giovedì 29 aprile 2010

Ciak, si giri.

Tic tac tic tac tic tac
la casa è buia e silenziosa. Si sente il ticchettio del grosso e sempre in ritardo orologio della cucina.
Sono a casa. Sì, sono le 19 e già sono a casa...come impiegare questo insperato tempo libero? leggo? pulisco? dormo? cosa fa la gente normale nel tempo libero? non me lo ricordo più.

Flashback:
Ieri. Sono le 19.15. Il capo mi chiama e mi dice che sta arrivando in ufficio. Alle 19.30 mi dice che gli serve una cosa urgente da portarsi via per un convegno che avrebbe avuto l'indomani. Lo accontento e dopo 3 anni di straordinari quotidiani non pagati, lo colgo alla sprovvista e gli chiedo che mi vengano riconosciuti.
Mi guarda come se stessi ballando il tip tap sulla sua scrivania. Si riprende e mi dice: "Eh, per una volta che fai tardi!"
Io lo guardo. Lui mi guarda. Io dico: "Una volta????"
Lui si mette in modalità facciadaculo e mi dice:" Io sono contro gli straordinari, non ne fare più. Quando devi andare via impunta i piedi e pretendi di andartene".
Io lo guardo. Lui mi guarda. La mia lingua spinge per dire: "mi prendi per il culo?". La mia testa ferma la lingua, la arrotola e la comprime in un "ok, allora non ne faccio più".

E così sono uscita presto. Mi sembra così strano. Non ci sono abituata. A volte il lavoro può essere una droga davvero pesante. Certo, oggi è stato facile, ero sola in ufficio. Sono andata semplicemente via. La prova del 9 ci sarà domani...

To be continued.

mercoledì 28 aprile 2010

Mistero

Ieri sera è andata in onda una puntata di "Mistero". Per chi non conoscesse questo programma è uno dei tanti che cerca di farvi strizzare le budella in maniera colta e filosofica parlando di Ufo, fantasmi, religione e fine del mondo. E non sempre gli argomenti sono tra loro separati.
E' il classico programma salvaserata quando sugli altri canali ci sono dei polpettoni ben peggiori.
Il programma in precedenza era condotto da Ruggieri. Per chi non lo conoscesse, era il tale che cantava appunto "Mistero". Già le operazioni di reciclo televisivo che vanno tanto per la maggiore ultimamente mi sorprendono, in quanto la mia mente troppo semplice si basa su concetti banali come, ad esempio, che un presentatore presenti, un cantante canti, una ballerina balli e un principe...beh, non si di preciso che faccia, figuratevi la mia sorpresa quando al posto del vocione e dell'aspetto inquetante di Ruggieri ho trovato quel presentaballerattoresoncazzoiochelavorofa di Raz Degan. Allucinante!
Mentre Ruggieri aveva un non so che di alieno che rendeva più inquetante e a tema gli argomenti proposti, Degan ha un non so che ...che appunto non so. Sarà stato l'italiano sdentato...si, ho scritto bene, sdentato perchè parla come uno a cui hanno tolto i denti. Credo abbia pronunciato correttamente giusto qualche congiunzione. Sarà stato lo sguardo fisso verso il gobbo o il gelo con cui partecipava agli argomenti.
Resterà celebre il suo "entusiasmo" quando con uan interpretazione degna di Clint Eastwood, ha pronunciato "Che belle le sfere di luce, voglio vederle anche io".
Un consiglio: se vedi le sfere di luce tutt'intorno a te, prima di chiamare l'esorcista, prova a consultare un oculista.

Be Total Plus

Sono da poco passate le 11 e io sono già stanca. C'è da dire che ultimamente mi sveglio esausta, cammino come uno dei protagonisti de "L'alba dei morti dementi", uso il cric per sollevare le palpebre quel tanto che basta per evitare di accartocciarmi contro il primo ostacolo che incontro sul mio cammino. Sarà la primavera, sarà lo stress, sarà la stanchezza, la menopausa, l'orchite e chi più ne ha più ne metta, ma mi sento proprio come una gomma ciancicata e azzeccata sotto la prima suola di scarpa passata.
Devo dire che il lavoro non mi aiuta. Ormai lo straordinario è diventato ordinario. Rolling Stone mi frantuma come un vaso di cristallo. Lo Squalo continua a tentare di mordermi e Quicomandoio viaggia con uno spesso strato di prosciutto sugli occhi. Io ho la pazienza ai minimi storici.
Mi sento tanto la protagonista di "Un giorno di ordinaria follia", peccato che la mancanza di forze mi impedisca di fare una strage ma... non si sa mai!
Sarà per questo da stamane ho iniziato a prendere un integratore?

P.S. quello nella foto sono io dopo la cura.


sabato 24 aprile 2010

Visitors

Ci sono ancora. Giuro.
Ho passato la settimana più lunga della mia vita. Fatta di chiacchiere, lavoro, chiacchiere, chiacchiere, lavoro, chiacchiere. Rolling Stone, già, proprio lei.

E' arrivata. In pochi giorni è riuscita a fare la spia sui ritardi accumulati dal suo predecesore, a far la ruffiana col capo che gira con una faccia ebete stile Menomalechecisei, a sbagliare tutto il lavoro facendo ricadere la responsabilità su di me e a farsi minacciare dalla commercialista che ha detto: "Se mette le mani sul mio lavoro, gliele frullo".

Perfetto.
Avrei necessità di un manuale di sopravvivenza, una cosa del tipo Manuale delle Giovani Marmotte. Non so quanto riuscirò a resistere. Sul lavoro ho capito che ho dei limiti e che riesco ad oltrepassarli spesso. Ma ho anche capito che c'è un limite che è difficile da superare indenni: quello della pazienza.
E goccia dopo goccia il vaso si è riempito.

Messaggio personale per Rolling Stone: se tu mi parli e io continuo a guardare fisso il pc come se non ci fossi, se tu persisti nel cianciare e io mi volto dall'altra parte, se tu mi tocchi per farmi girare verso di te che continui a favellare e io ti rispondo a monosillabi e parlando di lavoro, sappi che non è timidezza, è ...BIP!

lunedì 19 aprile 2010

Pensieri mal digeriti

Mentre la terra ci manda segnali più o meno evidenti della sua (in)sofferenza, siamo tutti pronti alla gara di solidarietà.
E quando parlo di gara mi riferisco proprio ad un'attività agonistica con tanto di vincitore risultante. In Tv è un fiorire di raccolta fondi, le trasmissioni si boicottano a vicenda con l'intento di risultare vincitrici nella raccolta solidale. Su Facebook ogni secondo viene prodotto un link di beneficenza e tutti lì a cliccare "mi piace" per mettersi la coscienza a posto. In radio passano appelli accorati per l'invio di un sms di solidarietà! E tutti in fila a far finta d'aver aderito perchè, si sa, far credere di averlo fatto e pubblicizzarlo è più efficace del farlo davvero e mantenerlo in silenzio. E' finito il tempo in cui il benefattore era il tipico gentiluomo che preferiva mantenere l'anonimato...
Ma è proprio grazie a questa ostentata idea di beneficenza che mi sono accorta di una cosa. Chissà se l'avete notato anche voi. C'è stato lo tsunami, ricordate? e giù via di sms per la ricostruzione. C'è stato il terremoto a L'Aquila e via a mandare generi di ogni tipo per il sostegno. Ci sono stati altri terremoti e altri tsunami e altre tragedie: il tam tam di solidarietà partiva all'istante tranne che per...
ve lo ricordate che la settimana scorsa c'è stato un terremoto in cina? una cosa come 600 o 700 morti a seconda dell'edizione del Tg che ascoltavate (si sa che i morti si contano a centinaia). Qualcuno ha sentito anche solo un accenno di idea di solidarietà verso la popolazione colpita? Se c'è qualcuno me lo dica che io sono convinta che non si sia fatto nulla per i cinesi. Toglietemi dalla testa, vi prego,  la convinzione che anche la solidarietà sia un fenome di massa sociopolitico.

giovedì 15 aprile 2010

Amori (str)ordinari

Tutte le volte che voglio dare un'immagine all'idea della vita di coppia che ritengo perfetta mi vengono in mente Sandra e Raimondo. Certo, c'è chi ha ideali migliori e più altisonanti, ma io sono convinta di quel che desidero.
Chi non li conosce? Lui all'apparenza ingessatissimo, di un aplomb marcato, ma nei fatti ironico, quasi cinico.
Lei esplosiva, capricciosa, prepotente. Insieme una coppia rispettabile, piena di humor, quasi asessuata. E' come se fossero riusciti a sublimare la passione tipica dei primi anni d'amore in un sentimento di complicità, tenerezza e sostegno.
Insieme hanno combattuto e superato molte battaglie: la mancanza dei figli, il cancro...
Io vorrei un'amore così. Vorrei accanto una persona che mi faccia ridere, che mi sia di sostegno, su cui contare sempre. Dicono che l'erba voglio non cresca nemmeno nel giardino del re ma io, nel mio campo di Farmville, ne sto facendo incetta.
Tutto questo per lasciare un saluto. Ciao Raimondo.

martedì 13 aprile 2010

Cronache dal fronte

Mentre scrivo sono sommersa da un cumulo di calcinacci. C'è polvere ovunque. Soprattutto nel mio naso. Se starnutissi ora espellerei blocchetti di cemento.
Sono venuta qui stamane perchè avrei dovuto lasciare dei documenti urgenti e poi tornare subito in ufficio. Roba di pochi minuti ma, si sa, nel lavoro il concetto di tempo è mooolto relativo.
Sono già due ore che sono qui e dovrò aspettarne altrettante prima che possa venirne fuori. Già. E ora chi lo dice alla mia borsa nuova, prima nero lucido e ora bianco cemento? e come dirlo ai miei capelli lunghi, prima lucenti e ora di un morto color intonaco? Le mie scarpe hanno al momento una doppia suola: la prima di fabbricazione, la seconda acquisita dallo strato di melma e cemento adesovi sotto.
Cosa faccio qui? semplice: aspetto.
Un fornitore, un subappaltatore, uno scarico di materiale, un caffè, il tram, una meteora che si schianti sull'edificio? Poco importa cosa stia aspettando. Il mio lavoro è questo: lunghe ed estenuanti attese seguite da lavori frettolosi causa urgenze e esiguità di tempo utile. Si riuscisse ad ottimizzare la cosa sarebbe perfetto.
In questo momento sto facendo la stronza: non sapenso in che modo far passare il tempo, avendo già controllato ogni singolo punto luce, letto ogni singolo sacchetto di materiale, ispezionato ogni cavità, ho deciso di prendere carta e penna e di cominciare a scrivere queste quattro cazzate. 
Ovviamente solo io so cosa sto scrivendo tanto avidamente.
Di sicuro non lo sanno gli operai che mi guardano sottecchi e vorrebbero lanciarmi una mazzetta tra capo e collo. Dipenderà forse dal fatto che mentre scrivo velocemente, ogni tanto mi giro a guardarli scuotendo la testa come se stessi prendendo nota del loro lavoro?
Chissà!
La noia mi rende una bestia, l'ho sempre detto.

scritto alle 10.30 e ricopiato ora dai miei appunti.

venerdì 9 aprile 2010

Il telefono allunga la vita

Era giunto il momento, non potevo più aspettare. Dovevo chiamare il malefico numero del centro assistenza per la mia sim. Ossignur.
La chiamata comincia subito con la musica assordante dell'attesa che dovrebbe intrattenere mentre invece mi fa incazzare come una bestia perchè ha il volume troppo altro, non mi piace, è assordante e mi fa perdere tempo. Ecco, chi ben incomincia è già a metà dell'opera.
Parte il messaggio preregistrato: "premi 1 se vuoi parlare con TopoGigio, premi 2 se vuoi parlare con la donna delle pulizie, premi 3 se vuoi informazioni sulle condizioni meteorologiche....dopo un quarto d'ora circa si arriva a "premi 9843751934p765431se vuoi avere infomazioni sulla tua sim oppure attendi in linea se vuoi parlare con un operatore". 
Chissà perchè l'opzione utile è sempre l'ultima!
Premo il codice e già pregusto le tre possibili opzioni:
  • "siamo spiacenti, il codice è sbagliato!" e riparte tutto il nastro registrato con tanto di smaronamento.
  • "siamo spiacenti, gli operatori sono impegnati, si prega di richiamare più tardi"...ahhhhhh!
  • "gli operatori sono momentaneamente occupati, si prega di attendere" e lì parte l'ultima hit a volume assordante e nell'attesa che qualcuno risponda hai già dimenticato quello che volevi chiedere.
Nel mio caso:terza opzione. Dopo circa un quarto d'ora di musica tamarra mi risponde una tizia. Velocità della parlantina inaudita, in un secondo mi snocciola il suo nome e il suo  numero di serie. Che poi mica lo sapevo che ora nei call center hanno un numero per identificare gli operatori. Avendoci lavorato (l'esperienza più brutta della mia vita) immagino che tale numero sia stato inciso a fuoco sulla pelle dei poveri addetti.
Quando lavori al call center macini talmente tante telefonate al giorno che diventi come un nastro registrato. Parli a raffica e spieghi sempre le stesse cose, non ascolti nemmeno più le domande, le dirotti semplicemente verso quel che sai.
"Ciao sono Nancy, numero di bla bla bla bla bla bla bla bla"
"Ehm...sì, ecco, io volevo solo un'informazione sulla tariffa inter
"La tariffa FAICOMEDICOIO si applica su bla bla bla bla"
"Sì Sì, ma io volevo non volevo sapere questo, io volevo avere informaz
"Le consiglio di cambiare tariffa, la tariffa FAICOMEDICOIO bla bla bla bla bla"
"Certo, certo ma io vole
"La tariffa FAICOMEDICOIO è convenientissima bla bla bla bla"
"..."
"bla bla bla bla bla"
"..."
"bla bla bla bla"
10 minuti dopo:

"C'è ancora signora?"
"Sì credo. Grazie per le informazioni, eh?"
"Si figuri, buona giornata! Buon weekend! Sayonara"
"Se se, ciao"

giovedì 8 aprile 2010

Pulizie di Pasqua

No, non è il classico post sulle pulizie di primavera in cui si spaccotta tutta casa, la si mette all'aria, la si sciacqua e risciacqua nemmeno i suoi abitanti fossero esseri zozzi e pulciosi. 
No. 
La mia casa è ancora un agglomerato di polvere e scatoloni, figli dell'ultimo trasloco iniziato un anno fa e mai comcluso perchè: "tanto tra un mese vo'via" ma questo è un'altra storia.
Immaginate che il capo decida di fare un trasloco degli archivi. Pensate al Pamir delle carte e dei fascicoli, vette inviolate dalla donna delle pulizie e innevate di polvere, robe che Messner se le sogna.
Immaginate che tocchi a voi gestire il trasloco. Immaginate la vostra camicia candida diventare grigio topo così come le vostre caccole all'ennesimo strarnuto.
Tutto il giorno è stato un via vai studio-cantina. Carte, cartine e cartone. Di ogni epoca e genere. Alcuni scritti in geroglifico, altri vergati su fogli di papiro. Dominante su tutto la signora polvere.
Avete presente quella pubblicità in cui c'è quella particellona di polvere bella chiattoncella che viene cacciata di casa perchè sta sempre di fronte la tv? Beh, qui la polvere si prendeva amabilmente un caffè mentre io soffocavo sotto la sua coltre. Oggi, nonostante le mie fatiche è di nuovo al suo posto, complice la fuga disonorevole della donna delle pulizie,  indomabile come lo smog di Roma.
Momento clou della giornata è stato quando un raccoglitore ha deciso di suicidarsi precipitandomi in faccia.
Il primo pensiero è stato: "Cazzo, gli occhiali nuovi! saranno distrutti!"
Il secondo: " 'tacci tua che male".
La classe non si sciacqua.

martedì 6 aprile 2010

Ovosodo

Sono tornata...sopravvisuta a tre giorni di parentume puro e duro. Non c'è niente di più spossante di qualche giorno passato in famiglia: avrei bisogno delle ferie per riprendermi dalle ferie.
Ferie. Pare vero! Mi hanno concesso venerdì libero perchè a lavoro non voleva venirci nessuno. Però hanno fatto in modo che diventasse un giorno di ferie. La classica magia del tipo: coniglio estratto dal cilindro. Solo che il coniglio sono io e il cilindro somiglia molto ad un tubo di scarico.
Venerdì per rilassarmi e sfruttare al meglio questo "giorno di libertà" mi sono fatta un paio di ore in auto per raggiungere la famiglia. Giunta al paese, ho salutato tutti. E quando dico tutti intendo proprio tutti: parenti, parentini, parentesi, punti e doppi punti, bipedi, quadrupedri e striscianti. Ognuno a modo suo cercava di "farmi onore offrendo qualcosa". 
Di solito è un qualcosa di alcoolico. E di solito è di produzione artigianale.
"Lo vuoi nu neccone di limoncino?"
"no no, grazie"
"e dai, nu neccone...l'ho fatto io!"
"(appunto) no no, grazie, sarà sicuramente buonissimo ma non mi va"
"e dai, nu neccone, sennò il vermuth"
"noneeeee"
E ovviamente si riempe un bicchiere da mezzo litro. Ho il fegato che ogni volta che sa che devo scendere al paese per le feste si prende una settimana di ferie. Lo stomaco si contrae appena entro nel range di un chilometro da casa. L'intestino si attorciglia su se stesso come un riccio. L'unico contento è un brufolo che mi spunta sul mento ad ogni pasto zozzone. E' sempre lui, da anni. Spunta solo nelle ricorrenze cerimoniose ed alcooliche. Appare sempre nello stesso posto, ormai ci diamo del tu. Si chiama Brufolo Bill.
I primi giorni della permanenza famigliare sono formulati come segue: tavole imbandite stile "il re è tornato: festeggiamo". Mangia questo, mangia quello che ste cose in città non le trovi. Prova, assaggia, mangia.
Gli ultimi giorni sono del tipo: eh, però sei ingrassata, non dovresti mangiare troppe zozzerie, devi contenterti di più.
E così all'affaticamento fisico-intestinale, si associa una sofferenza mentale.
L'hanno prossimo regalerò a tutti un poster gigante con su scritto il significato della parola "coerenza", chissà che la cosa non risulti utile a tutti.
In ogni caso: da oggi bieta!

giovedì 1 aprile 2010

La volpe

C'è una Tale che di tanto in tanto passeggia e pasteggia in questi luoghi lasciando spesso traccia di sè:
  • biscotti smozzicati in giro per l'ufficio;
  • bicchieri sporchi unti e bisunti del suo rossetto rosso polmone appoggiati ovunque;
  • cartacce appallottolate sotto la scrivania;
  • macchina del caffè accesa ed avviata senza acqua all'interno fino a fondere i circuiti.
Stante quest'ultimo episodio, con la classe che mi è consona le ho fatto notare la sua sbadataggine.
La sua risposta: "Ah, era finita l'acqua? Ecco perchè non usciva il caffè e faceva tutto quel rumore! Io pensavo si spegnesse da sola!"

Anche io pensavo che Ti spegnessi da sola. Diciamo che lo Speravo.