a piedi finchè...
...tadadan!!!
Una sbarra blocca l'accesso. Perfetto. Non so come passare. Comincio a girarci attorno come una mosca attorno ad un coprolite fresco di giornata. Il mio atteggiamento è così sospetto e maldestramente impedito che appare una guardia armata che, indeciso sullo spararmi o aprirmi la barra, opta per la seconda soluzione e mi fa passare. 
In cantiere la situazione è pesante come un blocco di granito su di un alluce. Non conosco gli operai e loro non conoscono me. Sono tutti stranieri: io non capisco loro e loro non capiscono me. Indugio un'oretta, analizzo il lavoro, cerco di convincerli ad usare i dispositivi di protezione individuale ma all'ennessimo "non capisco" ci rinuncio e vado via.
E la sbarra è lì che mi aspetta ancora. In giro non c'è davvero nessuno e io voglio andare via. Decido di rischiare il tutto per tutto: con passo suino mi chino velocemente e vi passo di sotto. La barra era così bassa che ci si sarebbero potuti fare i tornei di limbo. Fatto sta che un po' l'eccessiva veemenza del mio gesto, un po' lo sbilanciamento delle poppe in avanti per poco non ruzzolavo a terra. Se Netwon vedeva cadere le mele, in quel momento io stavo vedendo cadermi le pere.

giovedì 11 marzo 2010

La brum del capo ha un buco nella gomma

Mi chiami ripetutamente al telefono e mi chiedi di riportarti a casa che sei rimasto senza auto. Evvabbè.
Vengo a prenderti e devo aspettare che finisci di cianciare al cellulare prima che ti decida a salire in auto. Evvabbèè.
Apri la portiera della mia macchina di scatto e  la sbatti inavvertitamente contro un'auto parcheggiata. Evvabbèèèèè.
Mentre guido inizia a piovere e aziono i tergicristalli che grattano un po'il vetro e cominci a blaterare sul fatto che quel rumore ti infastidisce. Evvabèèèèèèèè.
Cominci a smaneggiare con la manopola dell'aria calda dicendo "E'troppo alta! così ti ammali!"
...
...
...
Ma un pacco di cazzi tua no, è????

martedì 9 marzo 2010

Piccola rosa

Sono ancora qui prigioniera tra queste mura. Sono rimasta sola e godo di un silenzio così pieno che sembra ovatta su queste pareti grigie. Rintocca, quasi alieno, il click click dei tasti su cui le mie dita suonano veloci. Se mi concentro bene e le dita si fermano, sento il battere della pioggia. Fitto, costante. Non c'è niente che mi rilassi di più del rumore della pioggia quando attorno impera il silenzio.
E quindi torno qui a riaprire una nuova pagina.
E' tempo di ricominciare una lotta che combatto da anni e che sono stanca, stufa, esausta di combattere. Immaginatevi persi nell'oceano su di una zattera. Avete un remo e sapete che dritto di fronte a voi c'è un posto cui approdare. Remate remate remate. Il sole picchia forte e arde la pelle. Sapete che la meta è lì ma non riuscite a raggiungerla. Più remate e più sembra allontanarsi. Quando piove, le onde vi sommergono e bruciano salate sulle ferite. Rendono instabile la zattera e vi sentite in balia di voi stessi. 
Non c'è nulla di più crudele dell'essere in balia di se stessi. Capaci di risolvere l'impossibile per gli altri e incapaci di mettersi un cerotto su se stessi.
Ed allora accade l'inaspettato ma sperato. Incontrate un'altro santo delle cose impossibili per gli altri e in difficoltà con se stesso. Vi propone un patto: voi siete il suo "altri" e lui il vostro. Salite sulla stessa zattera e iniziate a remare.
La via è lunga ma sapere che ci sei mi rende forte. 
E non smetterò mai di dirti grazie per la considerazione, la forza e il pensiero che mi hai donato.

mercoledì 3 marzo 2010

Cogli la prima mela

La primavera è ormai prossima e quindi è ora di correre ai ripari per arrivare pronti alla prova costume. Nel mio caso, alla prova costume di carnevale (gioco in anticipo sul prossimo anno). E' tutto un fioccare di pillole magiche, beveroni immondi pronti a sciogliere i cuscinetti di grasso sui fianchi e il calcare in bagno. Che poi, esistesse davvero la panacea contro tutti i chili di troppo, saremmo tutti magri. 
Al di là di questi intrugli posticci venduti a caro prezzo, economico e salutistico, anche nelle farmacie (e qui ci sarebbe da aprire un discorso a parte), compaiono come funghi i prodotti a basso contenuto di calorie. In particolare, ieri la mia attenzione si soffermava su dei biscotti di una nota marca fatti senza zucchero, senza grassi, senza uova e senza latte. Ma allora de che so'fatti sti biscotti? A vedere il costo forse contengono elementi preziosi in polvere, chissà!
Paghiamo a caro prezzo un alimento senza nutrienti affinchè non ci nutra. Lapalisse docet.
Proviamo a riflettere. Pago in maniera maggiorata un alimento X. Questo alimento è privo di sostanza. Quindi pago X perchè "vuoto". In pratica, sto comprando il niente. Economicamente perfetto, n'est-ce pas?
Alimentarmente cosa contiene questo "vuoto"? non si sa. O almeno beato chi lo capisce, l'elenco ingredienti ha un che di geroglifico e sono in pochi a capire davvero cosa si nasconda nel malefico biscotto ipocalorico. Ma interessa davvero scoprire cosa c'è dentro le porcherie che mangiamo? Diciamocelo onestamente: nel 90% dei casi, no.
Della serie: magri ma con il cancro.

martedì 2 marzo 2010

Ammmore

L'amante monodimensionale è una specie pericolosissima. Vive allo stato brado e si può incontrare negli luoghi più inaspettati. La sua presenza si manifesta inizialmente con piccole gentilezze che per voi sono segno di cortesia mentre per lui sono palese corteggiamento. Tali gentilezze sfociano nella volgarità e nell'aggressività qualora non vi mostriate pronte ad accogliere il suo fiore amoroso e, l'atteggiamento che voi considerate inopportuno e fastidioso, è per lui dimostrazione di passione irrefrenabile. A tutto ciò si applica il termine STALKING.
un esempio: "sei una troia!"
risposta opportuna: "ti piacerebbe, eh?"
L'amante monodimensionale è così da me definito perchè sviluppa il suo processo amoroso lungo un'unica dimensione: la sua. Non si cura di ciò che gli accade attorno. Lui ha deciso che vi ama e che voi lo ricambiate. Punto. 
Vi infastidisce e lo scacciate? siete ritrose all'Amore!
Lo mandate amabilmente a quel paese? vi piace l'Amore litigarello!
Lo minacciate di denuncia se continua a molestarvi? ve la tirate, sciocchine!
Gli dite che stiete sposati e avete 14 figli? Aspettete ancora il Grande Ammmore: Lui.
Un'altra caratteristica dell'amante monodimensionale è la creatività: riesce a crearsi dei film laddove non vi sono nemmenogli attori. E si esalta a rendervene partecipi nonostante sbuffiate e imploriate pietà.
Da non dimenticare la sua permalosità. Se esplodete in un commento negativo eccessivamente piccato, di quelli che la cassazione a volte approva e a volte no, per intenderci, lui si offende e sparisce. Cioè, non è che sparisce, sta sempre là ma finge di ignorarvi. Nel frattempo gode della presunta frustrazione che voi dovreste provare nel non essere più cercate. E nel rifarsi vivo, perchè si rifà sempre vivo, vi critica per non averlo cercato e per aver aspettato la sua prima mossa scambiando per orgoglio il sollievo che avete provato in sua assenza. Se provate a fargli capire come stanno le cose, state mentendo a voi stessi. Se insistete nel dire che preferireste un herpes quotidiano alla sua presenza, siete dellle bestie che non saranno mai felici perchè rinnegano l'Ammmore. Se gli dite che, sì, siete delle bestie e che pertanto non lo meritate e che quindi sarebbe meglio che indirizzasse le sue pulsioni altrove, siete doppiamente bestie perchè non capite la fortuna che vi è capitata!
L'amante monodimensionale è persistente ed insistente come la candida. Unico modo per liberavene è la speranza che trovi un'altra preda o che si stanchi. Ma è più probabile la prima opzione. Non si stanca mai. E se vi sembra che ve ne siate liberati state attenti: torna sempre!