martedì 14 giugno 2011

Si perdono le speranze, come Kojak i capelli.

Dopo la ragazzetta, figlia di un amico di un amico di un amico di un amico, la scorsa settimana è stata la volta della ContaBile, così detta per la sua capacità di far secernere bile. E mo ve lo dico il perché.
Conosco tal fanciulla da tempo immemore, nel senso che mi sforzo di dimenticare il giorno in cui la conobbi. Non che sia una cattiva ragazza, ci mancherebbe, il problema (principalmente mio, se non si fosse capito) è costituito dal suo atteggiamento da gatta, più che morta, direi mummificata, risorta e rimorta. Innanzitutto ha una vocina flebile flebile, ma così flebile che quando so che verrà in ufficio mi dedico preliminarmente a profonde pulizie dei miei canali auricolari.
Superato l’ostacolo comprensione, bisogna sforzarsi per vincere il suo disordine mostruoso. E ve lo dice la regina del caos, una che prima di entrare in stanza scansa i fogli a palate per farsi strada.
Eppure non potrò mai dimenticare i biscotti morsi e abbandonati sulla macchinetta del caffè, le tazzine con risvolto di rossetto lasciate sui termosifoni e gocciolanti stille di orzo sul pavimento, i fazzoletti mocciolosi appallottolati nei faldoni contenti le fatture…
Lo so, sono una rompi cocomeri becera e non mi sta mai bene nulla. In realtà, esercito quotidianamente il mio dovere di pazienza e taccio di fronte ai suoi exploit, ma non potete togliermi il diritto di venire qui a parlarne. A questo proposito volevo raccontarvi cosa è accaduto la scorsa settimana. 
Che è poi quello che accade quasi ogni volta, salvo qualche variante sul tema.

Appuntamento alle 8.30, alle 10.00 chiama.
“Ciao Dange, sei in ufficio? Ti trovo?”  NO, QUESTA È UNA VOCE REGISTRATA A TUO USO E CONSUMO.
Arriva alle 11.00 circa. Accende il pc. Dopo mezz’ora mi dice che scende a prendersi qualcosa al bar. Io resto a fare il mio lavoro. Passa il tempo e mi dimentico di lei.
Alle 13.30 squilla il telefono:
“Ciao Dange, sono ScaricaBile, vado a casa”
“Eh???” CHI? DOVE? QUANDO?
“Sì, sono scesa al bar ma mi è venuto mal di pancia quindi vado a casa?”
Gli occhi corrono all’orologio. E’ scesa due ore fa…
“Scusa, ti sei sentita male ora?”
“Sì, proprio ora che sono scesa al bar”
“Perdonami, sei scesa due ore fa, è un po’ diverso da “ora”
“…”
PERCHÉ INSISTI? RINUNCIA A CAPIRE, È MEGLIO! “Ok…allora ti spengo il pc…”
“E’ già spento, l’ho fatto prima di andare al bar”
“Allora stavi male anche prima e sapevi che saresti potuta andare via?” NON INSISTERE!!!
“No, mi è venuto ora il mal di pancia, ora che sono scesa al bar!”
“…” NON CHIEDERE PIU’ NULLA!!!!!!!!!!! “Ok, a domani, ciao”
“Ciao Cara!”




4 commenti:

  1. Orrrrrrrrrrrrrrrrrrore....

    Per il resto, non sei sola, anche io ho la maoschistica tendenza ad insistere per cercare di capire e pure qui di cose strane ce ne sono...

    ImpiegataSclerata

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  2. Uffa, era masochistica

    ImpiegataSclerata



    P.S.
    E' veramente scocciante lavorare e come ti giri trovare bibite varie lasciate a metà, biscotti oi altro in ogni dove per poi sentirti accusare da cotal mostro di perfezione di essere disordinati... Ok, sarà disordinata ma da mio disordine cartaceo non può certo derivare un'invasione di formiche o scarafaggi come dal suo...

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  3. Cara ImpiegataSclerata, mi trovi concorde. Nel mio disordine non ammuffisce nulla (me esclusa!).

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  4. Gia... Che poi la mia scrivania è un apocalittico casino di carte fascicoli e quant'altro che mi vengono mollate è perchè smaltisca il lavoro, se la SUA scrivania invece è sempre bella ordinata con poche scartoffie un motivo c'è... E no, non sono perfida è solo la verità.

    ImpiegataSclerata

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