lunedì 9 maggio 2011

Talk show!

Sigla: po po po poppoporò!

Presentatore: “Buonasera amici ascoltatori, benvenuti ad una nuova puntata di “MISTERI MISTERIOSI”! Il caso che affronteremo oggi è relativo alla morte del principe del terrore Obama. Abbiamo con noi in studio la tuttologa Dange, in collegamento dalla sua casa di …”
Dange: “E daje, possibile che voi giornalisti non riusciate a capire la sottile differenza che passa tra Osama e Obama?”
P: “Ehm, mi scusi… sa, la foga, ho sbagliato nome…”
D: “Direi che Lei ha sbagliato mestiere ma tant’è…Vediamo di capirci: Obama è quello bello abbronzato che si è preso un Nobel per la Pace sulla fiducia. Osama è quello, sempre abbronzato ma meno bello, che si è preso un Nobel per la Guerra sulla sfiducia ”
P: “Uhm…ok… veniamo a noi. Cosa pensa della morte del terrorista?”
D: “E’ una cazzata”
P: “ Pardon?”
D: “uff..secondo Lei, ammesso e non concesso che Osama Bin Laden rappresenti il simbolo del terrorismo degli ultimi anni, perché avrebbero dovuto disfarsi del corpo? Perché gettarlo in mare dove non verrà MAI ritrovato…”
P: “Non saprei…forse per disprezzo?”
D: “La prego, taccia se deve dire minchiate!”
P: “Ok…”
D: “Mettiamola così. Sono 10 anni che tentiamo inutilmente di prendere sto signore di mezz’età che, pur vivendo nel deserto in mezzo alle capre, è in grado di organizzare degli attentati ovunque gli aggrada ed è in grado di sfuggire a qualsiasi tentativo di cattura manco fosse Jarod il Camaleonte. Sebbene in possesso di tutte le apparecchiature più sofisticate e degli uomini più addestrati, noi non riusciamo nemmeno a localizzarlo – a posteriori, scopriremo che è sempre stato a casa sua – e per mesi interi ci viene più facile ipotizzare che sia sparito dalla faccia della terra piuttosto che ammettere che non abbiamo idea di dove sia. Pieni di quello spirito cristiano che tanto decantiamo,desiderosi di vendicarci dell’attentato alle Torri Gemelle e quelli a seguire, lo troviamo finalmente in casa sua, una stamberga senza nemmeno il riscaldamento, lo torturiamo e ammazziamo, la gente esulta e ci chiede le prove, e noi, invece di appenderlo per le palle a Ground Zero, lo buttiamo in mare dove non sarà mai ritrovato. In compenso permettiamo che girino su internet dei palesi fotomontaggi che minano la nostra credibilità. Non le sembra che qualcosa non quadri?”
P: “Beh, forse chi è a capo di tutto ciò non voleva che il corpo di Bin Laden fosse oggetto di scempio…”
D: “continuiamo a raccontarci favole o proviamo ad usare la logica?”
P: “Faccia lei…”
D: “Era una domanda retorica…”
P: “Ehm, mi scusi…”
D:”Se mi interrompe un’altra volta la accartoccio e la infilo dentro la telecamera”
P: “…”
D: “Io direi di fare un breve sunto della situazione:  tutto comincia con le cosiddette “missioni di pace” per salvare il mondo dalla dittatura dell’estremismo islamico. Per la precisione ci interessa salvare quella parte di mondo che possiede dei giacimenti petroliferi, un modo di conciliare l’utile al dilettevole.
Ci armiamo fino ai denti, arriviamo in terre non nostre e diciamo che siamo arrivati a portare democrazia, pace e leggi. Le nostre. Per citare Gianbattista Vico, diciamo che stiamo ripercorrendo la storia dei conquistadores e delle civiltà amerindie: o fai come dico io o ti scamazzo. Ora, se venisse uno a casa vostra dicendo che siete incivili e che lui sta li apposta per educarvi in cambio delle vostre proprietà, voi cosa fareste?
P: “Beh, io probabilmente mi inalbererei…”
D: “Io ti ci appenderei ad un albero… vabbè, diciamo che la risposta del mondo islamico, seppur non condivisibile nei modi, è di per se lecita. Insomma, quando Obama dice che giustizia è fatta, bisognerebbe ricordasse che abbiamo iniziato prima noi… Questo tanto per mettere i puntini sulle i… ma proseguiamo: il mondo islamico reagisce, scoppia una guerra e quant’altro consegue. Pare, e sottolineo pare, che gli attentati terroristici che ci sono stati in Europa e in America siano stati ideati e organizzati da un gruppo di estremisti islamici che, non si sa come, in un periodo in cui la sicurezza è stata ai massimi storici, sono riusciti a entrarci in casa, dirottare qualche aereo, piazzare qualche bomba e amenità varie.  Premesso che non si verrà mai a capo della verità e che lo scetticismo è il mio pane quotidiano, farò fede a quanto la storia ha riportato cercando di non farmi condizionare dai miei pensieri: dopo gli attentati è partita la corsa all’uomo e, tanto per cominciare, è aumentato il dispiego militare nei paese occupati. Credo si sia capita l’antifona.
Arriviamo a oggi. Sono stati feriti e uccisi centinaia dei nostri soldati in queste missioni di pace, altrettanti civili sono stati feriti e uccisi negli attentati terroristici, sia nelle nostre terre che in quelle occupate (ricordiamoci anche di loro!) eppure si parla di giustizia fatta ora che è stato ucciso un uomo. Un singolo uomo per un considerevole numero di altri individui. Questa è giustizia?
Al di là dell’opinabilità della legge del taglione, non esiste nemmeno equità in quel che si promulga.
E poi, voi ci credete veramente che sia morto?”
P:”Se così non fosse, perché mentire?”
D: “Facile. La gente è stanca, l’economia è in crisi, la politica si nutre di scandali e ripicche, occorreva un gesto che riportasse fiducia. Cosa c’è di meglio dell’aver tagliato la presunta testa del terrorismo islamico? Per rendere più credibile la storia ci parlano della sua casa, dei suoi video, di come sia andata. Che poi, basta riflettere un po’ che vengono fuori tanti perché…”
P: “Quali?”
D: “Beh, innanzi tutto: 1) se questo stava a casa sua perché non l’hanno preso prima?; 2) perché sto tizio si doveva far riprendere (da chi poi?) mentre imbacuccato in una coperta guardava un video? Che senso ha? perché mostrarsi decrepito invece che forte?; 3) perché eliminare il corpo? 4) e i fotomontaggi? E così via…”
P: “Quindi lei pensa che sia ancora vivo?”
D: “No, in realtà a me non interessa se sia vivo o meno. Per quel che ne so potrebbe benissimo essere uno spauracchio inventato solo per tenere vivo l’interesse della popolazione. Il fulcro del problema non è la persona in sé ma quello che rappresenta”
P: “Certo, il terrorismo islamico.”
D: “E del terrorismo dei nostri governi ne vogliamo parlare?”

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