giovedì 28 luglio 2011

Crisi in crisi


Da quando c’è stata un’ecatombe di impiegati nel mio ufficio, ogni cosa passa per le mie mani. Dal contratto col ministero allo scontrino d’acquisto della carta igienica. Attualmente il mio ruolo è quello di tecnico contabile con istinti omicidi.
Conscio che le corde troppo tese tendono a rompersi con un effetto di rinculo non indifferente, il capo sta cercando disperatamente qualcuno che mi affianchi nella contabilità fiscale e che almeno si occupi di cose delegabili quali l’acquisto di sta famosa carta igienica.
Il primo bacino per l’acquisizione di un nuovo impiegato, si sa, è quello delle conoscenze. E quindi a chiunque capiti a tiro, sia il manager super impegnato al macellaio sotto l’ufficio, è un fiorire di:
“Non è che conosci qualcuno affidabile? Possibilmente con esperienza contabile?”
“Sì sì, ecco questo sta proprio cercando ora, è proprio bravo!”

Ne abbiamo contattati parecchi. A parte sta tizia, nessuno si è presentato in ufficio, anche solo per sostenere il colloquio, per i seguenti motivi:
1) “Eh, ma avete l’ufficio troppo lontano! Non si potrebbe trovare un’altra soluzione?”
Risposta del capo: “Certo, ci trovi dei locali vicino casa sua che trasferiamo l’ufficio lì”

2) “Possiamo riparlarne a settembre? Sa ora vado in ferie”
Risposta del capo: “Beh, io volevo incontrarla solo per un colloquio, non è che pretendo che inizi domani”
“Ah, bene. Allora facciamo tutto a settembre che è meglio”
Risposta del capo: “Bene, così se sono fortunato trovo qualcuno di meglio prima”

3) “Specifico subito che voglio un orario flessibile e permessi illimitate che ho due figli piccoli”
Risposta del capo: “Anche lo stipendio lo vuole flessibile con decurtazioni illimitate?”

4) “Possiamo riparlarne quando rientro da Parigi? Il lavoro mi interessa tantissimo, si fidi, sono affidabilissimo! Ne parliamo quando rientro. Dovrei essere in Italia a settembre o forse ottobre, semmai la chiamo io”
Risposta del capo: “Mi richiami quando ha fatto il biglietto ed è certo del rientro”

E così via. Abbiamo ascoltato una decina di persone e non siamo riusciti a fare nemmeno il colloquio. E poi dicono che c’è crisi…boh.
Ho messo, nel frattempo, un annuncio su internet. Annuncio che specificava le caratteristiche della persona che cercavamo, prima fa tutte: esperienza in contabilità fiscale. I curriculum che mi sono arrivati, pochissimi in verità, sono di:
1) n. 3 ragazze ex promoter, ex telefoniste di call-center, ex commesse, ecc. senza la minima esperienza/conoscenza del settore
2) n. 1 ingegnere in pensione ancora molto attivo (sottolineato 2 volte, che vorrà dire?)
3) n. 1 geometra in pensione che ha scritto, cito testualmente, “non capisco niente di contabilità ma credo di essere in grado di imparare” (?)
4) n. 1 che si proponeva come vigilante (?)
5) n. 1 che si proponeva per la sicurezza dicendo di essere al 4 DAN di KARATE (?)
6) n. 2 anziani geometri che, con un italiano degno di antistupri grammaticali, si proponevano in coppia nel caso in cui in futuro ci aumentasse il lavoro offrendoci già la possibilità di averli entrambi (????)
7) 2 e dico 2 persone che ALMENO avevano frequentato la ragioneria!!!! Lode al Signore!

Pe’ favore, non me la rendete troppo difficile, io rimetto l’annuncio fiduciosa.

venerdì 22 luglio 2011

Chiamate inopportune

Squilla il telefono.
Rispondo.
Vocina ina ina: “Buongiorno, cercavo la signorina dange…”
Già che mi chiami signorina, vuol dire che non mi conosci e vuoi vendermi qualcosa: “Sono io, buongiorno” detto col tono del non mi rompere le zeppole
“Salve, chiamo dal centro estetico di Topolinia, ha vinto una seduta di elettro scultura gratis. Questa è l’ultima chiamata che le facciamo!”
Un momento:
1)    vinto? Perché avevo partecipato a qualche cosa???
2)    Chi vi ha dato il mio numero?
3)    Più che l’eletroscultura, ci vorrebbe Fidia con l’affettatrice.
4)    E’ l’ultima chiamata? Perché mi avete chiamato altre volte? In ogni caso: sticazzi!!!!
“No grazie, non mi interessa”
“Ne è sicura? È totalmente gratis, si avvicina la prova costume!”
“Ho già dato, prova costume superata!”
“Ah, beh, non la disturbo ancora, buongiorno”

Clik.

Intendevo la prova costume di Carnevale, va bene lo stesso no?

giovedì 21 luglio 2011

Macho-man

Eh, sì, lo confesso. In pausa pranzo, il momento più abietto della giornata, quando il panino è tristemente finito e la digestione procede lenta come un bradipo assonnato, quando il caffè non riattiva le normali funzioni cerebrali e il livello intellettuale è al minimo, mi trovo, di tanto in tanto, a cazzeggiar per chat.
Dalla chiusura della mitica C6, ormai covo di maniaci repressi, ho ripiegato su una chat on line che ha il privilegio di non permettere delle conversazioni dirette, bensì uno scambio di e-mail da gestire, si spera, quando uno ha del tempo a disposizione.
Avendo dei tempi rallentanti, difficilmente capita il classico maneggione che cerca di trastullarselo un po’, mentre è più facile trovare delle persone con cui scambiare qualche chiacchiera senza secondi fini
Ma si sa che c’è sempre un’eccezione…
Mentre ero off line, un soggettone con un nick che è tutto un programma mi contatta.
Essendo off line e non essendo dotata di sfera di cristallo, non rispondo.
Dopo nemmeno 4 minuti, lui mi manda il messaggio che segue.
La mia risposta, ore dopo,  è stata una cosa tipo questa:
“A prescindere che non vedo come possa interessarti chi gira nelle mie mutande. A cosa devo tutti questi complimenti? E soprattutto: tirata de che???”
Per curiosità sono andata a visionare il suo profilo. Una grassa risata mi ha scosso dalla punta delle dita dei piedi alle doppie punte dei capelli!
Ovunque sue foto da macho-man, fisico ipertrofico, in pose al limite dello sciroccato, con tanto di faccia da bambacione!
Avete presente il film “Un sacco bello” di Verdone? Ecco, ci siamo spiegati!
HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA

Fidate, è inutile quella tartaruga sulla panza se poi in testa hai un criceto in prognosi riservata...


martedì 19 luglio 2011

New entry

Dopo la fine del periodo Mastrolinda chiusasi con la promessa di una vertenza sindacale da parte sua e di una corrisposta promessa di denuncia per ricatto da parte di Capodecapis, è ora il periodo di Ritacocilova, una giovane donna di origini slave.
Ritacocilova è una donnina tranquilla, piacevole, che fa il suo lavoro con serietà. E’ però usanza che nel mio ufficio non passino persone normali e quindi…
Le mi fissa!
Ne ignoro il motivo ma la scorgo spesso a fissarmi, appoggiata dietro lo stipite di una porta o seduta su una seggiola. Il volto imperscrutabile rende impossibile immaginare cosa stia pensando.
Mentre i primi tempi mi fissava di nascosto, ora lo fa apertamente. Mentre sto lavorando, entra nella mia stanza, prende uno sgabello, si siede e mi fissa. A volte cerco di ignorarla ma l’80% delle volte alzo gli occhi e le chiedo: “Tutto ok?”
Lei mi risponde: “Tutto ochèi” e continua a fissarmi.
Se non mi fissa in silenzio, quando più mi vede assorta nel lavoro, comincia una tiritera che manco mia nonna: “Perché tu lavora sempre, esci esci, vai a divertire. Quando mangi, cosa mangi. Vai a parco”
Oppure inizia una filippica contro Capodecapis: “lui piange che tante tasse perché tante case. Io piange perché manco una casa. A chi tanti a chi nienti. Lui avere cane che valere più di me. Avere tre casa a roma, due a mare, due a montagna, sai sua sorella quante case avere?”
La maggior parte delle volte annuisco senza dire nulla o rispondo con frasi di circostanza del tipo “a chi tanto e a chi niente”.
Oltre questa sua piccola mania, Ritacocilova, come tutte le donne che si occupano della pulizia di un ufficio ha due grossi difetti:
1)    solleva i documenti per spolverare e li riappoggia in ordine sparso
2)    non tiene le mani apposto e pigia tasti a caso

Lancio un appello accorato: 

1) Cara Ritacocilova, se sulla mia scrivania ci sono 3 pile di documenti ci sarà un motivo. Sarei in grado anche io di impilarli in un unico blocco se ciò mi fosse utile. Identicamente, se ti cadono a terra, non è che se li metti a casaccio mi aiuti, anzi…E poi, santa pazienza, non mi spostare tutti i faldoni! Perché se sono sul mobiletto di destra, me li sposti in fondo a sinistra? Perché????
2) Eminentissima Ritacocilova, soprassedendo sul fatto che una volta mi hai spento il pc mentre spolveravi la ciabatta, ci sarà un motivo per cui il ventilatore di fronte la mia scrivania è spento, non pensi? Accenderlo all’improvviso alla massima velocità e vedere i fogli turbinare in aria come coriandoli a carnevale, non dovrebbe stupirti.

martedì 12 luglio 2011

Macchie di Rorschach - i panni sporchi si lavano in ufficio

“Ehm, capo, le è caduto il caffè sulla camicia…”
“Dove? dove??” e con la mano, ciaffete! allarga la macchia strofinandogliela su
“Ehm, proprio lì. Ehi, capo, si fermi, sta allargando la macchia!”
“Così si asciuga…”
“Sì, però la allarga, forse è meglio che la smacchia un attimo in bagno sotto l’acqua corrente…”
“Cazzate, si vede appena!”
-        --   la macchia si estendeva su tutto il taschino –
“Ehm, capo, un po’ si vede…”
“Cazzate, ora devo andare al ministero, non ho tempo per queste bazzecole”
Qualche ora dopo.
“Che figura di merda, c’erano tutti i funzionari e io sembravo un barbone, non mi sono proprio accorto di essermi macchiato…”
“…”
“…dev’essere successo al bar sotto il ministero.”
“…”
“…però porco cazzo, il barista poteva avvisarmi, mi sarei smacchiato prima di andare!”
“…ha ragione capo, dovevano avvisarla…”
“porco cazzo, che figura di merda, manco un barbone!”

Dio, dimmi che mi stai mettendo alla prova…

venerdì 8 luglio 2011

Portatrice sana di tette


Tutte le donne, anche quelle che lo negano, amano essere corteggiate.
        Chiariamo: corteggiate, non molestate!!! –  
Sentirsi addosso uno sguardo carico di desiderio e/o ammirazione o venire approcciate con qualsiasi scusa solo per un sorriso, contribuiscono sempre ad una sana e forte iniezione di autostima.
Quasi sempre.
I miei estimatori sono persone di un certo tipo: di solito extracomunitari abbagliati dalla mia prosperità come promessa di ricchezza e fecondità; tettomani psicotici; persone convinte che una donna che lavora in cantiere la da a tutti gli operai e quindi confida che la dia anche a loro;  chattoni che non mi conoscono; ipovedenti e umarelles.
Sì, lo so, non è proprio come pescare tra Brad Pitt, George Clooney e Raoul Bova ma, sì sa, c’è crisi e bisogna adattarsi.
C’è da dire anche che il mio ideale di uomo non è proprio il classico bellone, anzi…ma di questo ve ne parlerò in un’ altra occasione.
Oggi ero in banca. Considerando che la temperatura oscillava pericolosamente attorno i 35° e che il tasso di umidità era pari a quello di un cinema porno durante una proiezione, gironzolavo ingenuamente con una maglietta di cotone, leggermente scollata, aderente sul seno a causa di fenomeni traspiratori. Per farla breve, ero sudata come un facocero in calore.
Mentre attendevo il mio turno appoggiata ad una colonna come un condannato di fronte al plotone d’esecuzione, l’ho sentito.
Certi sguardi hanno una consistenza tale da sembrare fisici. E’ come se l’intenzione ti venisse  addosso e ti desse una palpata sulle tette.
Mi sono voltata e l’ho visto:
uomo di altezza media, capelli color avorio, occhialino da iettatore, vestito di nero, occhi puntati in direzione tette.
Accortosi che lo fissavo, ha alzato lo sguardo e mi ha sorriso.
Cazzo, era la copia identica di Pannella senza codino.
Si è avvicinato sfoderando un sorriso da dentiera inconfondibile.
Ho pensato: “Almeno i capelli sono i suoi”

martedì 5 luglio 2011

Non aprite quella porta...

A lavoro.

Citofonano.
Rispondo.
"Salve, siamo del follett.."
"no, non ci interessa!!!"    Aiutoooooo!!!
"neanche se le puliamo i materassi??"
"none, non è una casa questa, è un'impresa di costruzioni!" fuori c'è un cartello 40x60 che lo specifica!!!!
"Allora avrete molta polvere!"
"Noneeee, siamo pulitiii!" Te ne devi annà!!!!!


Gnà posso fa.

domenica 3 luglio 2011

Lo strano caso del Dottor Shrek e del signor Hulk

Ufficio Postale. Caldo afoso. Folla in attesa, nervosismo palpabile:  donne che si sventolano con qualsiasi foglio capiti a tiro,  uomini che sbuffano giocando col cellulare, donne anziane che borbottano interrottamente. In sottofondo il ronzio pigro di un condizionatore di scarsa capacità condizionante.
Ho il numero P174. Devo spedire 4 raccomandate.
Allo sportello chiamano il P173.
Non si presenta nessuno. Nessuno si muove o da cenni di vita.
L’addetto aspetta qualche secondo. Prima che chiami il numero successivo mi avvio  allo sportello.
Non si alza nessuno. Nessuno si muove.
E’ il mio turno. Faccio la prima raccomandata, la seconda e quindi comincia la procedura per espletare la terza quando…
“Aho, ce stavo io! So’ 173!”
L’addetto alza gli occhi pigramente: “Ora c’è la signora, ho chiamato e non è venuto nessuno”
Buzzurro insistente: “E che vor di? Ce stavo io! Guarda quanta robbba cià da fa questa!”
L’addetto alterato: “Un minuto e abbiamo finito!”
Il buzzurro incazzato girandosi verso la folla in cerca di appoggio: “Anvedi questa che me passa pure davanti!”
Io, inviperita, senza nemmeno voltarmi: “Non sono passata davanti a nessuno! Hanno chiamato il mio numero e quindi ora ci sono io!”
L’addetto fa un gesto con la testa come a dire “non rispondergli proprio”
Il buzzurro insistente: “io c’ho pure mia figlia in ospedale!”
Eccerto, e a me m’è morto er gatto.


Fortuna vuole che io sia molto paziente e non giri armata altrimenti risolverei ogni problema di sovrappopolamento.

Dio dammi sempre la pazienza che se mi dai la forza faccio ‘na strage.