martedì 6 ottobre 2009

Scetate Carulì...

Alle 6.30 stavo caricando cessi sulla mia macchina per portarli in cantiere.
Alle 7.30 ero presso un grosso Cash&Carry. Dovevo acquistare un aggeggio che mi serviva in cantiere e avevo la tessera socio del capo. Entro, devo lasciare la borsa. Forse ancora intontita dal sonno non riuscivo a chiudere la cassettiera. Alla fine ci riesco. Entro nel negozio e...ritorno indietro: ho aperto e chiuso la cassettiera senza metterci nulla dentro, nemmeno la borsa. Finalmente lascio tutto, rientro nel negozio e...ritorno indietro: ho dimenticato di prendere almeno il portafoglio. Intontita fino al limite, mi accingo a varcare l'ingresso elettronico del negozio quando mi viene imposto un ALTOLA', SI QUALIFICHI!
"Qualificarmi in che senso?"
"Documenti e tessera socio, lei è il titolare?"
"No"
"Ha una delega?"
"Me l'ha mangiata il cane?"
"Le sequestro la tessera!"
"Noooo, la pregoooo! Devo prendere una cosa urgente, è importantissima, bla bla bla" e seguono suppliche con occhioni da cerbiatta atta ad impietosire la bionda cerbero che mi si poneva di fronte. Infine, impietosita più dal mio stato mentale che dalla mia supplica, mi permette l'accesso.
Nel negozio, data l'ora, c'erano solo grossisti, tutti uomini. Io portavo in braccio uno scatolone contenente l'aggeggio, loro portavano cofane di roba su carrelloni. Ce ne fosse stato uno che con un briciolo di cortesia mi abbia detto: "ha solo quello? passi pure". Seeeee, gli uomini ad una certa ora e in un certo settore sono di un trucidume unico.
Dopo mezz'ora arriva il mio turno alla cassa. E la rompo. Appoggio lo scatolone su un margine della cassa e se ne stacca un pezzo. Prima che la commessa riesca a voltarsi, con un calcio lesto, spedisco il pezzo lontano. Lei si volta e mi dice "tutto ok?" e io con un sorriso da imbonitore rispondo "perfettamente!"
Salgo in macchina e raggiungo il cantiere dove trovo gli operai impegnati a giocare a mortacci, un gioco in cui si insultano a vicenda tutti i discendenti passati, presenti e futuri.
Mi accorgo che mancano altri accessori e riparto per il giro mostruoso e aberrante dei centri commerciali. Un intera mattinata persa a portare scatoloni come un facchino dell'antico Egitto. Le spalle urlavano, le gambe si trascinavano per inerzia.
Arrivo in cantiere e mettiamo in opera gli accessori. Tutto finito, tutto pronto per la consegna dei lavori, mettiamo l'ultima vite e....un muratore buca un tubo dell'acqua!!
Avrei voluto sbattere la testa al muro. Ora si dovrà rompere, sostituire e ricostruire, mi cascavano le braccia...

Torno in ufficio, sono le 15 e ho fame, voglio pranzare. Al primo morso squilla in telefono, al secondo il citofono, al terzo di nuovo il citofono, al quarto rinuncio.
Apro la posta elettronica e scopro che una cosa a cui tenevo molto è stata trascurata. Allora affilo le unghie e ricomincio a bussare per ottenerla. Sono stanca e sfiduciata.
Poi è accaduto.
Qualcuno mi ha aperto gli occhi in un modo brusco e mi ha fatto ricordare che ogni secondo è imprevedibile e che quel che ho oggi può finire tranquillamente domani.

2 commenti:

  1. Grazie, Dangerousmind, per riuscire a farmi sorridere così spesso. Leggerti è molto meglio di un antidepressivo, per me! Intendi: non è quello che ti succede che mi rallegra, ma il senso ironico con cui riesci a raccontarlo e a renderlo vivo (il gioco dei mortacci, poi, mi intriga un bel po')!
    Ti regalo un pensiero del mio antico professore di matematica, molto simpatico, che soleva dire testualmente:"in una notte nasce un fungo!", intendendo dire con ciò che il domani potrebbe sì togliere, ma anche darci cose mai neanche sperate.
    Un caro saluto.
    MT

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  2. MT: sono contenta di strapparti un sorriso!
    Simpatico il tuo prof ma spero proprio che non mi vengano i funghi!

    P.S. il gioco dei mortacci è un ottimo antirabbia!

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