venerdì 24 febbraio 2012

Genio del male: l’arte dello stura cessi.

Se mai vi capitasse che, andando in bagno, lo sciacquone diventasse avaro di acqua al punto che, pigiando ripetutamente sulla vaschetta, vedreste scendere il nulla, nemmeno una lacrima di calcare, ricordate che:
  1. Mai dirlo a nessuno
  2. Risolvere il problema da sole
Il perché?
  1. Dicendolo a qualcuno trovereste sicuramente il supermegaesperto de noantri che finirà per divellere l’intero cesso; 
  2. facendo da sole, risolvereste in un istante senza dover assistere a tragicomiche situazioni. 
Io, che in teoria sono bravissima, ma in pratica finisco sempre per non farmi i cavoletti miei, di fronte ad un water in sciopero non ho avuto altro che la bella idea di dirlo al capo, il quale, più fesso di me, mi ha risposto con un inquietante: “Ci penso io”.
La prima parte è stata facile: ha rimosso con una certa imperizia la cassetta di scarico.
La seconda parte è stata micidiale. Sebbene sarebbe bastato alzare un pochino il galleggiante, lui ha ben pensato di rimuoverlo del tutto con un brusco movimento che è stato seguito da un crack allarmante e da una copiosa pioggia d’acqua. Con le mani di ricotta che lo contraddistinguono, ha continuato a ravanare nella cassetta mentre l’acqua fuoriusciva in un getto copioso. Semizuppa, ho cominciato a cercare la valvola di chiusura dell’acqua mentre nell’aria di perdevano i “porc…vaff…malimort…” del capo. Stranamente, nei due metri quadri scarsi di bagno, non riuscivo ad identificare i rubinetti di chiusura…finchè, la mia attenzione non è stata catturata dal pesante mobile che troneggiava nel cesso con l’unica funzione di sostenere qualche rotolo di carta igienica, qualche tovagliolo e diversivo.
Ma chi mai metterebbe un mobile ad ostruire le valvole di chiusura dell’acqua???
Sì, lui, proprio lui, l’infame che ancora persisteva nel ravanare nella cassetta di scarico. L’ho guardato come si guardano i cani ammaestrati al circo, con un misto di pietà e cinismo, e gli ho detto: “Qualche genio deve aver coperto i rubinetti, deve aiutarmi a sposare il mobile”.
Rosso come un pomodoro, bagnato con un pulcino di struzzo, ha detto: “Ci penso io, scansati!”

Il resto è storia.
Una settimana a casa con la schiena incriccata.
Basta poco per fare fuori un capo.

martedì 21 febbraio 2012

A proposito di Palindromia: Ere Nere

Post ad alto contenuto di yoghurt inacidito e sfiducia senza zucchero.

Dopo aver letto la notizia sui redditi dei vari minestroni, mi sorge solo una domanda: come può decidere di me e della mia sorte qualcuno che guadagna in un anno cifre che io, nemmeno sommandole, raggiungerò mai in tutta la mia vita?
Come può capire i sacrifici del pagare le tasse, dell’avere diritti fittizi sul lavoro (in ambito privato), del riuscire a vivere con quel che avanza tra lo stipendio e la rata del mutuo, come  può comprendere la mia (la nostra) situazione, qualcuno per cui il mio (il nostro) stipendio è all’incirca il costo di una borsa o di un paio di scarpe?
L’iniquità sta qui.
Il governo eletto dal popolo dovrebbe somigliare al popolo per riuscire a tutelarlo.
Lo stipendio dovrebbe essere rapportato alla tipologia del lavoro compiuto: un lavoro d’ufficio non potrà mai essere confrontato con i lavori usuranti. Non è la stessa cosa stare ad una scrivania o al fianco di un altoforno. Non c’è titolo di studio che tenga.
Stesso dicasi per l’età pensionabile.
Bah, mi guardo attorno e vedo l’abitudine a tutto ciò. Non potrà mai cambiare nulla, se non cambiamo prima noi. Finchè ci sarà qualcuno con le pezze al culo che fa la fila di notte per comprarsi una merda elettronica a rate, che bestemmia contro il governo ma poi non fa un cazzo se non spippolare col nuovo gadget, non cambierà mai nulla.
Abbiamo quello che meritiamo. Amen.

L'Oltre e l'Altro

Il 7 Ottobre 2011 scrivevo su un forum:
“Sì, abbiamo perso Steve Jobs, una grande mente a cui dobbiamo molto, ecc. ecc. Abbiamo anche perso un Nobel per la medicina anche se in pochi mostrano segni di costernazione per questo. Eppure, ad essere sincera, mi perdonino i fan di Jobs, preferirei mille volte la mente di un immunologo a qualche applicazione per Iphone & co.
In realtà sono morte altre persone nei giorni scorsi, morti bianche che passano silenziose, una "piccola" privazione a cui cercano di abituarci insinuandoci l'idea che possano esserci morti di seria A e morti di serie B. Esistono anche le morti di serie infima relative alle vittime di quei conflitti che, bah, accadono chissà dove, troppo lontano per poterci interessare.
Mi chiedo perchè l'uomo stia rinunciando al proprio raziocinio per adattarsi ad un sistema di massa in cui viene proposto in continuazione come vestire, come mangiare, come parlare, cosa sentire...
Io mi rifiuto di essere la massa. Preferisco essere un Individuo.”
 
Oggi la morte di Dulbecco è un accenno in tv e un trafiletto di giornale.
Di fronte all’Iphone vs la ricerca genetica, non riesco ad esimermi dal pensare che la pubblica opinione è sempre più spesso sinonimo di impecorimento indotto.
E non mi stupisce che Dulbecco sia morto nella sua casa sita in California e non in Italia.
No, non mi stupisco più. Oramai c’è solo rammarico.