giovedì 23 giugno 2011

Basta poco, che ce vo?

Mio padre è sempre stato un tipo dai metodi spicci. Molto spicci direi. Risoluto, autoritario, pragmatico, non l’ho mai visto colto alla sprovvista. E se mai ciò fosse avvenuto, non lo ha mai dato a vedere.
Laika è una cagnona che la mia famiglia ha adottato qualche mese fa. Un cucciolotto che mostra i denti: autoritario, possente, invadente, prepotente, imponente. Seppur di pochi mesi ha già la stazza di un cane comune adulto ed è destinata a crescere. Fregandosene dell’anzianità degli altri cani, si è imposta e spadroneggia su tutto il giardino come se fosse sempre stato suo.
Laika è un cucciolo di pastore del caucaso. Ha un pelo così folto da ricordare un orso.
Con l’arrivo dell’estate, ha mostrato molta sofferenza:  il giardino è tappezzato di buche che scava per trovare la frescura della terra profonda. Per evitare che scalzi anche le fondamenta della casa, mio padre ha trovato una soluzione. Una di suo metodo, sia chiaro.
Avete presente le forbici per tosare le pecore?
Ecco, avete capito.
Ha bloccato Laika e ha cominciato a tosarla. “Stranamente” lei, in un primo momento, si è mostrata riluttante al trattamento. Poi complice il fresco man mano crescente con l’eliminazione del pellicciotto, si è fatta tosare a dovere, deliziata come una donna dal parrucchiere.
Io non ho assistito allo scempio. E parlo di scempio perché non è che il taglio del pelo sia stato proprio preciso…diciamo che potrebbe somigliare molto a quei tagli che si fanno i bimbominkia, quelli che  non si capisce mai se se li fanno da soli o vanno da un parrucchiere cieco e con problemi di tremori alle mani.
Oltre al pelo, tosato alla bell’e meglio, papà ha lasciato un tocco d’artista: la criniera.
L’ha tosata completamente tranne per la criniera e per la coda.
Cioè, capitemi, se entrate nel mio giardino, non troverete un cane corrervi incontro, bensì una specie di leone rabbioso! Ma voi non vi fossilizzate troppo: gambe in spalla e correte, il cucciolo morde!

giovedì 16 giugno 2011

Fulmini e saette

Qualche post fa, in piena crisi da astinenza da caldaia, qualcuno mi offrì la doccia di casa sua. Sappia, Sig. Davide, che potrei presentarmi presto alla sua porta, in tenuta da bagno, per usufruire dei servizi igienici della sua casa.

Ieri fu* una giornata campale. Sveglia all’alba per un sopralluogo a Civitavecchia e rientro a Roma già alle 9.30. La giornata trascorse frenetica e afosa e si chiuse solo a tarda sera quando la voglia di un pasto e una doccia si fecero preponderanti.

Arrivai a casa. Parcheggiai alla bell’e meglio. Mi catapultai fuori e, appena varcata la soglia di casa, feci esplodermi i vestiti da dosso. Azionai la doccia e attesi che l’acqua s’intiepidisse.

Attesi.

Attesi ancora.

Attesi ancora un altro po’.

Quando l’evidenza sconfisse la pigra speranza, mi arrotolai a mo’di involtino in un asciugamano e iniziai una litania di improperi verso la padrona di casa, la caldaia, la guardia di finanza, il portiere e chiunque altro mi venisse in mente.

Arrivai intorno al marchingegno scalda-piscio e lo vidi osservarvi con il suo occhietto verde lampeggiante. Lo spensi, lo riaccesi, lo smontai, smanettai nelle sue viscere, lo maledissi, lo presi a pugni, urlai. Poi andai in cucina, scaldai un pentolone d’acqua e, astiosamente, mi lavai.

Per tutta la serata fui combattuta tra il desiderio di chiamare la padrona di casa e urlarle “Avevi detto che l’avresti fatta riparareeeeeee!” non appena avesse risposto “pronto” e la voglia di andare sotto casa sua a bucarle le ruote. Complice il fatto che ignoro dove abiti, ripiegai su un ruminamento di parolacce e pensieri cattivi.

E poi la gente si chiede perché sono acida come uno yoghurt scaduto e borbotto come una pentola di fagioli.

*Mi rendo conto che scrivere il post utilizzando il passato remoto è una freudiana speranza di rientrare a casa e trovare il problema risolto.

Si sa, la speranza è l’ultima a morire. E’ la caldaia che muore per prima.

martedì 14 giugno 2011

Si perdono le speranze, come Kojak i capelli.

Dopo la ragazzetta, figlia di un amico di un amico di un amico di un amico, la scorsa settimana è stata la volta della ContaBile, così detta per la sua capacità di far secernere bile. E mo ve lo dico il perché.
Conosco tal fanciulla da tempo immemore, nel senso che mi sforzo di dimenticare il giorno in cui la conobbi. Non che sia una cattiva ragazza, ci mancherebbe, il problema (principalmente mio, se non si fosse capito) è costituito dal suo atteggiamento da gatta, più che morta, direi mummificata, risorta e rimorta. Innanzitutto ha una vocina flebile flebile, ma così flebile che quando so che verrà in ufficio mi dedico preliminarmente a profonde pulizie dei miei canali auricolari.
Superato l’ostacolo comprensione, bisogna sforzarsi per vincere il suo disordine mostruoso. E ve lo dice la regina del caos, una che prima di entrare in stanza scansa i fogli a palate per farsi strada.
Eppure non potrò mai dimenticare i biscotti morsi e abbandonati sulla macchinetta del caffè, le tazzine con risvolto di rossetto lasciate sui termosifoni e gocciolanti stille di orzo sul pavimento, i fazzoletti mocciolosi appallottolati nei faldoni contenti le fatture…
Lo so, sono una rompi cocomeri becera e non mi sta mai bene nulla. In realtà, esercito quotidianamente il mio dovere di pazienza e taccio di fronte ai suoi exploit, ma non potete togliermi il diritto di venire qui a parlarne. A questo proposito volevo raccontarvi cosa è accaduto la scorsa settimana. 
Che è poi quello che accade quasi ogni volta, salvo qualche variante sul tema.

Appuntamento alle 8.30, alle 10.00 chiama.
“Ciao Dange, sei in ufficio? Ti trovo?”  NO, QUESTA È UNA VOCE REGISTRATA A TUO USO E CONSUMO.
Arriva alle 11.00 circa. Accende il pc. Dopo mezz’ora mi dice che scende a prendersi qualcosa al bar. Io resto a fare il mio lavoro. Passa il tempo e mi dimentico di lei.
Alle 13.30 squilla il telefono:
“Ciao Dange, sono ScaricaBile, vado a casa”
“Eh???” CHI? DOVE? QUANDO?
“Sì, sono scesa al bar ma mi è venuto mal di pancia quindi vado a casa?”
Gli occhi corrono all’orologio. E’ scesa due ore fa…
“Scusa, ti sei sentita male ora?”
“Sì, proprio ora che sono scesa al bar”
“Perdonami, sei scesa due ore fa, è un po’ diverso da “ora”
“…”
PERCHÉ INSISTI? RINUNCIA A CAPIRE, È MEGLIO! “Ok…allora ti spengo il pc…”
“E’ già spento, l’ho fatto prima di andare al bar”
“Allora stavi male anche prima e sapevi che saresti potuta andare via?” NON INSISTERE!!!
“No, mi è venuto ora il mal di pancia, ora che sono scesa al bar!”
“…” NON CHIEDERE PIU’ NULLA!!!!!!!!!!! “Ok, a domani, ciao”
“Ciao Cara!”




martedì 7 giugno 2011

Il momento è catartico

Stasera ho il cuore in sollucchero, mi sento romantica e sono portata all'ammmore, quello con 3 m!
In partenza per Firenze per lavoro e con un post sulla punta delle dita che spero di rilasciare domani, vi lascio a questo canto d'ammmore, ironicamente profetico e reale!


Io ti amo
Stefano Benni from his "Ballate" (1991)
Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l'universo

Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l'incanto
di un solo tuo sguardo

Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sarà ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d'estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo

mercoledì 1 giugno 2011

There can be only one.

Ve la ricordate la serie di Highlanders? Quella in cui i pochi sopravvissuti ad una stirpe di immortali cercavano di scamazzarsi a vicenda invece di accoppiarsi e riprodursi? Che poi, se erano immortali, perché morivano? Vabbè.
A quei tempi Christopher Lambert mi sembrava fighissimo poi, anni dopo, quando se lo ciulò l’Alba Parietti, mi ricredetti… ma parliamo di altro.
Mi è tornato in mente Highlanders quando in ufficio è stata fatta fuori anche Sfortunella a causa della sua ultima pretesa di lavorare quando vuole, agli orari che vuole facendo quel che vuole. Ancora si stupisce del perché il Capo l’abbia licenziata. Io ancora mi stupisco del  perché, una volta licenziata, continui ancora a presentarsi in ufficio. Vabbè, tralasciamo anche questo.
Essendo rimasta sola, il Capo ha deciso di trovarmi un aiuto. L’ultima volta che prese questa iniziativa trovò Rolling Stone a cui fece un contratto senza nemmeno un periodo di prova.
Questa volta però non mi faccio fregare, voglio selezionarli io i candidati!
Lunedì ha fatto venire una ragazzetta, figlia di un amico di un amico di un amico di un amico, 23 anni, iscritta alla facoltà di medicina. All’apparenza mi è sembrata molto sveglia, carina, disponibile e con tanta voglia di fare. La mia impressione è stata confortata da Capodecapis:
“Ha tanta buona volontà, vedrai, e poi deve solo buttare giù qualche fax, il pc lo usa benissimo, devi solo dettargli quello che deve scrivere”.
Cito, giurando che è la pura verità, alcune delle sue perle:
  1. Mi accendi il computer? Così, tanto per il benvenuto
  2. Perché non appaiono subito le cartelle? Perché sta caricando il sistema operativo
  3. Come si cambia il colore del testo in word? Con i pennarelli colorati
  4. Per sbaglio ho messo un trattino prima di una parola, come si toglie? Cancellandolo?
  5. Come faccio a centrare bene il testo nella pagina? Dando una bottarella di qua e una di là al monitor
  6. Ma ora che ho salvato sul computer ce l’ho anche nella chiavetta? Certo, si teletrasporta
  7. Per copiare un documento sulla chiavetta devo inserirla? No, funziona per osmosi
A fine giornata è andata via e ha lasciato acceso il pc. Ha spento solo il monitor.
Qualcosa mi dice che questa non va bene.