giovedì 1 novembre 2012

Odi et amo


Odio le telefonate troppo lunghe in cui viene trito e ritrito lo stesso argomento. Odio le conversazioni stile muro di gomma, in cui io dico una cosa e l’altro, ignorandomi puntualmente, dice una cosa assolutamente impertinente rispetto al discorso che facevo. Odio la corsa all'acquisto tipica del fine mese, quando lo stipendio entra in banca e esce dal bancomat dritto dritto per finire in qualche stronzata alla moda. Odio la gente che trascina a spasso dei cani minuscoli, acquistati con la stessa consapevolezza con cui si compra un paio di guanti. Odio le bugie di routine che si ripetono per buona creanza. Odio quando mi si dice che “mamma mia, come sei dimagrita”, invece, che cazzo, sono ingrassata. Odio quando gente che pesa 45kg bagnati si lamenta di quanto sia grassa e dice di non mangiare carboidrati. Odio quando le commesse mi seguono per tutto il negozio manco potessi mettermi in tasca tutto uno stand. Odio il sorriso forzato di chi mi strangolerebbe. Odio chi, invece di strangolarmi, mi dice quanto sia cara. Odio il telefono quando squilla sempre nel momento sbagliato. Odio quelli che mi fanno i gestacci quando guido che io scenderei e romperei loro il crick in testa. Odio le donne che si truccano così tanto da lasciare fondotinta adeso su qualsiasi cosa le sfiori. Odio le donne che si vestono leggerissime e poi frantumano i maroni dicendo che hanno freddo. Odio quando muore uno famoso e tutti fanno la ola e poi, invece, muore un operaio e non gliene frega niente a nessuno. Odio chi dice che con la crisi non ce la fa, ma poi ti fa vedere l'iphone nuovo perché fa figo. Odio il concetto di “essere figo”, odio il concetto di status, odio tutte le bugie legate al rincoglionimento di massa. Odio le facce da culo della politica che col mio stipendio non ci comprerebbero nemmeno un paio di scarpe mentre io ci devo pagare le tasse, il mutuo e il mio sostentamento.  Nonostante ciò io non rubo. Odio chi va un passo avanti a me e si crede Dio. E odio chi resta un passo indietro a me e cerca di assaltarmi alle spalle. Non odio le figad’orodotate che vengono mantenute a nostre spese, ma odio chi permette loro di fare quello che vogliono impunemente. Odio essere impotente di fronte a ciò. Odio il benzinaio quando cerca di fregarmi sul resto. Odio gli impiegati pubblici quando mi leggono il giornale di fronte mentre faccio la fila e non rispondono al telefono per non essere disturbati. Odio il postino perché non è vero che suona sempre due volte. Spesso non suona proprio. E sei costretto a farti due ore di fila all’ufficio postale per ritirare una raccomandata. Odio chi mente sapendo di mentina. Odio chi non è venuto al mio matrimonio e poi è andato dicendo in giro che non era stato invitato. Odio il maltempo dei giorni festivi e il buontempo dei giorni lavorativi. Odio la bilancia perché non dice mai quello che vorrei. Odio l’apatia del giorno chiuso in casa. Odio spolverare e riassettare la cucina Odio essere me , piena di così tante cose che non mi garbano che mi girano le ovaie solo a pensarci.
Ciò nonostante sono felice. Perché ci sei tu, perché ci siamo noi.

3 commenti:

  1. e questo è l'importante, e meno male, perchè se pensassimo solo a cosa non ci piace ne diventeremmo parte!

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  2. Grazie della conclusione, perché nonostante mi trovi a condividere buona parte delle tue avversioni, troppo odio fa male soprattutto a noi.
    Wide

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  3. In realtà, parlare di "odio" è eccessivo. Certe situazioni sono talmente comuni e radicate da generale un senso di malessere misto a nausea. Ormai non son degne nemmeno di sentimenti forti quale l'odio.

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