martedì 21 febbraio 2012

A proposito di Palindromia: Ere Nere

Post ad alto contenuto di yoghurt inacidito e sfiducia senza zucchero.

Dopo aver letto la notizia sui redditi dei vari minestroni, mi sorge solo una domanda: come può decidere di me e della mia sorte qualcuno che guadagna in un anno cifre che io, nemmeno sommandole, raggiungerò mai in tutta la mia vita?
Come può capire i sacrifici del pagare le tasse, dell’avere diritti fittizi sul lavoro (in ambito privato), del riuscire a vivere con quel che avanza tra lo stipendio e la rata del mutuo, come  può comprendere la mia (la nostra) situazione, qualcuno per cui il mio (il nostro) stipendio è all’incirca il costo di una borsa o di un paio di scarpe?
L’iniquità sta qui.
Il governo eletto dal popolo dovrebbe somigliare al popolo per riuscire a tutelarlo.
Lo stipendio dovrebbe essere rapportato alla tipologia del lavoro compiuto: un lavoro d’ufficio non potrà mai essere confrontato con i lavori usuranti. Non è la stessa cosa stare ad una scrivania o al fianco di un altoforno. Non c’è titolo di studio che tenga.
Stesso dicasi per l’età pensionabile.
Bah, mi guardo attorno e vedo l’abitudine a tutto ciò. Non potrà mai cambiare nulla, se non cambiamo prima noi. Finchè ci sarà qualcuno con le pezze al culo che fa la fila di notte per comprarsi una merda elettronica a rate, che bestemmia contro il governo ma poi non fa un cazzo se non spippolare col nuovo gadget, non cambierà mai nulla.
Abbiamo quello che meritiamo. Amen.

Nessun commento:

Posta un commento