Non mi soffermo sulle vittime. Non lo faccio mai. Odio quando la "collettività" osanna un morto piuttosto che un altro. Un morto è un morto, sia giovane o vecchio, uomo o donna, umano o animale. Questo penso di averlo già ampiamente chiarito qui e qui.
Detesto il sistema dei mass media che porta a pascolare greggi di pensieri sui campi che più gli aggradano. Si pensi al caso di questi giorni: Sara, finchè si pensava che fosse scappata di casa, era descritta come una pseudovelina che voleva lasciare la noia del paese, faceva la chattona e diceva d'avere ventanni. Ora che è morta è un angelo assunto in cielo. Amen. Sara come mille ancora.
Non do giudizio sulla vittima perchè non ho idea di chi sia stata veramente. So che già il suo essere vittima dovrebbe elevarla dal giro delle polemiche rituali.
Per quel che mi riguarda preferisco concentrarmi sul carnefice.
Mentre fino a qualche tempo fa l'omicida aveva almeno il buon senso di farsi i cazzi suoi, adesso preferisce diventare protagonista. Come dimenticare Alessi, il trucidatore del piccolo Tommy, che prima di essere preso esclamava commosso che: "I BAMBINI SONO ANGELI !! " "I BAMBINI NON SI TOCCANO !! " Come ieri anche oggi, Michele Misseri, lo stupratore necrofilo: "...era come una figlia per me!"
Attorno agli assassini si crea una rete di omertà vera o presunta o insita o inconscia o come cazzo piace giustificarla:
Nessun commento:
Posta un commento