lunedì 28 giugno 2010

Al calcio preferisco i calci

Ecco, lo so, sto per diventare antipatica ma, come cantava Caterina Caselli, la verità ti fa male lo so e visto che lo sappiamo tutti quanti tanto vale dirla: a me, delle partite, mondiali, provinciali o del cortile sotto casa, nunmenepofregàdimeno. Oh, l'ho detto. Ci sono tre motivi per cui non la cosa non m'interessa:
1) per me il calcio ha smesso di essere sport quando hanno cominciato ad alzate troppo il tiro dei compensi. Perchè un operaio si deve rompere la schiena per poche centinaia di euro, senza fisso mensile, mentre un giocatore deve essere strapagato per fare una cosa che gli piace? qualcuno risponderà che il giocatore è bravo, ha il tocco magico, la punta o soncazzoio cosa può avere un giocatore. La verità è che il calciatore professionista ha avuto culo, qualcuno si è accorto di lui e ci ha investito su. Un operaio tutt'al più può essere investito e basta.
2) il calcio blocca l'Italia e non è accolutamente giusto! Buon per te che puoi startene tranquillo a vedere la partita ma io devo lavorare, lo dici tu al mio capo (tra al'altro anche lui a casa a vedere la partita) che non mi servi perchè forse coso sta pe'fa gol?
3) non mi ricordo: l'ho dimenticato mentre scrivevo glia ltri due :-(

Avete provato a girare per gli uffici pubblici durante l'ultima partita del mondiale? io sì e ora vi racconto cos'è successo.
Dovendo andare al centro di Roma ho optato per l'uso del mezzo pubblico. Il fatto che abbia trovato parcheggio vicino la metro mi ha sorpreso, non pensavo d'avere tanta fortuna. E infatti non ce l'avevo: scesa dalla metro, il bus che doveva passare ogni ottominutiotto è passato dopo mezz'ora. Cosa volete che sia un rosolamento a fuoco lento sotto il sole  tra gli effluvi di asfalto fuso? mi sentivo come un polletto di rosticceria.
Arrivo finalmente all'Ente. Con dieci minuti di ritardo. Vado in portineria e consegno il documento per ottenere il pass. L'addetto mi dice di metterti all'ombra perchè ci sarà da aspettare un pochino perchè qualcuno sarebbe dovuto venire a prendermi. Bene. Premetto che avevo regolarissimo appuntamento datomi da un impiegato dell'Ente stesso. Il tempo passa e passa e passa. Ogni tanto mi giro verso la portineria con occhi supplichevoli. Di lì, poverino, l'addetto mi rassicura sempre sul fatto che sta sollecitando qualcuno  affinchè mi venga a prendere ma "...sa, prima la pausa pranzo, poi la partita...". Sgrunt. Ho un grosso, enorme, titanico SGRUNT disegnato sulla fronte.
Finalmente, dopo solo circa un'ora, arriva un tizio a prendermi.
"venga con me" e mi da le spalle
"buongiorno, eh!!!!" sibilo
"ah...sì, buongiorno, scusi per il ritardo" mi dice voltandosi appena
... ... ...
Mi accompagna in una stanza dove c'è Tiziogentile che mi saluta, mi da la documentazione e mi accompagna in un'altra stanza dove poterla esaminare. E si allontana.
Tempo 30 secondi e arriva Tizioincredulo che mi dice: "Quanto tempo pensa di metterci??? a che ora aveva appuntamento???"
"All'ora X"
"Ah! e come mai tutto questo ritardo???"
"Senta, io sono qui per lavorare. Sono arrivata in orario ma poi mi hanno piantonato giù in portineria ad aspettare per un'ora..."
"Un'ora? impossibile!"
Lo fulmino con lo sguardo e va via. Entra in una stanza adiacente e lo sento riferire la conversazione a Tiziostronzo che gli insinua che sto mentendo, che è impossibile!
A me cominciano a girare abbondantemente gli attributi che non ho di natura ma che mi erano cresciuti mentre aspettavo che mi ricevessero. Ritorna Tiziogentile e mi chiede se ho fatto. Preciso che nel frattempo erano passati 5 minuti al massimo e io dovevo esaminare un progetto, non l'ultimo fumetto di topolino.
Io stizzita gli riconsegno tutto. Gli dico che tanto vale farne a meno e che mi facesse la cortesia di chiamare in portineria e di chiedere l'ora di consegna del pass. Lui poverino cerca di abbozzare, mi dice di prendermi tutto il tempo che mi serve, che sicuramente c'è stato un equivoco.
L'unico equivoco però è sempre il solito: il fancazzismo!
Mi sono arrabbiata tantissimo perchè ho perso una marea di tempo per non riuscire a concludere nulla. Tra l'altro l'appuntamento mi era stato dato dall'Ente, se non volevano fattori di disturbo poteva dirlo subito! la prossima volta ci torno armata di vuvuzela!
Ah, da grande voglio diventare Brunetta!

mercoledì 23 giugno 2010

Panta Rei

Vi sentite mai diversi?
Non divesi dagli altri  'che, vivaddio, per fortuna ci è stata evitata la piaga dell'omologazione anche se...vabbè, sorvoliamo... intendo proprio dire: vi sentite mai diversi dall'opionione che vi siete fatti di voi stessi?
Diciamocelo, seppur ci riconosciamo qualche piccolo difettuccio, qualche neo infinitesimo, non siamo proprio 'sto gran ricettacolo di virtù. Si sa, bisogna sapersi vendere, ogni tanto una piccola limatina a qualche viziuccio ci sta, l'importante è non convincersi troppo della propria infallibilità perchè se accade - e accade sempre - scontrarsi con la realtà può lasciare un po' di amaro in bocca e qualche perplessità.
Ultimamente mi sono resa conto dell'involuzione morale che ha avuto la mia coscienza (e anche conoscenza, lo ammetto) ma ho delle attenuanti, se così si possono considerare. Da fanciulla ero una paladina della verità, non mentivo nemmeno sotto tortura e mi piace pensare che sia ancora così ma, dopo aver detto l'ennesima grossa balla al telefono per motivi di lavoro, mi rendo conto che la mia virtù è seriamente in pericolo. Per non parlare della mia socialità: un tempo adoravo passare le ore al telefono. Ricordo le incursioni nelle cabine telefoniche, le ore in piedi attaccata a quella cornetta sempre troppo sporca e scassata. Ora, complice il lavoro e i diecimila cellulari che mi porto dietro, il trillo del telefono mi causa un fastidioso sfogo allergico. Abbiate pazienza se vi rispondo un po' più becera del solito.
Vogliamo parlare della cultura? sono sempre stata una ragazza prodigio: mangiavo libri e li assorbivo con la stessa facilità con cui ora il gelato si deposita sui miei fianchi. Avevo una cultura vastissima, sapevo e potevo parlare di tutto, mi dedicavo all'arte in tutte le sue forme, ero proprio brava, lo dico senza falsa modestia visto che a suo tempo fu proprio l'eccessiva umiltà a non farmi godere dei miei meriti. Ora di tanta cultura resta qualche sprazzo e un po' di confusione ma, capitemi, passo il mio tempo a parlar di cazzuole, fogne e discariche. Come credete che la prenderebbe il mio pittore se gli dicessi: "questa scala di azzurro mi ricorda il periodo Blu di Picasso in cui esprimeva la sua mutevolezza melanconica" ? Ve lo dico io: la prenderebbe molto male: "A 'ngegnè, ma vedi d'annattene a..."
Diverso, ma in senso positivo, è il mio atteggiamento verso l'Altro. Da fanciulla grulla qual ero, vittima di una timidezza imbarazzante e invalidante, pensare agli altri e pensare agli alieni era più o meno la stessa cosa. Tutti mi sembravano così complessi e ignoti. Da lì iniziò la mia passione per psiche e dintorni.
Col tempo l'Altro non mi fa più paura anzi...ho affinato un sistema intuitivo che mi permette di percepire a pelle le persone e, per mia s/fortuna, riesco a prevedere ed evitare cantonate colossali. Se prima di fronte una delusione o un problema mi sentivo fintita e desideravo liquefarmi per scorrere via il più velocemente possibile, ora laddove non riesco ad evitare un evento spiacevole lo affronto a testa alta e, se proprio non va, mi ravvio i capelli e cambio strada al grido di " ma sì, sticazzi!!!"
Noblesse oblige ;-)


lunedì 21 giugno 2010

La legge del contraBasso

Poste italiane. Arrivo e trovo all'esterno della vetrata d'ingresso un cartello: "causa manutenzione informatica, l'ufficio resterà chiuso per 40 minuti".
Ok...ma subdolo, un sospetto s'insinua tra i miei neuroni: 40 minuti a partire da quando???
Mi guardo attorno e scorgo nel piazzale antistante un vecchietto che gironzola senza meta. Ha proprio l'aria di chi ha voluto sfidare il modo della pubblica amministrazione aspettando. Mi avvicino e gli chiedo se e da quando aspetta. Mi risponde che è da lì da mezz'ora.
In TEORIA mancherebbero solo dieci minuti. Se po' fa.
Ritorno alla vetrata e comincio ad aspettare. I minuti passano lenti. Ad un tratto vedo passare un addetto allo sportello. Comincio a bussare alla vetrata e colgo la sua attenzione. Si avvicina e mi chiede cosa voglio.
Voglio solo sapere quanto manca!
Lui mi guarda schifato e mi dice che c'è scritto sul cartello: 40 minuti! Ed io intrepida e ancora fiduciosa: 40 minuti da quando?
E lui, perfido e con la migliore faccia di bronzo (o da stronzo) mi risponde serafico: da ora!!!

Altro ufficio postale (mica pensavate che sarei rimasta lì!). L'addetto allo sportello sta chiamando diversi numeri. Non presentandosi nessuno, aspetta un po' e poi passa al numero successivo. Niente da eccepire. Se non che...
Entra trafelato un vecchietto: "Aho, ce stavo io!!! che te chiami i numeri così veloci, ma che non l'hai visto che stavo ar telefono??"
Addetto: "Scusi ma io come faccio a sapere che numero ha lei?"
Vecchietto: "Lo so che non ce lo sai però potevi evità de core co li numeri! stavo ar elefono!"
Addetto: "io ho chiamato, ho aspettato e, visto che non si muoveva nessuno, sono passato al numero successivo""
Vecchietto: "Sì, ma io stavo ar telefono, il tempo de salutà e riattaccà e te già avevi chiamato l'altri! Stavi a core troppo! e poi che te ridi???"
Infatti, nel frattempo io e l'addetto alle poste ci guardavamo in faccia e ridevamo. 
Come si dice: chi di spada ferisce, di spada perisce!

venerdì 18 giugno 2010

freeday is better than friday

Iniziare la giornata canticchiando una storpiatura degli U2 "...friday, bloody friday..." non è che la premessa di una tempestosa giornata lavorativa con RollingStone. Lei ed io soltanto.
Io ci provo ad essere paziente anche se, confesso, mi sono immaginata spesso maestrina d'altri tempi pronta a bacchettarla sulle mani...
"Rolling, hai sbagliato di nuovo, mano sul banco, presto!"
"noooo, signora maestra, nooooo, non lo faccio più!"
"Ho detto mani sul banco, non farmelo ripetere!"
"...si..."
Tac! una bella bacchettata!!!!
Eh, ma come cantava Cenerentola, i sogni son desideri chiusi a tripla mandata in fondo al cuor...
Tronfia del mio lato sadico nascente, con tutti i miei migliori propositi e spropositi, mi accingevo ad espletare il lavoro addietrato di Rolling. Tra questo un banale pagamento da effettuare presso una qualsiasi ricevitoria. Oggi è l'ultimo giorno del pagamento, la tempestività prima di tutto! Già ieri sera Rolling mi aveva dato sconsolata il modulo dicendo di non essere riuscita a pagarlo. Onde evitare di soffocarla col modulo stesso, avevo fatto qualche giro per trovare una ricevitoria che mi permettesse il pagamento ma, vista l'ora, erano o già chiuse, o in procinto di chiudere o senza linea. Quando si dice la sfiga...
Stamane torno in ufficio con il modulo in scadenza nella mia borsa. Ho un dubbio: possibile che un pagamento possa essere effettuato solo presso una ricevitoria? Mi collego al sito dell'ente e c'è scritto a caratteri cubitali che il pagamento può essere fatto in una ricevitoria o ON LINE, con carta prepagata, SENZA USCIRE DALL'UFFICIO, col culo comodamente seduto, senza patemi d'animo o perdite di tempo inutili, tempo dell'operazione dueminutidue.
Chiamo RollingStone, sono le 9.00 e sono già inacidita come uno yoghurt scaduto:
"Roll, quando hai compilato il modulo da pagare on line, non hai visto che potevi pagarlo direttamente? devi fare più attenzione!"
"Ehhhh, ma io l'ho visto!!!"
"Cosa???"
"Sì, c'è scritto pure in grande che si può pagare con carta di credito!"
"Ma santapolenta percheccavolo non l'hai fatto subito senza far perdere tempo ad entrambe a cercare una ricevitoria abilitata???"
"Ehhhh, ma io mica sono autorizzata a fare pagamenti con la carta!"
"Eri autorizzata a dirmelo!"
"Ehhhh, ma io mica lo sapevo!"
"Cosa???"
"...che ero autorizzata a dirtelo!"

.....
....
Om! Om!

giovedì 17 giugno 2010

Au clair de la lune

A volte mi soffermo a pensare cosa ci sia di sbagliato in me. Negli anni ho capito che il mio problema maggiore nel relazionarmi con gli altri è un'eccessiva accondiscendeza che poi si rompe all'improvviso, come un quadro appeso alla parete per anni che, all'improvviso, cade. Inquietante vero?
In realtà quel che mi rende maggiormente perplessa è il rapporto che ho con me stessa. Io vivo in un condominio. O meglio: io sono un condominio, siamo in tante qua dentro. Ed è difficile andare d'accordo con ogni me stessa. C'è la me cinica, truce, quella che affronta i problemi con incoscenza. Di solito vien fuori quando le altre me stesse falliscono. Si impone con prepotenza e risolve tutto a modo suo. Un modo abbastanza caciarone per dirla tutta. Il suo motto è "non ti preoccupare, se un problema ha soluzione la troverai. Se non c'è l'ha, preoccuparsi non ti aiuterà a trovarla". E' la stessa me stessa che tiene banco con gli amici. Che ride e fa ridere. Difficilmente sorride.
C'è la me razionale, un incubo: amante dei numeri e della logica. Purtroppo non solo sul lavoro. E' la parte di me che più non sopporto. E' capace di soffrire per mere questioni di principio. E in un era in cui principio, lealtà e verità sono optional non c'è di che ben vivere. E' una che, ve lo confesso, passa il tempo a rimuginare "le parole sono importanti..."
Tra queste si alterna la me creativa, quella che passa il tempo libero dipingendo, incidendo il rame, disegnando...Una me che prende polvere in un angolo sperduto perchè sopraffatta da una vita che non è proprio quella che si aspettava ma tant'è! Resta solo una grande passione per i libri, letti e scritti. E resta solo il grande rimpianto per non avere il tempo necessario a fare di più.
Tra le varie sfumature di me che vanno su e giù per questo strano condominio, ce n'è una piccola piccola. La me fragile. Pur essendo esigua fa danni di proporzioni nucleari. Mi accorgo che sta venendo a galla quando sento un bruciore proprio al centro del cuore. E' lei la parte di me che non capisco e che non riesco a digerire. Mi rende insicura quando non dovrei esserlo, mi lascia alla mercè di chi si nutre dei sentimenti altrui. La combatto da anni in un modo che, razionalmente, so inutile e sbagliato. Ci sono vari modi per anestetizzarsi dalla vita. C'è chi si droga, chi si lascia morire di fame, chi mangia fino a sentirsi morire, chi beve fino a svenire e chi fuma fino a consumarsi. Modi sciocchi eppure così irrazionali. Difficile uscire da una dipendenza, non credete? La difficoltà sta proprio nel fatto che non c'è nulla di razionale, nulla che possa essere davvero sradicato. Se hai la febbre sai che la tachipirina te la fa abbassare, ma se hai fame di vita come ti curi? a chi ti rivolgi?
Si crea un loop distruttivo: dolore, dipendenza, vergogna, dolore, dipendenza, vergogna in un ciclo continuo che richiude sempre e solo su se stesso. Ed è difficile parlarne. Soprattutto è difficile farsi capire.
E proprio nei momenti d'incompresione nera, quando anche per me è difficile strarmi accanto, mi butto sulla mia "droga" perchè, in fondo, un mal di pancia fisico da l'illusione di coprire ogni dolore psichico.

mercoledì 16 giugno 2010

Considerazioni sotto effetto del Voltaren

E' lecito fare 700km in auto per ritirare un foglio di carta? Sì, lo è.
Partenza all'alba per un viaggio che mi ha fatto tagliare trasversalmente gli appennini. Un viaggio interminabile ma di una bellezza unica. Correre veloci su di un'autostrada retta da piloni altissimi ha svegliato in me qualche brivido di vertigine. L'azione dell'uomo sulla natura ha qualcosa di terrificante e straordinario nel contempo: è riuscito ad addomesticare le montagne, far loro un buco in pancia e passarci attraverso. D'altra parte l'opera dell'uomo appare un'inezia di fronte la straordinarietà e l'immensità del vuoto tra le pendici.
Se riuscissimo a ricordare un po' più spesso che su questo pianeta oltre ad essere attori siamo anche agenti...

Comunque, visto il mio stato di intontimento e il forte mal di schiena, ho potuto dedurre due cose:
1) guidare 8 ore in un giorno afoso senza fermarsi nemmeno a far pipì non mi fa bene;
2) guidare 8 ore in un giorno afoso senza fermarsi nemmeno a far pipìa ascoltando a ripetezione lo stesso cd di Ligabue cantando a squarciagola non mi fa decisamente bene.

lunedì 14 giugno 2010

bonjour finesse

Appuntamento alle 9. Alle 8 chiama:
"Io sono arrivato, tu dove sei???"
.....sgrunt!
Salgo in macchina e volo. Ho ricordi vaghi e confusi, so solo che in un attimo sono arrivata in cantiere: sudata, spettinata, col fiatone. Come sempre, insomma. 
All'accesso c'era una fila interminabile di gente. In un edificio adiacente quello in ristrutturazione c'era un convegno o qualche cosa di simile. C'era una fila interminabile per fare il pass. MA IO NON POTEVO ASPETTARE!!! Allora ho adottato la tecnica che usano di solito nei telefilm americani: pargheggio con sgommata, scendo precipitosamente e corro fuoriosa come un'erinni verso la portineria facendo finta di non vedere le persone in fila, busso al vetro dell'agente e grido: "Devo entrare, è un'emergenza!".
Il sistema funziona! Collaudato! Soprattutto se lasciate qualche bottone della camicia sbottonato e la fila è composta solo da uomini. 

Altro cantiere. Ispezione di routine.
"Il bagno non va bene! La tavoletta non resta alzata e sono costretto a far pipì con la tavoletta abbassata! venga, venga a vedere!"
"Ehm, mi fido..."

Altro cantiere. Fogna ostruita. Sotto il sole cocente, un gruppo di stronzi galleggiava sul pelo dell'acqua.
"Sa...come dire...ogni tanto si sente un'odore sgradevole, non proprio di fogna, come definirlo?...Sa, una cosa proprio incedente, ma non di fogna, mi capisce? un odore, ehm... "
"Di merda?"
"Esatto"

A volte so essere proprio una principessa.
Di Shrek.

venerdì 11 giugno 2010

Comincio a scavare dentro di me.



Dopo un po' impari la sottile differenza tra
tenere una mano e incatenare un'anima.

... impari che l'amore non è appoggiarsi a
qualcuno e vivere di lui
così come la compagnia non è sicurezza.

Dopo un po' impari che i baci non sono
contratti
e i doni non sono promesse questo perché qualcuno te lo
ha spiegato.

... impari che è meglio "vivere" un momento o un istante della tua vita pur sapendo che non ritornerà più... impari che un istante vissuto vale mille non vissuti...e che non ti interessa se poi rimarrà solo un ricordo...

...impari che chi cerca di farti arrabbiare o di farti stare male in realtà ti aiuta a rafforzare la tua decisione e a portarla avanti.. anche se è dura e a volte pensi che vinca lui...

Incominci ad accettare le tue sconfitte
a testa alta e con gli occhi aperti
con la grazia e con le lacrime di un adulto,
non con il dolore di un bimbo.

Dopo un po' impari a costruire tutte le strade oggi e che i tuoi sogni sono le uniche cose che ti sono rimaste e non puoi aspettare ancora...
perché il terreno di domani è troppo incerto
per fare piani e non puoi permetterti di aspettare ancora ...



Veronica A. Shoffstall 1971

mercoledì 9 giugno 2010

Buchi neri - l'antimateria cerebrale

Gira in rete da qualche giorno un esempio lampante del classico clichè della donna bella, popputa, bionda e ignorante come una capra (senza offesa per le capre):

Dal programma "La pupa e il secchione (presunto n.d.r.)"
-Cipirani: "Chi lo può sapere. Cioè non lo sappiamo ancora la forma... Ma voi vi fidate di chi è andato lì a guardare?"
-Papi: " Ma quelli l'hanno vista, hanno fatto le fotografie! 
-Cipriani: "C'è photoshop!


Surreale vero? Ma dai,  chi ci crede che una persona sia rimasta così indietro rispetto allo sviluppo della civiltà, della cultura e di quant'altro definisce la vita quotidiana?
Io. Io ci credo.
Perchè? Perchè viviamo in un'era di regressione culturale, ormai è evidente come una foglia d'insalata tra i denti. E fa lo stesso effetto: schifo. 
Ogni giorno siamo assediati dai bimbominkia (dell'età indefinita tra i 10 e i 100 anni) che deturpano il nostro linguaggio utilizzando vocaboli astrusi inventanti lì per lì. Ah, visto che ci sono ci tengo a precisare una cosa:
-----> Una donna gravida si dice incinta non in  cinta! Non è mica un accessorio di pelletteria!
E poi basta co' ste kappa! Le infilate ovunque, qualcuno le puccia pure nel caffè! Non se ne può più!
Per non parlare delle abbreviazioni! Io vengo dall'era in cui scrivere TVB era considerato una riduzione del sentimento provato. 
Ora è tragedia! TVDCMHRICMASTEPF!!!! 'azzo vuol dire???
Per non parlare delle abbreviazioni gracchianti "Cià, t voj d k dmn t kmo" 
Sì, ok.

E i mass media che fanno per rimediare alla regressione neuroculturale?
No, non voglio criticare i reality. Giammai! Si criticano già da soli. Parliamo di altro:

TG di qualche giorno fa: servizio sulla Treccani on line.
Immagini dell'utilizzo del servizio:
Primo piano di Bin Laden.
Si vedono le mani di un tale che imposta la ricerca on line.
Risultato: Immagini di un aereo e della sua componentistica...
...
Signori, in cuor mio ho sperato fosse un modo per esautorare la paura del terrorismo ma, in confidenza, vi confesso che se fossi stato un uomo una grattatina apotropaica me la sarei data...

Gioco a premi:
Domanda: :"l'espressione adare a Canossa cosa indica?"
Risposte disponibili: pentimento, sfida e soncazzoioquale altro termine.
Concorrenti: "Pentimento!"
Conduttore: "Bravi! Perchè Canossa è una località!!"
...
e quindi? che vuol dire che è una località?? non mi sembra una risposta tanto illuminante!!!
Un po' di storia no, eh?



Pubblicità in radio relativa ad un sito d'incontri. La pubblicità termina con lo slogan:
"Si dice mitic, si scrive meetic!"
...
signoriddio salvaci!


martedì 8 giugno 2010

Giocare a tennis senza racchette

Immaginate una mattina come tante: la scrivania invasa da carte di ogni tipo, il telefono che squilla in continuazione, il caffè che si fredda e quel lavoro urgente urgente da finire ma che non avete ancora iniziato causa telefono rompiballe e relative seccature.
Si avvicina mezzogiorno, ora in cui molti si concedono una pausa pranzo mentre la sottoscritta finalmente può applicarsi sul progetto urgente urgente conscia che, per almeno un'ora, grazie al richiamodi cibo e bevande, nessun telefono inizierà a squillare.

TRIIIN TRIIN

....perlappunto.
Non è il telefono, bensì il citofono. E con esso la nostra Mastrolinda, già annunciata qualche post fa
Arriva e lamenta mal di pancia. Me la mostra. Mi mostra la lingua e mi chiede se è abbastanza bianca.
"Cerea direi" chiedendomi quand'è che mi sono laureata in medicina...
"Eh?"
"...Sì, è bianca..."
"Ah! E' il malox, vedi? è tutto il giorno che ne prendo! Sai, ho tanta aria...ma non qui (dice indicandosi il sedere)..."
"Sì, ehm, hai reso l'idea...."
"Non hai digerito?" ma perchè non mi faccio i fatti miei?
"No, stamattina ho preso un grosso spavento"
"Per cosa?" E daje, impara a farti i fatti tuoi!
"Ho visto uno con un coso gigante tutto penzoloni!"
"Eh??????" no, no, ho un'allucinazione uditiva, non può essere che vengono tutti a me...
"Stamattina sono andata in palestra e c'era l'istruttore con un pantaloncino aderente, aveva un pacco gigantesco, almeno 3 kg!!! Camminava portando in giro sta cosa enorme, era spaventoso! E più non lo volevo guardare e più il mio sguardo cadeva lì!"
"..."
"Era spaventoso! Mai vista una cosa simile! Gli ballonzolava tutto! Io non ci voglio tornare più in palestra! Ma come fa uno con due cose del genere a camminare??? Quando si sedeva doveva appoggiarle sulla sedia!"
"..."



venerdì 4 giugno 2010

Escatologia dell'annichilimento

E' venerdì. Il giorno più brutto della settimana perchè è l'ultimo lavorativo per molti...vedi attorno a te una frotta di molti che si affanna per superare indenni la giornata e fuggire il prima possibile dalla prigione lavorativa. Ogni giorno è una lotta ma il venerdì è proprio guerra.
Avete notato che il venerdì  guidare è pericolosissimo? Traffico bloccato da "adesso esco subito così evito la coda", pensiero che fanno tutti e quindi c'è la fila dalle 6 del mattino fino a notte fonda.
C'è chi guida con la testa già al weekend. Ho visto un tale stamane che sbandava abbondantemente. Pensavo fosse ubriaco invece stava inviando sms col cellulare, me ne sono accorta quando, evitato un frontale per caso, all'improvviso il cellulare gli è volato dalle mani.
Ma non volevo parlarvi di questo.
Stavo uscendo dall'ufficio per fare delle commissioni. Avevo fretta, tanta fretta. L'idea di mettermi in macchina in un venerdì romano per andare a San Giovanni mi sconvolgeva le reni. Saluto Rolling Stone, apro la porta e metto un piede fuori. Prima che possa far uscire anche l'altro sento la sua voce che mi blocca:
"Dange aspetta! è finita la carta igienica"
"Eh? " evidentemente non ho capito, ho la testa da un'altra parte...
"E'finita la carta igienica!"
"..." no, cazzo, avevo capito proprio bene. No, non me lo sta chiedendo...
"Come faccio? è finita!"
Bocca mia taci, non mostrare il tuo animo da camionista fermo sulla statale con 40°C all'ombra
...faccio un respiro profondo e le dico: "C'è un mobile in bagno. La donna delle pulizie è stata qui ieri, dovrebbe esserci tutto..."
"Aspetta che controllo!"
Certo, aspetto, tanto non ho niente da fare se non risolvere i tuoi problemi igienici.
"Ah, l'ho vista! Allora bisognerà rimetterla sul portarotolo!"
"eh già..."
"Ma devo farlo io?"
"Direi..." No, ora vengo e lo faccio io. Magari ti do anche una pulitina se ti occorre.
"Ah, ok, vabbè ciao." risponde in modo deluso.

Ora io ho una certezza. Non può essere che lei è davvero così, non ci posso credere. Lei è pagata dal capo per farmi andare fuori di brocca. E' l'unica spiegazione plausibile. Rolling Stone è una forma di mobbing.

martedì 1 giugno 2010

Liberazione

Arrivare a casa dopo una snervante giornata di lavoro, farsi una doccia e girare in mutande per casa non ha prezzo.
Per tutto il resto ce vonno li sordi.
Ho reso l'idea?

Dente per_dente



Sono stata dal dentista, sì proprio lui. 



Mi ha accolto nella stanza in cui è uso infiggere dolore alle sue vittim...ehm, pazienti. 
In sottofondo un suono straziante di violini. Un cosa così fastidiosa da portarti ad implorarlo  di operarti senza anestesia. Mi accomodo sulla sedia e mi guardo attorno: sulle pareti riproduzioni delle opere più ambigue di Antonio Bueno. Una di queste è l'immagine qui a fianco. Promette bene, vero?
"Apra la bocca"
La apro. Per poterla richiudere solo un'ora dopo.
Si dice che in punto di morte si riveda la propria vita. Io in quell'ora non l'ho vista solo una volta, ho fatto in tempo a darci anche una ripassata!
Dopo la prima mezz'ora i muscoli delle mandibole erano così indolenziti che avevo paura di mordergli un dito a causa di una contrazione improvvisa. Tre quarti d'ora non avevo più paura. Ero proprio speranzosa di riuscire a dargli un morso!
Alla fine dell'amba aradan avevo un dente così pieno di ceramica che mancava solo la scritta Pozzi-ginori,  portafoglio più sgonfio e lui tronfio del buon lavoro fatto.
Sono tornata a casa con due labbra così gonfie che sembravo l'incrocio da Moira Orfei e Nina Moric. Incluso nel prezzo anche l'operazione di refill delle labbra! Che culo, ve'?