giovedì 31 dicembre 2009

A/nomale

Vasco cantava..beh, diciamo che intonava il suo desiderio di una vita spericolata. Io gradirei, se me lo concedete, una fetta di vita normale. Una porzione di banalità, grazie.


Non che la mia vita sia eccezionale nel senso comune. Non è che giro col completino da supererore nella borsa pronta a cambiarmi alla prima cabina telefonica. Anche perché le cabine telefoniche non ci sono più.

Diciamo che la mia vita ha un’alta percentuale di avvenimenti grotteschi e irreali. Mettiamo che è una tranquilla giornata, un giorno come tanti, senza gloria e senza infamia. Girate in macchina per le ultime spese. Di fronte avete un ape. Non l’insetto, signori. Ve le ricordate le Api? Quei trabiccoli instabili e insensati che hanno prodotto per anni e che rendono pericolose le strade? Esatto, proprio quelle. Tre ruote di assoluta precarietà affidate per il 90% ad anziani con problemi alla vista, senza le minime nozioni di guida, senza assicurazione, senza tutto. Praticamente te le regalavano coi punti dei pannoloni e le mettevi in strada neanche fossero biciclette. Ora che avete focalizzato il mezzo e il probabile autista avete già una possibile idea di cosa sta per accadere. Una precedenza non rispettata e l’Ape, con l’agilità degna di un’artrite, si cappotta su se stessa perdendo benzina e il suo prezioso carico: due povere pecore.

E’ un attimo. Pochi secondi per pensare. Accostate e scendete dall’auto non avendo la minima idea di cosa fare. Vi accertate che nessuno si sia fatto male, evitate che le vittime della mancata precedenza strangolino il proprietario dell’Ape al grido “mo’ t’accido!!!” e cercate di tirare fuori dal mezzo il malcapitato che per sua fortuna è solo in stato confusionale e continua a chiedere delle sue pecore. Vi accostate agli animali, c’è un po’ di imbarazzo, come si chiede ad una pecora se sta bene? Con l’aiuto di vostro fratello e un passante rimettete in posizione verticale l’Ape e a spalla ricaricate su le pecore. Chi l’avrebbe mai detto che uno degli ultimi gesti del nuovo anno sarebbe stato il dover confortare delle pecore accidentate e dover loro palpare il culo peloso per rimetterle sul mezzo?

Tempo un minuto e la strada che era deserta si riempie di gente. Tutti fermano l’auto e scendono. La curiosità è sempre più forte dell’indifferenza. Qualcuno comincia a guardare di sottecchi gli animali e già brama un cosciotto d’agnello per cena:

“Ste pecore stanno a suffrì, abbattemole e ce le magnam’subb’t subb’t”

“we, piglj la pecora cà la port ij aglj ‘spedale”

Per fortuna la razza ovina è stata salvata dall’arrivo dei carabinieri che al grido “Ehhhh, è che è tutta sta gente ‘accà?? Jate venne, ite a preparà ju cenone” .

E fu così che in un secondo per strada rimasero solo due carabinieri, due pecore, un’Ape col disgraziato proprietario e i due del mezzo accidentato che urlavano ancora “j t’accid!!”

A volte la vita è una commedia tragicomica.
Buona fine anno vecchio e sereno inizio 2010 a ovini ed umani tutti.


domenica 27 dicembre 2009

Lettera aperta


Egregio Sig. decoder, vengo con questa mia a dirle che sono alquanto insoddisfatta del suo funzionamento. Capisco che da sempre c’è una forte rivalità tra Rai e Mediaset ma proprio non capisco perché quando Lei trasmette l’una mi oscura l’altra. Abbia pietà di me e del mio compromesso stato psicologico. Non può, ripeto accoratamente, in una generica serata, garantirmi solo 3 canali in cui in uno c’è l’esimio pontefice che amministra la messa, in un altro un gruppo di ragazzini annoiati che cantano a ruota libera strazianti canzoncine di Natale e un altro in cui vengono trasmessi cartoni animati risalenti al 375 a.C. E non mi risponda, la prego, dicendomi che ci sono altre centinaia di canali a disposizione perché mi rifiuto di vedere vecchi drammoni sentimentali più antiquati e meno credibili di un Beautiful qualsiasi, televendite truffaldine in cui cercano di appiopparti un ambo vincente a solo 999euriiiii (si legga con l’enfasi dell’imbonitore) oppure dedicare il mio tempo alla solita cartomante così fasulla da far rabbrividire la befana che da consigli d’amore e corna non distinguendo bene tra l’uno e l’altro. La prego signor decoder mi salvi. Non capisco questa sua predilezione serale per la faccia nero pece di Carlo Conti che, diciamolo, mi sta sulle palline di natale come un’incudine su un pomodoro. Esistono altri programmi serali, glielo giuro: se Lei me lo consentisse sarei ben lieta di scegliere io stessa il programma con cui bruciare quei quattro neuroni che mi sono rimasti ancora in vita. Inoltre non è possibile che ogni sera, allo scattare delle 20.30, ogni segnale di vita ipoteticamente intelligente venga annullato per poi ritrovarmi a vedere per giorni di fila film di Bud Spencer e di Renato Pozzetto trovati in dvd ben archiviati, o nascosti che dir si voglia, e rispolverati all’emergenza. Mi appello all’angelo mangiatore di fagioli che è in lei e la prego di arrendersi all’ennesima risintonizzazione, salvi quel poco di buono che è rimasto nella mia psiche. Lo faccia presto, prima che si decida di passare ai vecchi dvd di Lino Banfi!

venerdì 25 dicembre 2009

Natale con i tuoi, Pasqua con i Buoi

Il Natale quando arriva arriva e non c'è scampo (a parte quelli che si potrebbero trovare affogati in un piatto sugoso di spaghetti). Con qualche settimana di anticipo preparate psicologicamente cuore e fegato ad ingestioni sentimentali ed alimentari. Cominciamo col dire che se si vive fuori di casa da un po' rientrarvi in maniera coatta per un certo periodo di tempo può essere traumatico come una sbornia dopo un lungo periodo di astinenza alcoolica. Vi sentite in territorio un po' ostile perché, per quanto abbiate cercato di tenervi aggiornati, immancabilmente vi è sfuggito qualcosa. E di solito sfuggono sempre cose importanti che offendono qualcuno e quindi il clima natalizio si sviluppa tra bronci, piccoli rancori e qualche mal di pancia. Diciamo che cercate di rimediare con regali più o meno importanti, cercando di comprarvi qualche giorno di serenità. Così cercate di corrompere un po’ tutti con qualche pensierino o con qualche complimento e vi arrendete quando anche il vostro cane vi tiene il punto.
I giorni scorrono pesanti e pingui come la vostra digestione. Da quanto tempo non vivete più lì? Troppo per sentirla ancora come casa vostra. Vi sentite un po’ ospiti e rimproverate ogni giorno quel cuore di pecorino che vi ritrovate nel petto incapace di mostrare affetto e gratitudine verso chi più la meriterebbe. Confido sempre nell’intelligenza di chi mi circonda nel comprendere il mio atteggiamento da puzzola e di giustificarlo con un po’ di sana quanto pietosa immaturità sentimentale.

giovedì 24 dicembre 2009

Affetti & affettati

Un sabato qualunque di un weekend qualunque in cui vado a trovare famiglia e parentume vario.
"Ciao! Quanto ti fermi????"
"Riparto domani, lunedì lavoro"
"Ah, peccato, non ci sei mai!"

Un sabato qualunque di un weekend qualunque, condizioni di cui sopra.
"Ciao! Quanto ti fermi????"
"Riparto domani, lunedì lavoro"
"Ah, peccato, non ci sei mai!"

Un sabato qualunque di un weekend qualunque, stesse condizioni di cui sopra.
"Ciao! Quanto ti fermi????"
"Riparto domani, lunedì lavoro"
"Ah, peccato, non ci sei mai!"
Un sabato qualunque di un weekend qualunque, ancora le stesse condizioni di cui sopra.
"Ciao! Quanto ti fermi????"
"Riparto domani, lunedì lavoro"
"Ah, peccato, non ci sei mai!"


Vigilia di Natale, tutto come sopra, repetita iuvant ma non troppo.
"Ciao! Quanto ti fermi????"
"ben 10 giorni, riparto dopo Capodanno!"
"Ah, vabbè...ciao"
"...."

mercoledì 23 dicembre 2009

No fiori no ceri, solo opere di bene.


Una media di 10 ore di presenza ogni giorno.
Reperibilità sempre ovunque e comunque.

Ci sono regali che non hanno bisogno di commenti.
La stima che ne trapela è evidente.


...
...
...
riciclarmi un panettone, no?

Chi indovina chi mi ha fatto il regalo nella foto vince la spatolina a forma di uovo al tegamino!
Chi sa darmi una spiegazione sul regalo e l'attinenza con la mia qualifica e con il Natale vince la carta da regalo!

Nebbia

Oggi mi è presa così. Ero tranquilla fino ad un minuto fa poi sono inciampata rovinosamente in un ostacolo di malinconoia e non riesco a risollevarmi. Ho voglia di piangere per un malessere che non conosco, un malessere che non riesco e non voglio più chiamare solitudine, inadeguatezza, inacettazione. Ho voglia di piangere ma non lo farò perchè un giorno ho deciso che non l'avrei più fatto e mantengo sempre fede alle mie promesse, soprattutto se sono così inutili e vuote. Vorrei rivoltarmi così come si fa con le stoffe doubleface per cercare di capire cosa c'è dietro questa pelle. C'è chi finge con gli altri e chi finge con se stesso. Io mento a me sola. Anche se mentire non è il termine adatto. Mi sono semplicemente dimenticata chi sono.

lunedì 21 dicembre 2009

Ghiaccio

Svegliarsi sotto una coltre pesante di coperte...temere di scoprirsi e violentarsi per riuscire ad alzarsi.
La sveglia suona ma non riuscite a tirar fuori la mano dalla coperta per riuscire a spegnerla. Vi esercitate in telecinesi e altre tecniche paragnostiche per riuscire a zittirla col solo potere della mente. Inutile.
Vi fate forza.
Il freddo malizioso pizzica le guance e scuote con tremiti intensi. L'aroma del caffè comincia a spandersi nell'aria. Con coraggio il pigiama cade in fretta, e più in fretta salgono i jeans e un pesante maglione.
Con un biscotto al cioccolato in bocca, infilato il cappotto vi fate coraggio e uscite.
Cade una pioggerellina finissima. La strada è ghiacciata e gli stivali sono armi improprie pronti a scivolare al primo passo falso. L'andatura è veloce anche se le dita dei piedi sono totalmente insensibili.
La macchina in lontananza è un cubetto di ghiaccio: un enorme ghiacciolo azzurro. Gusto puffo.
Armati di acqua e raschietto vi sentite una casalinga alle prese con un frigo da sbrinare. Il motore sbuffa in pesanti folate di gas di scarico. L'abitacolo è una ghiacciaia. Il volante rende presto insensibili le dita che sono gonfie e rosse. Il freddo lancia stilettate pungenti.
L'alito appanna internamente i vetri. Siete abbastanza coraggiosi ed incoscienti da guidare con il finestrino aperto. Il mondo è totalmente ovattato come se le nuvole si fossero condensate durante la notte in una brina gelata e si fossero adagiate su ogni parte del creato. Un manto gelato è ovunque i vostri occhi si posino. Signori e signore, l'inverno è arrivato.

Io non ci sto!

No. Non sto cercando d'imitare Scalfaro.
Sono solo allibitallucinatasconvolta..
Programma tv del sabato mattina di Rai 2: previsioni meteo. Un allegro omino si aggiusta il papillon ed esordisce con:
"veniamo alle previsioni per l'Italia che, vi ricordo, è la forma di stivale al centro dell'immagine".

Senza parole.

venerdì 18 dicembre 2009

E'arrivato...

...finalmente venerdì.
Ora che sia venerdì, fuso orario di riferimento a parte, mi pare assodato. Sul "finalmente" ci sarebbe da discutere. Il terrore del week end si sta già impossessando di me. E se penso che sto per affrontare un week end prefestivo ho un timor panico così acceso che mi sembra di vedere il dio Pan saltellarmi sulla scrivania con tanto di zufolo in mano!
Si comincia sabato con la sindrome della casalinga disperata: spesa-lavo-stiro-cucino invocando la dea Kalì e le sue innumerevoli braccia, scansando via la polvere a suon di sbuffi e imprecazioni. TV a manetta su qualche programma idiota, roba tipo interviste a Vip e Vamp che in vita loro non si sono mai lavati un paio di calzini da soli, che raccontano della loro grama vita fatta di rinunce "sì" piange sconsolata la soubrette "quest'anno non farò il capodanno alle Maldive perchè ho ritrovato la fede e andrò in missione per beneficenza in un centro di recupero per ex calciatori a Saint Tropez". Niente come queste trasmissioni sono un valido sottofondo alle pulizie di casa. Riuscite a sentirle in maniera distratta ma non riuscite a prestarci così bene attenzione da andare a sfondare il televisore. Il momento più drammatico, al di là delle pulizie, secondo me, è la spesa. Per farla impiegate circa dieci minuti tra slalom giganti a colpi di carrello, spallate alla 'ndo cojo cojo, rubando il pane dai carrelli altrui per evitare di fare la fila al banco. Ma la fila non si evita mai perchè, ricordalo bene, furbetto del sabato mattina, prima o poi alla cassa dovrai arrivarci comunque...muhahuahuaha!
Già la cassa. Ho visto gente crescere, innamorarsi ed invecchiare nel mentre dell'attesa. Ricordo una donna che partorì  prima del proprio turno e riuscì a portarsi a casa due bambini grazie ad una promozione del supermercato.
Vogliamo parlare anche per il giro per trovare i regali? vogliamo parlarne??? no, ho già il latte alle ginocchia che sta diventando yoghurt. Ora scusate, mi ritiro a meditare per prepararmi psicologicamente al weekend incombente.

giovedì 17 dicembre 2009

Giochi moderni


Viviamo nell'era del surrogato. E ci specializziamo in surrogati. Ricordo che qualche decennio fa, quando ero una bimba e correvo libera e felice per i prati, insegnavo a far riporto al mio cagnolone lanciandogli il mio bambolotto. Si chiamava come si chiamavo tutti i bambolotti a quei tempi: cicciobello. Era color rosa porco, aveva un ciuffetto di capelli di plastica biondo birra in testa, due simpatici occhi celesti asportabili dotati di tecnologizzatissime palpebre che si aprivano e chiudevano finchè non ci buttavi su terra che le faceva restare bloccate indefinitamente. Il corpo era tozzo e dotato di braccia e gambe asportabili. Nei modelli più sofisticati c'era anche il pistolino: da un foro osceno posto tra le labbra facevi entrare dell'acqua che usciva immediatamente dal grumo di plastica che idealmente rappresentava un pene. Insomma ce ne voleva di fantasia per giocarci ed immaginarlo come un bambino. E con la fantasia potevi farlo diventare qualsiasi cosa: un soldato ferito e sommerso di melma da salvare, un boomerang per il cane o una palla in mancanza di quest'ultima.
Beh, scusate ho avuto un'infanzia molto fantasiosa.
Oggi si vendono dei giochi che sembrano veri. Se entrate in un negozio sembra di essere nella nursery di un ospedale. I bambolotti sono identici ai bambini veri fin nelle minime rughe, fanno la pipì e la cacca e, sospetto, la facciano vera. Prendono i farmaci se stanno male, gattonano, parlano e addirittura fanno i primi passi. Se da bambina il massimo era avere un pentolino di plastica da riempire di terra per poi cercare di convincere un amico a mangiarne, ora ci sono dei mini forni a microonde, lavatrice e ferri da stiro. Presto arriverà sul mercato anche la donna delle pulizie giocattolo, ne sono certa!
Dov'è la fantasia?
Una domanda che mi riempe di tristezza. I bambini vengono privati del loro diritto ad immaginare attraverso dotazioni iperrealistiche. Da grandi i social network ci privano degli affetti reali perchè di quelli virtuali possiamo fruire quando e come vogliamo. Se è vero che ci avvicinano a gente che probabilmente non potremmo mai conoscere, è pur vero che ci allontanano da chi conosciamo già perchè il desiderio del nuovo, del diverso è sempre imperante.
E quindi continuiamo a circondarci di cose perfettamente finte. Compriamoci un cagnolino virtuale che non sporca e abbaia solo a comando. E un bel gattino che non si rifà le unghie sul divano? ma sì, facciamoci anche questo. E per i bambini più grandi c'è di meglio: donne e uomini di plastica identici se non migliori dei reali. Attendiamo con ansia che la tecnologia risolva il problema della loro passività. Amici a biffezze on line, ognuno con la sua storia da raccontare, finta anche lei come l'identità della persona che ci contatta, riempiono il nostro tempo. E fingiamo che tutto va bene. Anche la felicità si compra a buon prezzo.


Ma poi come lo si spiega ad un bambino che il latte non cresce nelle scatole ma scaturisce dalle mammelle rosee, morbide e calde di una mucca?
E se dico "lucciola" a cosa pensate?

domenica 13 dicembre 2009

Senza parole


Cosa c'è di più vigliacco di un'aggressione improvvisa? cosa c'è di più squallido dell'esprimere il proprio disappunto con la violenza? e cosa c'è di più sbagliato e perverso dell'osannare un gesto così disumano?
Chi compie il gesto sbaglia. Chi lo giustifica sbaglia due volte: una perché sfonda il muro dell'etica e della morale e lo fa franare, due perché come disse Voltaire:
  “Non condivido la tua idea ma combatterò perché tu la possa esprimere”
P.S. questo post trascende la politica e ogni mia idea in merito. Questo post è anti-violenza.

Petizione

Un po' di criterio, per cortesia! Stiamo parlando di una persona anziana. Avrà diritto ad una seppur minima pensione sociale, non posso pensare che debba ancora lavorare a quest'età. Lo so che anche la Montalcini, sua coetanea, è ancora attiva e pimpante ma non chiediamogli troppo. Comincia a far freddo, chissà che dolori alle ossa. E pensarlo in giro al freddo, con l'umidità che gli rode pian piano le articolazioni, in giro su quel trabiccolo senza ammortizzatori...e in mezzo a tutte quelle bestie poi. Sì che gli vogliono bene ma chissà che puzza a starci dietro tutto il tempo. Capisco che ci si abitui ma non credo che ci sia tanto da ridere. E poi, signori: vada che debba lavorare, vada che nessuno possa sostituirlo ma almeno preserviamo la sua dignità!
L'ho visto in tutte le posizioni: arrampicato su scalette labili penzolanti, attaccato alla ringhiere dei balconi, attaccato a ventosa ai vetri delle finestre come l'uomo ragno, arrotolato in fasci di lucine pronto a prendere fuoco... ma appeso per il collo con un cappio beh, signori, mi pare eccessivo. Salviamo Babbo Natale.


Pacco, doppio pacco e contropaccotto

E' cominciato il periodo della follia, 20 giorni circa a delirio libero. I negozi si riempiono di gente affannata, indecisa, con il portafogli supplichevole e la coscienza da mettere a tacere: le pantofole più orrende per la zia becera che si vede una volta l'anno, il pigiama in pile cinese per il cugino di dodicesimo grado, il profumo immancabile che si ricicla perfettamente in ogni festività e/o ricorrenza, creme da mangiare e creme per il corpo quando la fantasia comincia a scioperare, il completino intimo che nemmeno Sasha Gray indosserebbe mai per la fidanzata, il portafogli per il papà, i calzini per il nonno e infine la serie di minchiatine inutili e inadatte anche per il ruolo da soprammobile. Il Natale è questo. Un sabba delirante attorno al fuoco del consumismo. Incontri fuggevoli, un bacio sulla guancia, degli auguri di convenienza e lo scambio dei doni. Non sarebbe più bello incontrarsi davvero col desiderio di farlo e non per una convenzione con una data di scadenza? E poi i regali...non sarebbe meglio che ti facessi o mi facessi un regalo quando vedendo qualcosa ti/mi venisse da pensare: "Questo le/gli piacerebbe, ne sono certo!" senza che fosse necessariamente il 25 Dicembre.
Quest'anno ho fatto pochi regali per non deludere chi li aspettava in questo periodo dell'anno. E ne ho fatti solo a chi desideravo farne. E ho scelto solo cose che credevo davvero potessero piacere. Spero che nel pacchetto oltre l'oggetto, compreso ahimè nell'elenco di cui sopra, abbiate trovato anche un briciolo di me.

mercoledì 9 dicembre 2009

Un giorno di ordinaria follia


ore 6.20: suona la sveglia.
ore 6.30: suona la sveglia.
ore 6.40: suona la sveglia. La spegnete.
ore 7.20: vi alzate urlando "è tardiiiii"
ore 7.30: ingollate un caffè bollente mentre vi infilate un calzino e contemporaneamente abbottonate la giacca.
ore 7.40: imprecate contro il vetro appannato che non vi fa vedere nulla e l'aria calda che non parte.
ore 8.15: siete bloccati nel traffico imprecando contro il vostro sonno atavico e pregate affinchè il capo sia in ritardo.
ore 8.45: entrate di corsa in ufficio e scoprite che il capo oggi è in anticipo.
ore 8.46: vi sdoppiate e iniziate il normale lavoro per cui necessitate di ubiquità e occhi a raggi x.
ore 13.00: siete nel parcheggio dell'ufficio postale. Una trucida becera dall'età indefinibile tra i 40 e gli 80 anni, secca come un manico di scopa, rugosa come un tronco di sughero e bionda come solo Platinette sa essere, vi guarda e dice "aho, m'hanno bucato 'a rota, non è che c'è qualche fija de na bona donna che m'aiuta"
Restate perplessi. Siete indecisi se la donna vi sta offendendo o vi sta chiedendo aiuto nel modo più ignorante possibile. Prima che riusciate a decidervi, vi anticipa un vecchietto: "Signò, se hanno bucato 'a rota, so stati i marocchini, mo l'aiuto io". Perfetto. Ci mancava solo il razzista a priori. Tiro dritto.
ore 13.05: siete alla posta. Il vostro turno è il P79 e stanno chiamando ancora il P59. Vi sedete sconsolati con lo sguardo basso di chi conosce la disperazione. Aguzzate l'occhio di talpa e...sotto la vostra sedia, accartocciato, c'è il n. P60! Con passo suino vi muovete cautamente in modo guardingo, vi impossessate del numeretto, lo stirate ben bene. Chiamano il n. P60, vi alzate di corsa, sudate per l'ansia e per la paura che qualcuno reclami il vostro numero. Nessuno in vista, avete vinto!
ore 14.00: siete al ministero, persi tra un piano all'altro che cercate il Tal De Tali per la consegna della Cosa. Non riuscite a trovarlo, nessuno sa darvi indicazioni. Ritornate all'ufficio pass e, in ginocchio, implorate aiuto. Voi sì che sapete essere autoritari.
ore 14.45: evitate per un pelo di investire una coppia di ragazze caduta dallo scooter a causa di una bionda che per recuperare un guanto perso in corsa ha cominciato a ballare come una tarantolata sul sellino dello scooter -probabilmente per convincere l'amica a tornare indietro a riprendere il guanto- finendo per far cadere entrambe. Sotto la vostra macchina. Avete perso ben 10 anni di vita, la pensione è sempre più vicina.
ore 15.00: siete in ufficio, finalmente potete fare la vostra pausa pranzo. Addentate la mela e...
ore 15.01: ...rientrano tutti, ingoiate il morso di mela e vi ributtate sulla Fattuttologia applicata.
ore 18.30: tutti vanno via e in ufficio restate solo voi.
ore 19.30: sempre e solo voi in ufficio.
ore 20.00: vi vengono a prendere e vi riportano a casa con la forza

giovedì 3 dicembre 2009

Spirito di patata

Sebbene non venga da Cabot Cove e non mi faccia chiamare J.B.Fletcher, alla lunga il mio ottuso spirito d'osservazione e la mia esperienza sull'argomento riescono a farmi individuare situazioni in cui vengo presa palesemente per i fondelli. Mi riferisco in particolare alla classica situazione da "appuntamento mancato". Avete presente quando invitate qualcuno e questo vi risponde che gli è morto il gatto, il cane, il nonno, e così via fino ad esaurire tutto l'albero genealogico, che è stato rapito dagli ufo, che si trova su di un altro pianeta, che gli si è allagata la casa, che gli devono togliere la prostata (anche se donna), e così via di disgrazia in disgrazia,  
altrimenti sarei proprio venuto, sarà per la prossima volta!!!
Eccerto.
Passi che possano accadere una, due, tre, ma sì anche quatto disgrazie di fila. Ma che accada qualcosa ogni volta che ci organizziamo per uscire non è possibile! Se non mi stai raccontando cazzate, ti prego: fatti fare un esorcismo!!!!

mercoledì 2 dicembre 2009

A.A.A.


Vendesi causa disperazione dono ubiquità, efficiente e in perfette condizioni, per spostamenti rapidi da un punto all'altro della città senza alcun inconveniente spazio-temporale. Si rilasciano certificazioni in merito. In allegato si vende anche telecinesi per il ritiro di plichi e documentazioni in automatico senza dover più fare la fila allo sportello. In regalo, all'acquisto, si inserisce vista raggi x che vi permetterà di vedere nella testa delle persone che avete di fronte (ma anche no) e indovinare quello che desiderano. Ottimo affare consegna immediata!

Identità

Navigando a caso sul web. Due notizie, due come tante:
Due vicende diverse eppure così simili.
Immagino i commenti: "hai sentito? è morta mentre si rassodava il culo?" "hai visto, il grassone se ne è andato. Sapevo che  quel pallone prima o poi sarebbe scoppiato"
Quando finisce la persona e inizia il fenomeno? A volte mi chiedo se il male è in chi riporta la notizia o in chi la legge e la interpreta. Il web è pieno di articoli sui due accadimenti, ne ho citati due a caso ma avrei potuto citarne chissà quanti altri. Viviamo in un mondo in cui il cinismo è imperante, in cui l'uomo smette di essere uomo e diventa personaggio, nel bene e, soprattutto, anche nel male. Come non pensare alle vicende politiche che dominano le notizie già da tempo Mi correggo, non le vicende politiche, bensì le vicende private dei politici. C'è questo fossilizzarsi in massa sul concetto del ridicolo perdendo ogni riferimento a quella che è l'importanza della storia in sè.
Non posso dire a priori come sarà la mia vita e come si svilupperà. Non posso immaginare se farò qualche cazzata di quelle colossali o se farò una morte ridicola di stampo fantozziano. Spero che qualsiasi cosa mi accada si pensi a me solo e soltanto come persona.
E per chi proprio non ne sarà capace, beh "mind your own business" (anche se in romanesco suona meglio :-P)