mercoledì 18 novembre 2009

Dentro Nell' Anima (DNA)

E' strano come la vita a volte lanci messaggi subliminali per riportare alla memoria qualcosa del passato...quando il passato non è ancora passato... 
Se qualcuno vi ricorda che potrebbe esserci qualcosa in quella massa estesa di azzurro che si staglia sulla vostra testa e se qualcun altro vi rammenta indirettamente che una volta eravate divoratori di libri, il bambino che sonnecchia dentro di voi si alza impertinente urlando: "ricordi quanto ti aveva colpito?".
Sì lo ricordo. Colpito e affondato. E mi vengono le lacrime agli occhi se ripenso a quanto tempo è passato da allora. In quel periodo mi nutrivo di parole cercando un senso a tutto ciò che mi girava attorno. E rimasi estasiata da quello che lessi in un fumetto: come spiegare ad un ragazzino cosa c'è al di là della vita.
"Oggi l'universo elettronico ci suggerisce che possano esistere sequenze di messaggi che si trasferiscono da un supporto fisico all'altro senza perdere le loro caratteristiche irripetibili e sembrano perfino sopravvivere come puro immateriale algoritmo nell'istante in cui, abbandonando un supporto, non si sono ancora impressi in un altro...e chissà che la morte, anziché implosione, sia esplosione e stampo, da qualche parte, tra i vortici dell'universo del software (che altri chiamano anima) che noi abbiamo elaborato vivendo, fatto anche di ricordi e rimorsi personali e dunque sofferenza insanabile o senso di pace e amore".
Una storia meravigliosa di Dylan Dog "Lassù qualcuno ci chiama", in cui uno dei personaggi Humbert Coe non era altro che un più che palese riferimento ad Umberto Eco di cui si citava il passo di cui sopra tratto dal libro In cosa crede chi non crede.


La vita, per chi crede in un dio o per chi crede nel nulla, non è destinata ad esaurirsi con noi. Nel principio che nulla si crea e nulla si distrugge, ogni piccolo mattoncino che tiriamo su per formare il nostro essere noi non andrà perduto ma resterà impresso sulla matrice che compone l'esistenza. Io diventerà fiore, mano, sasso, vento.

...e non te ne andrai, ne sono certa.

6 commenti:

  1. Una Dangerous del tutto diversa, profonda, triste. Vorrei poterti capire. Perchè questi pensieri?
    MT

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  2. dangerous, come ti sento vicina, simile...

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  3. MT: io sono questo. Oscillo tra il bianco e il nero continuamente. Non preoccupartene, sono geneticamente impostata sulla modalità pendolo :-D

    Widepeak: un po' di profumo resta sempre sulla mano di chi dona la rosa...

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  4. Di una cosa sono sicura: non sei un pendolo. Sei complessa, questo si. Anche quando sei felice, c'è un fondo di amarezza in te; e quando sei triste la tua innata ironia fa sempre capolino! Mi piaci e ti apprezzo.
    MT

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  5. Ha ragione MT.
    Sembra che quando sei felice ti vergogni della tua felicità o hai paura di perderla, come se non la meritassi. Quando invece sei triste il tuo auto-cinismo prende inevitabilmente il sopravvento, come per certificare la tua rassegnazione/accettazione della tristezza.
    Ma da quello che conosco di te ti assicuro che meriti la felicità. E anche tanta.

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  6. MT e Fagiolo del sole: vedo che vi siete coalizzati! Bravi!
    La mia dicotomia è palese, ma se non fossi così non sarei io :-D

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