lunedì 16 agosto 2010

Mi presti mezzo chilo di pazienza che io l'ho finita?

Nel posto in cui soggiorno regnano chiacchiere, superstizione, pettegolezzi e religione. Passando per strada si sente un brusio continuo: sono i curiosoni che macinano gossip a rotta di collo.
Non è insolito trovare su di una panchina, o nascosto dietro una tenda di una finestra che da lungo la strada, un nugolo di vecchiette impegnate in litanie al signore infarcite di commenti e frecciatine rivolte a chi ha la sfortuna di passare di lì. Tra rosari e sforbiciate, un brusio del genere è paragonabile solo ad un’orchestra sinfonica di vuvuzelas o uno sciame impazzito di vespi africane.
Cosa rispondere ad un concentrato di ciance e rosari?
Semplice: basta diventare un incrocio tra Alfonso Signorini, il Mago Othelma e Fracazzo da Velletri.
“Signore pie! Ricordate quando Gesù disse di non guardare la pagliuzza negli occhi del fratello ma di badare alla trave nel proprio occhio? Ebbene, vi stava dicendo di farvi i cazzi vostri. Certo, usò un linguaggio un po’più raffinato ma il succo è questo! Leggetelo il vangelo, accidenti!”

Togliersi i sassolini dalla scarpa non ha prezzo, per il resto ci vonno li sordi.

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