giovedì 29 luglio 2010

Avviso alle utOnte

Avevo sentito questa notizia in radio ma pensavo fosse uno scherzo. Quando l'ho letta anche su internet mi sono spaventata all'idea che potesse essere vero. 'azzo avete nel cervello? 
Facciamo un piccolo corso di diseducazione sessuale: dicasi cavo vaginale la fessura verticale che avete a circa un metro da terra. Se non la trovate c'è qualcosa che non va, andate da un medico, uno bravo.
Dicasi, invece, cavo orale la fessura orizzontale a cui spesso date fiato senza motivi importanti.
Ora un piccolo corso di diseducazione civica: quando comprate un para/farmaco leggete l'etichetta. Se controllate bene dentro la confezione c'è anche un foglietto con tante cosine scritte: dicasi bugiardino. Ma non fatevi ingannare da nome: quello che c'è scritto è vero! Quindi se leggete che il prodotto serve per sciacquettare la patata non pensate che vi stiano prendendo in giro: è vero!
Se poi non sapete leggere o non ne avete voglia, beh...differenziatevi nel primo cassonetto a disposizione.

mercoledì 28 luglio 2010

Nel momento del bisogno

Oggi è una non-giornata, una di quelle in cui non ti svegli e  ti accadono alcune non-cose che ti fanno sentire non-convinta di quello che non ti accade.
Fin dalle prime ore del mattino ho capito che oggi il mio neurone sarebbe stato in sciopero fino a data da destinarsi. Me ne sono accorta quando ho urtato per la seconda volta lo stipite in bagno. Col mignolino ovviamente. Sarà pure piccolo ma sprigiona un male portentoso e, se lo picchi due volte, ti canta anche lo jodel.

In bagno ho fatto la mia ultima pipì. Ultima in senso lato, sia chiaro. Ieri ero andata a fare un controllo per un doloretto sordo ai reni che mi tiene compagnia da un po'. Non chiedetemi cosa significhi "un po' " perchè vorrei evitare di bissare lo squardo allibido del medico. Prendetela per buona: "un po' " nel senso di più di un giorno, meno di una vita. Avevo messo le mutande antistupro e mi ero lavata bene dietro le orecchie come mamma insegna. Credo di aver assunto la stessa tonalità delle mie mutande quando il medico mi ha chiesto una raccolta di urine di 24 ore.

"ventiquattro ore in che senso?"
"nel senso di un giorno intero."
"...da ora a domani a quest'ora?"
"certo, ogni volta che fa pipì la metterà in un contenitore che ovviamente porterà sempre con se"
"...sempre sempre?"
"beh, di sicuro le occorrerà ogni qualvolta dovrà far pipì"
Io. In cantiere e in ufficio. Con una tanica piena della mia pipì. Tutto il giorno. Siamo su scherzi a parte, vero?
Al di là della schifitudine in se del gesto, perchè mai mentre le mie colleghe girano con le borse di Prada io devo girare con un contenitore di piscio?
Questa domanda è andata ad inserirsi tra il milione di domande senzà risposta che la mia mente produce e cataloga negli scomparti vuoti della mia mente. Sappiatelo, io sono sono complicata, sono questo miriade di domande irrisolte che mi gravitano nella mente e che ogni tanto disturbano il normale processo di comunicazione.
La giornata è proceduta lenta come tutte le agonie. Ho scoperto di avere la vescica timida: dato che doveva palesare il suo sforzo in un contenitore così poco grazioso, ha ritenuto quanto più poteva, concedendomi dolori e fitte quanto mai deliziose. E' stato particolare, prima di uscire dall'ufficio, il ricordarsi di prendere oltre gli incartamenti e la borsa anche la tanica di urina, un cameo in questa vita alquanto monotona!

Stamane quando ho consegnato il contenitore mi sono pure un po' pentita. A guardarla così bella, dal colore aureo, limpida come whisky, la bastardadentro che c'è in me ha pensato: "E se invitassi qualcuno a bere un drink?"

P.S. Lo so, sono una bambina cattiva ma non vi preoccupate perchè, da quando ho raggiunto la maturità e la perseguibilità in termini di legge, ho smesso di far corrispondere necessariamente ad ogni mio pensiero un'azione.

Foto di Silvia Cafarelli : https://flic.kr/p/4Vw3yH

venerdì 23 luglio 2010

Au revoir


Me la stavo facendo sotto, cazzo, ma non mi sarei fermata un minuto di più per andare in bagno. Si sa come vanno 'ste cose. Vai in bagno a far pipì e appena esci trovi il capo o la collega rompicocomeri che ti dice in falsetto: "Ohhh, sei ancora qui, meno male, c'è una cosa urgentissima da fare....per cortesia!!!"
E basta. Una cortesia per ciascuno e mi trovo, ancora una volta, di venerdì sera a tu per tu con il pc, a nascondermi dietro la scrivania in attesa di sgattaiolare fuori dalla prigione senza passare dal via. 
Ora sono a casa, doccia gelata e qualche brivido sulla pelle. La valigia è sul letto. Ci butterò dentro il libro del momento, il minimo indispensabile da vestire, una spazzola e qualche regalino.
Domani all'alba si parte. Arriverò e parcheggerò sul retro di modo che non si accorgano subito di me. So già che  i miei cagnoloni mi annuseranno subito. Partiranno si corsa e si lanceranno al volo per riempirmi di baci. Li strapazzerò un poco e mi farò condurre dagli affetti umani. Un giro tra piante e fuori, la brezza marina tra i capelli e il sole sulle labbra. Ventiquattro ore in paradiso. Sono pronta.

martedì 20 luglio 2010

Disinfomatica

Un tecnico informatico temerario è venuto a fare assistenza ai pc dell'ufficio. Pc che, un po' per vecchiaia, un po' per incuria e soprattutto un po' tanto per l'imperizia di chi li usa, sono in grado di farti anche un caffè ma difficilmente riescono a fare il lavoro per cui sono stati programmati.
Il poverino mette le mani nell'intricata rete del server farcito all'inverosimile di errori. Al di là dei problemi reali mi sono divertita ad ascoltare le difficoltà che la mia collega ha manifestato:

Problema 1: "La posta non viene scaricata dal server. Arriva solo a Dange! Ma perchè non mi funziona!"
La soluzione: "E' un'impostazione del server, provi a cliccare su "Invia e Ricevi"..."

Problema 2: "La stampante è nuova ma non funziona! Mi hanno bidonato! E' un catorcio!"
La soluzione: "Provi ad eliminare il foglio rimasto incastrato..."

Guardo pietosa il tecnico. Certi lavori si fanno solo per vocazione, non c'è verso.

Imprecisioni

Quando la mattina inizia con una botta di culo, capisci che per la "legge del contrabbasso", tutto il resto della giornata filerà così storto da sembrare un ricciolo di Gullit.
Andate pigramente alla posta con l'ennesimo plico da spedire. Questa volta l'ha preparato Rolling Stone. E si vede. La cerlacca è impiastricciata un po' ovunque, il nastro adesivo è messo proprio dove non dovrebbe essere e le etichette sono incollate così male da sembrare tenute insieme da uno sputo. Quando me l'ha consegnato, fiera del suo lavoro durato ben 4 ore, non ho battuto ciglio. Come Paganini, odio ripetermi soprattutto quando capisco che è totalmente inutile.
Ma torniamo a noi: dicevo quindi che ero giunta in posta e avevo un trilione di persone prima di a me. Dea fortuna volle che un tale mi regalasse il suo numero, proprio quello che stavano per chiamare. Non è la prima volta che mi accade una cosa del genere e so che fortune di questo tipo si pagano amaramente. Saranno le maledizioni e gli improperi che mi mandano le persone che restano in fila mentre io, appena entrata, sono già allo sportello, pago e me ne vado...chissà!
Uscita dalla posta entro in auto e cerco l'indirizzo per l'appuntamento. Trattavasi di sopralluogo organizzato dalla fidatissima Rolling. Mi aveva detto: "non ti preoccupare, penso a tutto io!" il che ha già un qualcosa di agghiacciante, ma ho pensato: perchè non fidarsi? diamine, si tratta solo di fissare un appuntamento!
Apro il plico che mi ha consegnato: appuntamento alle ore 10 al porto di Sciacqualacqua, via Acquosa. Imposto il navigatore sulla città di destinazione e comincio ad avviarmi. Man mano che procedo mi accorgo che, invece di attraversare un paese di mare, la strada si inerpica sempre più in altro tra fratte e arbusti. Il navigatore mi avvisa che sono giunta a destinazione e un dubbio comincia ad assilarmi: "Si è mai visto un porto perduto tra le fratte? qui invece del mare al più posso trovarci le sabbie mobili..."
Persa in via isolate, sotto il sole concente di un luglio impietoso, comincio a delirare finchè...
all'improvviso vedo un cartello: "Aereoporto di Sciacqualacqua"!
Aeroporto...lei ha scritto porto...no, non può essere...
E invece è!!!!
Pacheggio, faccio il pass e mi confermano l'appuntamento. No, non schiumo di rabbia contro Rolling, sono ancora nella fase di incredulità più spinta. Nel frattempo mi godo la supervisione: la persona che doveva mostrare l'apparato sale in auto e dice a tutti: "io vado in auto, voi seguitemi a piedi" e ci avventuriamo come una massa di pecoroni sotto il sole cocente. Mi sono sentita tanto Fantozzi: arrancavamo sudati come facoceri in calore, aspirando ampie boccate di gas di scarico. Sugli alberi le cicale frinivano a crepapelle vedendo lo spettacolo osceno.
Tornata in ufficio mi sono fatta forza:
"Rolling, tu sai la differenza tra un porto e un aeroporto, vero?"
Lei mi guarda come se la mia pelle fosse diventata all'improvviso a pois.
"Rolling, ascoltami: dov'era il sopralluogo, al porto o all'aeroporto?"
"..."
"Rolling..."
"Ho scritto porto solo per abbreviare!!!"

...'tacci tua.

giovedì 15 luglio 2010

Mettiti supino

Ho ripreso con una certa grinta i sopralluoghi che, come i miei pochi fan sanno, mi conducono per  mari e per monti. La meta di oggi era pesino del frusinate. Appuntamento alle 9.30.
Mi sveglio già sudata e stanca, chi ben incomincia è già a metà dell'opera. Salgo sulla macchina e imposto il navigatore. Strada sconosciuta. Perfetto. Io adoooro viaggiare per paeselli senza meta sotto il sole cocente d'un'estate torrida. Grazie al blackberry dell'ufficio scopro che anche per Googlemap, la mia destinazione è ingnota. Armata di santa pazienza e della consapevolezza dell'ineluttabilità del mio destino, avvio la partenza. Non saprò la strada esatta ma almeno al paese potrei provare ad arrivarci. 
Al casello dell'autostrada sempre il solito problema. O mi fermo troppo distante o le mie braccia sono troppo corte per sfilare il biglietto. Quindi come ogni santa volta mi slaccio la cintura, impreco, mi sbraccio dal finestrino, impreco, apro lo sportello, sbuffo, afferro il biglietto e imprecando ancora vado via sgommando. Non c'è verso, è sempre così.
Arrivo al paese e chiamo il Tale con cui avevo appuntamento per chiedere delle indicazioni sulla strada da raggiungere. Mi da delle indicazioni del tipo "prendi la stradense, gira di qua, gira di la" cose che io dimentico nell'esatto istante in cui finisce di dirle. Non sono nata per queste cose. E' un mio limite, non posso farci nulla, quindi mi affido a santa fortuna, l'unica cosa che ho capito è che devo raggiungere il centro storico. Dovete sapere che il centro storico di questi paesini di solito è così piccolo che sembra costruito per le micromachines. Le strade sono così strette che anche andando a cavallo sarebbero difficoltose ma le vie sono sempre a doppio senso e le curve sempre a tornante. Non c'è scampo.
E così è stato. Fortuna ha voluto inoltre che la via per il centro fosse bloccata e che quindi necessitava fare una deviazione. Apriti cielo. Dove andare?
Ho utilizzato il medoto classico: sono andata sempre avanti. Se tutte le strade portano a Roma, qualcuna per Supino dovrà pur passare no? Mi perdo in un ghirigori di straduzze. Parcheggio di fronte un vecchio portone abbandonato. Fermo una donna e le chiedo dov'è via Innominata. Le mi risponde con un sorrisone: "E'quiii!!!"
Io sono commossa. Ho trovato parcheggio e ho trovato anche la strada. E le due cose coincidono.
Le chiedo dov'è il n. 84. Lei mi guarda di sottecchi e mi dice sospettosa:
"Ma lei chi è???"
"...sono qui solo per un sopralluogo, una casa da ristrutturare..."
"Provi di là"
E mi indica uno spazio indefinito che sfocia in un crocicchio di vie. Provo a camminare lungo la via in cerca di qualcun altro. Se la via è quella, il numero civico dovrebbe essere lì, suvvia un po' di speranza.
Comincio a fare avanti e dietro per la strada. I numeri vanno dal 18 al 60. A me serve l'84. Fermo qualche passante e chiedo indicazioni, nessuno sa niente, tutti indicano un providilà sperduto nel niente.
Fermo una donna anziana. Forse lei sa.
"Scusi signora, cerco via Innomintata 84, sa dirmi dov'è?"
"bfqifrbglbnqdkvnq"
"eh?"
"bfqifrbglbnqdkvnq"
"..." comincio a sudare freddo
"bfqifrbglbnqdkvnq"
"....ho capito...grazie tante..."
Più distante scorgo una coppia di vecchietti. Li sento parlare tra loro e capisco quello che si dicono. E' già un punto a mio vantaggio. Chiedo se conoscono via Inn....
"Sì sì, sappiamo che stai cercando via Innominata 84, un edificio da ristutturare"
Si affaccia una da un balcone: "Sta di là, il numero corretto è 54 che l'hanno cambiato"
Un'altra da una finestra: "E'quella marroncina accanto alla serranda!"
Insomma, per dirla tutta, alla fine, grazie alla collaborazione di mezzo paese sono riuscita ad arrivare a destinazione. E poi c'è chi si lamenta dei vicini troppo curiosi!
Arrivata mi sono trovata di fronte una cosa che forse era una stamberga, forse una caverna, forse nonsobenecosa. Da far diventare un edificio abitabile al minimo costo.
Signori, noi ristrutturiamo, non facciamo miracoli. 
Chiedo, vista la strada di accesso stretta, come si potrebbe allestire il cantiere. Il Tale mi indica una vallata in pendenza piena di fratte: come minimo ci vorrebbe una bonifica ambientale. In una vegetazione così rigogliosa e perigliosa minino ci vivono dentro ancora i disonauri. Forse anche qualche boa con piume di struzzeo. E per boa intendo il rettile e per piume di struzzo l'avanzo del pasto del rettile stesso.
Arrivederci, le faremo sapere.

martedì 13 luglio 2010

Pensieri in fila per 6 col resto di 2

Se avessi l'abitudine malsana di scrivere il mio blog in quel tempo indefinito che passa tra la calata della palpebra e la caduta nel sonno profondo produrrei una quantità indefinita di post. Quello è il momento in cui il mio cervello, al pari di uno stomaco bovino, rumina gli eventi già parzialmente digeriti durante il giorno. Sì, lo so, ho una certa classe nell'elaborare le similitudini.
Per vostra fortuna vi scrivo nei ritagli di tempo quando la mente è impegnata altrove, il telefono squilla in continuazione, la collega mi fa crescere e infine rompe gli attributi che madre natura non mi ha donato.
Nel mentre che scrivevo queste prime quattro righe ho fatto/subito 6 telefonate. Una delle quali è della Volpe. La Volpe chiama quasi ogni giorno per parlare con Rolling Stone. Da circa due mesi, ben 60 giorni naturali e consecutivi, le ripeto che Rolling Stone c'è solo nel pomeriggio. Santapupazza, accendilo quel neurone rosa fashion! E' inutile che mi chiami la mattina chiedendo di lei! E chemelochiediafa' se richiamando tra un'ora la puoi trovare! No, non c'è! Pianeta Terra chiama Volpe: rispondete!!!
Ok. Mi sono sfogata.
Ritorniamo a noi. La scorsa settimana è stata piena di eventi imprevisti, alcuni piacevoli, altri meno. Questa è la Vita, con una mano da e con l'altra toglie. A qualcuno la da soltanto ma non è momento per fare polemiche sul suo essere sgualdrina. Tra gli eventi del weekend c'è stato un riconoscimento da parte del mio capo in merito al mio lavoro. E chi se lo sarebbe mai aspettato! E' proprio vero che il caldo da alla testa!
Tronfia del mio successo l'ho detto alle persone più importanti della mia vita. Quando ti accorgi che riesci a contarle tutte sulle dita di una mano ti rendi conto che il processo di scrematura che hai avviato da qualche anno sta avendo successo. Qualcuno ha preso come un atto di presunzione il mio volermi allontanare da nomi,cose e città che non mi davano più nulla. Io lo vedo come un piccolo gesto d'amore verso me stessa. Ho passato anni tra mille persone e col telefono sempre fremente...e sì che nei momenti bui non ho trovato mani che non fossero le mie e quelle che desidero ancora tenere accanto a me. Ho deciso quindi di accogliere nel mio cuore solo persone dotate di proprietà commutativa: sia nella gioia che nel dolore la loro presenza non cambia. Questo non toglie che sono sempre pronta al benvenuto e al bentornato, sono solo più sicura di quello che mi fa bene all'anima e alle spalle, che passare la vita a doversele guardare non è propriamente positivo. 
Stamattina ricordavo un episodio. Era iniziata l'estate del 2005, avevo finito tutti gli esami e si apriva l'incubo della tesi. Questa persona qui sacrificò il suo unico giorno di riposo per farmi evadere dall'afa di Roma e dal quel periodo brutto brutto fatto di inizi, fini e tanta stanchezza. Salimmo sulla sua prode vettura, senz'aria condizionata, e scappammo per qualche ora ad Anguillara. Lo so che nei film di solito si va in qualche posto esotico con un jet privato ma a quei tempi anche un lago e una carriola a motore sembravano un lusso. Faceva così caldo e il sole era così cocente che ci ustionammo un braccio a testa, io quello di destra perchè sedevo dal lato del passeggero, lui quello sinistro. Ricordo che, vergognosa delle mie gambe biancointonaco, portavo dei jeans che con quell'afa erano diventati una seconda pelle. Passeggiammo per qualche viuzza. Sportivi nell'anima, avremmo camminato sì e no una decina di minuti prima che la fiacca ci abbattesse su di una panchina. Ci guardammo negli occhi e ci sussurammo:
"Annamo a magnà?"
"...namo va!"
Entrammo in una bettola così lurida che avresti potuto confonderla con un bagno d  pubblicoservizio. Aprimmo il menu ed era così cara che il bancomat nel portafogli si nascose per vergogna. 
Ci guardammo negli occhi:
"Hai tanta fame?"
"Ehm...no, io prendo solo un primo...questo va bene (indicando quello più economico)"
"...anche io non ho tanta fame, prendo un seconto, ti piace questo (indicando quello più economico)? magari possiamo fare a metà sia il primo che il secondo..."
"Per me va bene!"
E così fu. 
Dopo il lauto pranzo ci consolammo con un gelato, più simile ad acqua zuccherata che ad una crema, guardando la gente sbracata sulla spiaggia, parlando di un passato ormai passato e di un futuro che, col senno si poi, avrebbe stentato a futurare.
Eppure di quel giorno conservo tutto: ogni profumo, ogni immagine, ogni sapore. Perchè per volersi bene basta veramente poco.

martedì 6 luglio 2010

Frozen mind

Il caldo a Roma, a Luglio avanzato, senza condizionatori in prossimità agisce in maniera inesorabile su chi ci è accanto.  Proteggi anche tu i tuoi amici. Portali su un ghiacciaio e lasciaceli.

Appena accaduto: discussione animata tra Rolling e Mastrolinda, la donna delle pulizie:
R: scusa Mastrolinda, mancano le buste per l'immondizia, potresti andare a prenderle?
M: come ti permetti di ordinarmi?!? tu non sei nessuno!?!
R: io non te l'ho ordinato!
M: si che me l'hai ordinato con quella tua vociaccia tutta gne gne gne!!! è vero che me l'ha ordinato (rivolta verso di me)?
Io: ehm, veramente no, te l'ha solo chiesto!
R: hai visto? te l'ho solo chiesto!
M: me l'ha chiesto con la voce tutta gne gne gne, è come se me lo avesse ordinato!!!
Io: ma quella è la sua voce, te l'ha solo chiesto!
R: ah!!! allora io avrei una voce gne gne???
...
O ricoverate me o ricoverate loro.

Considerazione post prandiale

In questi giorni mi sento un po' così e un po'cosà. Credo che la cosa trapeli anche dalle mie parole e dalla mia  scarsa frequenza in questo posto. Mi rendo conto che gli ultimi mesi sono stati delle montagne russe umorali. Sono passata dall'euforia per non so bene cosa all'apatia per non bene che. Come volevasi dimostrare, la chiarezza regna sovrana dentro di me. 
Qualcuno penserà che sono una sciroccata. E questo qualcuno probabilmente avrà ragione.
Ho delle grosse difficoltà a gestirmi perchè il mio umore è indomabile. Fossi triste, basterebbe pensare a qualcosa che mi possa rendere felice. Ma se mi trovassi ad essere felicemente triste o tristemente felice, come la mettiamo?
L'umore, il nostro io, la nostra anima o come volete chiamare quella cosa che vi friccica dentro, in termini geometrici, non sarebbe una superficie ordinaria. Mi spiego meglio. Al 99% le superfici che ci circondano hanno sempre due facce. Una ben distinta dall'altra. Grazie a questa proprietà, spesso nell'imbarazzo della scelta lanciamo una monetina sapendo che può offrirci solo due risposte, una per ogni faccia. Affidiamo il nostro destino ad un mix di geometria e calcolo delle probabilità. E se la moneta avesse un solo lato che si intreccia su se stesso? la situazione sarebbe molto confusa, vero?
Ipotizziamo per assurdo di affidare le nostre scelte al nastro di Moebius: scorrendo con un dito la superficie ci accorgiamo che possiamo passare da quello che possiamo considerare un "davanti" a quello che possiamo considerare un "dietro, senza attraversare il nastro o saltandone i bordi. Questo perchè esiste una sola superficie annodata su stessa. Questo è quel friccicorìo che sentiamo dentro: da qualsiasi senso lo si provi è sempre lo stesso pout pourri che si mescola su se stesso emanando fragranze, essenze e miscele varie.
E forse questo il misteso della ricerca della felicità che sembra sempre troppo lontana?
E che forse le persone ammalate di una melanconia profonda non hanno un'anima di Moebius troppo annodata su stessa e il lento percorrere quell'unica superficie li fa sentire perennemente il bilico su un otto volante precario?
E che forse il mio unico neurone è andato in spiaggia lasciando il vuoto dentro di me?

venerdì 2 luglio 2010

Coerenza, questa sconosciuta.

Caso 1)
Episodio A:
La notizia: Uomo aggredito e colpito con un oggetto contundente, riporta ferite non gravi.
La reazione: Meno male! Avrei voluto farlo io! Peccato che non l'hanno ammazzato!

Episodio B:
La notizia: Uomo aggredito e picchiato, riporta ferite gravi.
La reazione: Poverino! Che schifo di gente che c'è al mondo! Dovrebbero prenderli e rinchiuderli a vita! Queste notizie di violenza gratuita mi sconvolgono!

Caso 2)
Episodio A:
La notizia: Donna muore precipitando in un burrone mentre era in vacanza
La reazione: 'mbe? poteva pure starsene a casa. Quando vanno in vacanza si sentono tutti Indiana Jones!

Episodio B:
La notizia: Uomo muore durante un'esercitazione di paracadutismo.
La reazione: Poverino! Era tanto bravo! Che grave perdita! Oddio, mi sento male!

Caso 3)
Episodio A:
La notizia: attentato in metro in una capitale europea.
La reazione: Oddio! Quei porci maledetti, perchè non si ammazzano da soli! Oddio, come farò a riprendere la metro!

Episodio B:
La notizia: attentato al tempio di Lahore.
La reazione: ha sentito che domani iniziano i saldi??

...e come dimenticare questo brandello di conversazione non sense:
"Ho letto su internet che le mozzarelle blu di cui si parla sono quelle che vendono all'Eurospin! Bravi! mangiatevi tutte 'st zozzerie! E poi vi lamentate che state male!!"
Il giorno dopo, sempre la stessa persona:
"Andiamo a mangiarci un panino al McDonald's? Ho una voglia!!!"

Notizia caso 1 - episodio A  -  Notizia caso 1 - episodio B
Notizia caso 2 - episodio A  -  Notizia caso 2 - episodio B
Notizia caso 3 - episodio A  -  Notizia caso 3 - episodio B