venerdì 15 gennaio 2010

Siamo avanti per essere così indietro


L'arrivo di un tecnico per sistemare i terminali in ufficio e il suo sbigottimento misto a spavento con tanto di pallore e simil malore al vedere che siamo indietro di circa 10 anni con gli aggiornamenti di software e hardware mi ha fatto ripensare al ruolo che la tecnologia, nel senso ampio del termine, riveste nella mia vita: nessuno.
Ho il cellulare da quando ho 18 anni solo perchè, andando via da casa, i miei volevano fossi reperibile. Lo uso per telefonare e mandare sms, raramente ci gioco o faccio foto, figurarsi collegarsi in rete. Lo cambio solo quando è rotto. E per rotto intendo rotto davvero. Non si deve proprio accendere più e comparire sul display la scritta "morto, defunto, nun za fazz cchiu".
Appena maggiorenne arrivai ne 'a Capitale con altre due fanciulle sprovvedute come me: la prima casa che trovammo era nel quartiere più sconcio e pieno di deliquenza di Roma, non avevamo il riscaldamento nè la tv. Solo frigo e scaldabagno. E quest'ultimo ci abbandono una fredda notte di Gennaio portandosi dietro l'impianto elettrico. Che culo, eh? Ci sono voluti, se non ricordo male, 5 giorni per farcelo sostituire.
Dopo questa residenza di lusso, sono passata per 5 anni in una casa che non aveva nemmeno il piatto doccia, solo un buco osceno nel pavimento. E non aveva nemmeno la lavatrice: ve li immaginate 5 anni di lavaggi di vestiti a mano dentro una bacinella? si sappia che la conservo ancora adesso a promemoria che al peggio non c'è mai fine. C'era il riscaldamento però. O almeno c'erano dei termosifoni che cercavano di riscaldarsi traendo calore dal corpo mio e della povera coinquilina.
Direte voi: e ci sei resistita 5 anni? sì, perchè alla fine non sentivo la mancanza di nulla. E' straordinario come ci si abitui a tutto. O quasi.
Il mio portatile: ha quasi 10 anni. Signori e signore un inchino. Ha la memoria di una pen drive ma è ancora eccelso. MAI formattato e mai portato in assistenza in tutto questo tempo. E' un eroe della resistenza, un giorno gli dedicheranno qualche piazza o strada.
Penso a tutto ciò e poi mi chiedo perchè faccio il lavoro che faccio. La tecnologia mi tange dall'esterno ma dentro di me, nel profondo nel mio cuore di carciofo, so che un po' di sano ritorno alle origini non mi farebbe male. Never say never.

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