domenica 25 marzo 2012

Arredando casa

Entrare in un mobilificio così scicchettoso da definirsi boutique del mobile. Impallidire di fronte al prezzo di un misero comodino. Gironzolare con finta aria distratta in cerca dell’uscita. Venire tampinati da un rappresentante. Chiedere un preventivo scegliendo a caso la camera e il soggiorno più caro. Far finta di chiedere uno sconto e sentirsi rispondere: “Devo chiedere, al più le posso togliere i 38 euro”. Alzarsi, stringere la mano, sfoggiare un sorriso e dire: “Tornerò sicuramente, i mobili sono deliziosi”. Salire in macchina e partire sgommando.

Per tutto questo non c’è prezzo,  per il resto c’è Ikea.

venerdì 16 marzo 2012

Pacco, doppiopacco e contropaccotto

...io lo dicevo da anni!!!!!!!
Che poi, diciamocelo, come si fa a credere ad un prodotto miracoloso per la ricrescita dei capelli quando il testimonial, non è un calvo miracolato, bensì un calciatore rasato che si lascia ricrescere i capelli!
E' come credere alle pillole dimagranti!
   ai cibi ipocalorici!
      alle pillole che allungano il pene!
         ai bibitoni sciogligrasso!
            alle guaine snellenti!
               ecc. ecc. ecc.

giovedì 15 marzo 2012

Misteri della mascolinità

Ma voi lo sapevate che esistono i collant da uomo?

Io non so come reagirei se in cantiere mi si presentasse un muratore con gli shorts, i collant, gli scarponi di sicurezza e una maglia attillatissima sbrilluccicosa...
e se mi chiedesse il caschetto con gli strass???
e se volesse la borsa degli attrezzi di Gucci????
...e se gli menassi una palata in testa????

Io sono della vecchia scuola: l'omo adda puzzà*!!!

* precisiamo che trattasi solo di modo di dire in quanto una certa rudezza è preferibile, ma non dimenticate di lavarvi denti, piedi e soprattutto le ascelle. Mi rivolgo soprattutto ai miscredenti del sapone che affollano la metropolitana nelle ore di punta!

mercoledì 14 marzo 2012

Opinabilità della geografia

Della vispateresa, dopo le mirabolanti avventure di rollingstone, non ho avuto modo di parlarvi molto. Più per mancanza di tempo che di materiale. C'è da dire che il suo tentativo di corruzione con continui regalini e dolcetti, non mi lascia indifferente...si sa, tutto il mondo è paese.
Vi lascio però una sua espressione di saggezza, appena detta, fresca fresca di giornata, che ancora aleggia nell'aria:
"Ma Torino è in Lombardia????"

martedì 13 marzo 2012

La nave della vergogna...o la vergogna del business sulla nave?

Sei sempre alla ricerca dell'ultima notizia?
Hai sempre sognato di visitare le location dei principali accadimenti della cronaca nera italiana ed estera?
Il tuo più grande desiderio è ritrovarti protagonista di una storia del tipo "Weekend con il morto"?
Sei pieno di mille pulsioni necrofile ma il lavoro ti impedisce di spostarti a tuo piacimento?
Niente paura, abbiamo pensato a voi!
Per chi non avesse potuto usufruire delle innumerose dirette tv e delle gite turistiche in spiaggia, dal 6 Marzo è in edicola un ricco dossier sul Naufragio Costa Concordia!
Non perdere l'occasione per provare a scoprire i misteri che avvolgono l'incidente! Scopri le analogie col Titatic e con le profezie di Maga Magoo: la tragedia era prevedibile????
Godi delle immagini inedite sul dolore di chi non ce l'ha fatta e di chi è sopravvisuto! Richiedi l'effetto 3D per poter vivere in prima persona l'evento!
Dal prossimo numero, in omaggio i pezzi per la costruzione di un modellino in scala.
Affrettatevi!

P.S. Per la rubrica "Una parola al giorno", vediamo cosa ci suggerisce il vocabolario: "speculazione: Operazione intesa a ottenere un utile sfruttando senza scrupoli le situazioni favorevoli"

N.B. io non ce l'ho con chi si è inventato questa stronzata perchè è mera operazione di marketing che ha ben poco a che fare con eventuali scrupoli. Ce l'ho con tutti quelli che la compreranno perchè, per ogni cazzata che si vende ci sono fin troppi cazzaroni che la comprano.'tacci vostra, compratevi un libro vero invece di 'sta roba!

giovedì 8 marzo 2012

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte IX - il petomane

A giudicare dal lezzo immondo improvviso e dalla corsa precipitosa verso il bagno, deduco che qualcuno ne ha mollato una proprio grossa.

E intanto questo continua il giro.

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte VIII - il perseverante

E' la terza telefonata che riceve. Sono tre volte che si fa avanti e indietro il vagone. Arriva fino alla mia altezza, si avvicina alle porte scorrevoli che si aprono, si volta e torna indietro. Almeno la smettesse di far scattare il sensore.
L'assenza forzata da caffeina mi sta rendendo nervoso. Se gli spezzo le cosce, sapete il perchè.

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte VII - il raptus

...e dell'uomo che è al telefono da ben 52 minuti camminando avanti e indietro per il vagone, ne vogliamo parlare?????
Il desiderio di mettergli lo sgambetto è forte...molto forte...

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte VI - il rientro

Donna bionda tinta sulla cinquantina, lampadata,accento milanese, al cellulare:
“ehhhh, e tu che hai mangiato? Ehhh, io una snack (si legga proprio snack) con riso e pesce…ho una diarrea terribile, ehhh, che diarrea, maledetta”
L’uomo accanto a lei, intento nel mangiare un profumatissimo panino con la mortadella, la guardò disgustato, si alzò e usci dal vagone.
Certa gente il cagotto se lo merita proprio. 

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte V - l'arrivo

Arrivata a Torino ho avuto modo di sgranchire le gambe, fin troppo direi. La prima tappa è stata il bagno. I cessi della stazione di Torino sono più economici (ben 20cent di meno) e più puliti di quelli di Termini, di contro sono più stretti e hanno una scarsissima illuminazione. Insomma, ho fatto la pipì al buio.
Sono andata all’appuntamento con in spalla un maledettissimo zaino contenente: un computer portatile, giornaletti vari, un libro, documentazione varia, una bottiglia d’acqua, più ammennicoli vari e inutili che le donne sono solite portare con sé. Non avendo sistemato bene le cinghie, mi sono trovata a portare tutto sulla spalla destra con conseguente: dolore intenso alla spalla, scomodità, capelli impigliati nelle cinghie e smadonnamenti vari. Di solito un sopralluogo per la valutazione di un’offerta si riduce a mera visione degli elaborati progettuali. Stavolta, invece, hanno voluto farci vedere davvero i luoghi d’intervento: le tettoie della stazione! Non starò qui a dire lo schiattamento da ipersalita di scale con tanto di fardello in spalla e bardature di ciccia in eccesso: ogni gradino è stato un buon proposito per dimagrire, all’ultimo ero già decisa al digiuno vita natural durante. Mi soffermerò su quella povera signora che accompagnava un uomo, il quale evidentemente non le aveva ben spiegato come sono di solito i posti in cui si effettuano i sopralluoghi. Su tacchi altissimi e scomodissimi, la sua faccia contrita mi resterà a monito ogni qual volta sarò tentata dall’indossare sul lavoro qualsiasi scarpa che non sia piatta e con la suola di gomma.
Pace ai piedi suoi.

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte IV - gli Altri - Apatia

Per chi è fan del gossip, il viaggio in treno è un toccasana. Non c'è nulla di più semplice del farsi i cavoli degli altri mentre, con la testa spiaccicata al vetro, cercate di riposare.
Dopo le innumerevoli telefonate, ho scoperto che l'avvocato toscanaccio alla mia destra sta cercando di comprare un biglietto per lui e un suo amico per qualche evento. Ha fatto una roba come circa dieci telefonate per scegliere il posto, adesso sta digitando nervosamente sul cellulare, il vagone risuona del tictictictictictictic dei tasti.
Un'altra toscanaccia più avanti ha appena ricevuto una telefonata da un fioraio che sta per consegnarle dei fiori in ufficio. Ho sentito dirle di nascondere il bigliettino ai colleghi perchè, a sua detta, sono proprio impiccioni, e, dopo essersi fatta riferire il messaggio, ora ha un sorriso da 342 denti.
Poco distante un uomo, il cui silenzio mi impedisce di inquadrarlo geograficamente, ascolta musica con le cuffiette. Ascolta Antonacci, lo distinguo nettamente visto che il volume è impostato sul limite di sordità.
Più avanti, non riesco a vederla seppure non stenti a sentirla, una donna dal forte accento emiliano racconta delle zozzerie che ha fatto la sera prima con "dai, hai capito chi!" dandosi in allusioni poco esplicite e fastidiose "eh, hai capito dai, non farmi continuare!". Avrei voglia di alzarmi e dirle: "Eh, no, adesso ti spieghi! O ci racconti tutto o taci!". 
Intanto, la donna che tenta continuamente di sbirciare sul mio monitor (me ne sono accorta! Leggi qua, ficcanaso!), scuote la testa a destra e a sinistra chiedendosi dove sia il bagno. Sarebbe per me facile interrompere questa sua litania suggerendole di cercarlo poco distante ma una profonda pigrizia mentale, un po' di sadismo e di insofferenza, mi portano a tacere indifferente. 


Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte III - l'agenzia

Dato che la carta di credito era esaurita, ho dovuto fare il biglietto del treno in agenzia. Quella tontolonacaccamoscia che mi ha fatto il biglietto, mi ha trovato il posto più scomodo che c’è. Non per altro la chiamo tontolonacaccamoscia. Quando sono entrata in agenzia era al telefono col figlio e gli stava spiegando in quale cassetto trovare le mutande. Incurante della mia presenza, ha proseguito la telefonata per un’ulteriore quarto d’ora dicendogli nell’ordine: dove trovare i calzini, quale maglia mettersi, di spruzzare del deodorante nelle scarpe da ginnastica altrimenti in palestra avrebbe steso tutti, di mangiarsi qualcosa onde evitare un calo glicemico e, soprattutto, dove trovare le chiavi della macchina. Quest’ultimo punto mi ha steso. Al di là dello scarso rapporto con la clientela, cioè io, costretta a sentire i suoi ammennicoli privati, ti pare che una deve dire al figlio pure dove trovare le mutande? Figlio che, suppongo, non debba essere proprio un infante visto che avrebbe usufruito dell’auto…vabbeh!
Fatto sta che quando inizia a farmi il biglietto, tanto per cominciare mi sbaglia il giorno. Segue poi errata intestazione della fattura e resto dei soldi. Poi per farsi perdonare, mi dice: “adesso ti trovo un posto bellissimo sul treno, qualche preferenza?”
“Possibilmente al finestrino e con il tavolinetto per poggiare il pc.”
E così mi ritrovo, sì al finestrino, ma accanto alla porta che, ad ogni scalo fa entrare tutta la Bora di Trieste e venti affini, di fronte non ho il tavolo bensì lo schienale di un altro sedile e mi avvalgo scomodamente di un aletta predisposta per poggiare il pc.
Poi dicono che uno non si deve incazzare.

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte II - il WiFi

Quando sali su un Frecciarossa e ti aspetta un lungo viaggio, la prima cosa che pensi è: “meno male che posso usufruire della connessione gratuita WiFi, passerò tutto il tempo a cazzeggiare!”.

Parlo in modo impersonale, anche se mi riferisco a me medesima in persona.
L’idea del WiFi e la possibilità di navigare nelle lunghe ore di viaggio mi aveva messo di buon umore. L’idea che la cosa fosse gratis mi entusiasmava (devo avere qualche gene genovese…). Il prendere atto che il WiFi esisteva ma non era gratis mi ha rabbuiato alquanto, come quando scoprii che la Minetti era una politica di non primo pelo (ogni riferimento è puramente casuale).

Telecronaca di un lungo viaggio in treno: parte I - i cessi

Fare l’ultima pipì prima di un lungo viaggio è doveroso. Euromunita, mi avvio ai cessi di Termini che, seppure cessi, lo sono assai meno di quelli che potreste trovare nella stazione di Pistoia. Se non mi credete liberi di provare voi stessi: binario 1, in fondo a sinistra, se riuscite ad entrare, nonostante la puzza così intensa da sembrare quasi solida (…e non aggiungo altro), fatemi sapere.
Termini ha quella parvenza di pulizia che non ti fa temere che ti cada la patata a pezzi in preda ad una candidosi  fulminante ma richiede sempre le precauzioni del caso…le donne dal piscio acrobatico mi capiranno, gli uomini su questo sono molto fortunati…
Mentre mi accingevo ad uscire una donna mi ha fermato perplessa:
“I bagni sono tutti rotti, scaricano in continuazione!”
Per un attivo avrei voluto risponderle dettagliatamente, spiegandole il perché e il percome sono stati adottati flussometri di questo tipo ma, vista l’ora, le 6.30, non mi pare ll caso di dissertare su dettagli tecnici, sanitari ed idraulici. Le rispondo mesta: “Smetteranno appena si poggerà”.
La legge di Murphy mi suggerisce che probabilmente andrà nell’unico cesso rotto, che il flussometro non si fermerà e che lei usufruirà di un bidet non gradito. Sento già le urla aleggiare nell’aria… Meglio allontanarsi…

P.S. caricare la foto di un cesso mentre passa il controllore e notare la sua espressione perplessa, mi fa temere che non si sia fatto una bella opinione di me...

giovedì 1 marzo 2012

Sfide


In ufficio, entra la mia nuova esimia collega, Lavispateresa, con gli occhioni spalancati e il viso sgomento:
“E’ morto Dalla!!!!”
“Chi?” faccio io che, rintronata, non avevo associato il nome al cantante
“Oh, mio dio!” esclama turbato Capodecapis
“Non è possibile! Poverino!” esclama il fornitore di turno che si stava sorbendo le richieste di sconto da parte di Capodecapis.
Segue un breve concistoro in merito alla bravura, all’affabilità e ai pregi del cantante. Una serie di luoghi comuni che, chevvelodicoaffà, mi urtano. Ti può piacere come cantante ma come puoi dire che era una brava persona? Ci hai mai parlato? Sei mai stato a casa sua? O vale la teoria che tutti quelli che se ne vanno sono sempre i migliori? Mah.
Fatto sta che, ancora speranzosa nell’umana comprensione, interrompo il processo di santificazione dicendo:
“Io non ho niente contro il cantante ma non riesco a capacitarmi come per Dalla ci siano ovazioni su Facebook e la rete tutta, mentre per Dulbecco solo un trafiletto in qualche testata giornalistica”.
Si girano e mi guardano:
“Dulbecco è morto?”
E poi: “Dulbecco chi?”

Eh, sarò monotona e rompi cocomeri, ma tra una canzone e la ricerca contro il cancro, non avrei dubbi a scegliere.