venerdì 29 aprile 2011

Farfugliamenti psicofisici


Pur avendo goduto di due giorni di pace e tranquillità lontana da telefoni e pc, il rientro a lavoro è stato faticoso, stressante, spossante e quant’ –ante di negativo esista.
Era tutta la mattina che provavo a contattare sul cellulare l’Ing. Ficus.
Ero arrivata ad ora di pranzo che avevo risposto a un trilione di telefonate, spesso contemporanee. Ero fusa come un cioccolatino sotto il sole di agosto.
Quando squillò per l’ennesima volta il telefono dell’ufficio, io ero sull’altra linea a parlare con un fornitore e il cellulare squillava sotto l’insistenza del capocantiere. Misi in attesa la telefonata in corso, pigiai il tasto “rifiuta” sul cellulare e, affannata, risposi:
“pronto!!!” col tono di chi dice “che è che rompe?!?!”
“buongiorno… sono l’Ing. Ficus…”
“Ah, sì, ehm, sono la Costruminchia*, ehm, no ha chiamato lei, sono l’Ing. Capodecapis*, ah no, sono Ing. Tantapazienza*…vabbè, uff, ricominciamo da capo, sono un po’ confusa..”
“….bene…”
 
*Per Costruminchia s’intenda il nome della società.
Per Capodecapis  s’intenda il titolare.
Tantapazienza, modestamente, sono io.



In banca. Assegno intestato a me.
Lo giro…con la firma del capo!
Mi chiedo se la sindrome della mano aliena non cominci a manifestarsi con questi gesti inconsulti. Faccio un mezzo scarabocchio sulla firma. Prendo l’assegno e lo consegno allo sportello:
“Ehm, oggi mi trema un po’ la mano…la firma è uscita un po’pasticciata…”
Il bancario mi fissa pensieroso, un po’ come si guardano le persone che entrano armate in banca con un passamontagna calato in testa, infine si volta e con un sospirone sussurra:
“Immaginavo…”

Figure di Emme come questa meritano l’Oscar. 
Comincio ad avere problemi di personalità confusamente multipla, decisamente.

N.B. ogni riferimento a nomi, luoghi, fiori, frutti e città è puramente casuale.

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