martedì 3 maggio 2011

Stong stang (l'altro volto della felicità)

Gli occhi sono gonfi, scuri ed espressivi come palle da bowling, sottolineati da occhiaie così scure che sembrano uscite dall’ultima collezione di borse Prada; i capelli sono spaghetti di riso impazziti mentre il colorito della mia faccia vira amabilmente tra il color bianco uovo sodo e il color verde vomito. Per riprendermi dal tanto ridere ci vorranno lunghe sessioni di riabilitazione al grigiume.
Nonostante la mia forma splendida, da intendersi in confronto ad una salma stagionata, il cuore è attivo e in solluchero: se ripenso ai giorni scorsi un sorrisone mi parte dall’orecchio sinistro per approdare sotto l’orecchio destro, in un ghigno misto di gioia, sollievo e nostalgia. Ghigni del genere li vantiamo in pochi: io e lo Stregatto, tanto per dirne due.
Venerdì scorso, manco fossi stata catapultata improvvisamente in un programma di Raffaella Carrà, mi sono commossa quando una voce fuori campo ha urlato: “Terremoto*….è qui!!!!!!”.
Ora tacciamo che la voce fuori campo è quella che mi accompagna quotidianamente ed appartiene ad un omuncolo che abita nella mia testa e mi suggerisce tutte le cose cattivelle che mi vengono fuori ogni tanto…
Terremoto con generico interlocure
Dicevamo: era una notte buia e tempestosa - non è vero ma  serve a dare un po' di pathos -  quando mi trovai di fronte l’Ambra Garbatella (alias l’Ambra Jovinelli dei poveri) per assistere ad un match d’improvvisazione teatrale. Ero seduta compostamente su una panchina facendo smorfie e foto buffe con la bocca a culo di gallina per ampliare il mio album su Facebook dal nome “Pozzi Ginori Collection. Tutto procedeva benissimo e la panchina, seppur di plastica, sembrava reggere sotto il peso della mia cultura.
Ad un tratto le mie orecchie furono percosse da un “bla bla bla bla Ciiiiro bla bla bla bla bla Beeeea bla bla bla bla bla bla bla” e capii che era arrivata.
Alzai gli occhi e la vidi.
Li vidi.
Santosubito, Ciro e Beatrice
Lei, Terremoto*, degna del suo nome, scuoteva il mondo circostante con acuti degni di una cantante lirica. Parlava ininterrottamente – lei parla come gli altri respirano, sarà qualcosa di fisiologico, non c’è altra spiegazione - in quella bolgia di parole, il senso era assente ingiustificato.
Lui, il suo ammmore (chiamiamolo, a ragione, Santosubito*), camminava veloce, come se fuggisse. Nelle orecchie - l’ho scoperto! – invece dei tappi di cera usati dai compagni di Ulisse per resistere al canto delle Sirene, portava tutto un alveare. Il grado di insonorizzazione era pressoché totale. Credo che siano anni che ricorre a questi espedienti, non si spiegherebbe altrimenti perché Terremoto non sia già stata abbandonata in autostrada.
Loro, Ciro* e Beatrice*, due ragazzi carinissimi, simpatici, educati, così a modo che mi è venuto subito da chiedermi cosa ci facessero in giro con un brutto ceffo come la Terremoto* di cui sopra.
Tutti non desideravamo altro che lo spettacolo iniziasse così che Lei fosse costretta a tacere. Eccerto, come se bastasse così poco! Nel ridere generale, nei lanci di pantofole, garrulo si elevava il suo grido “Numero 77! Sei bravissimoooooooo” mentre i vetri attorno vibravano pericolosamente vicini alla risonanza. E così vennero le 2. Ci salutammo e ci dividemmo. Le mie orecchie continuarono a dolermi per le tre ore successive.
L’indomani appuntamento al Maxxi. Via del Pinturicchio. Ignorante come una capra e col senso dell’orientamento di un criceto nella ruota, sbagliai strada e arrivai con un’ora e mezzo di ritardo. La trovai seduta su una panchina ad ammorbare Ciro* che, appena ci vide, fatto il biglietto, si dileguò e mi passò la patata bollente. Per mia fortuna, nel museo, incantata dalle opere, tacque per il 75% del tempo. Il restante 25 finsi di non ascoltarla facendomi vedere assorta nelle opere che avevo di fronte. Apro e chiudo una parentesi che spero di ampliare quanto presto: l’arte moderna può piacere o meno. Io sono per il meno. Per lo più, mi sembra, che molti siano considerati artisti solo perché hanno avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto, nel momento giusto, sotto le grazie della persona giusta. Diciamocelo, il mio armadio è pieno di stracci ma nessuno paga per venirlo a vedere. Tzè. Prendiamo “La venere degli stracci”, il pallore è quello, il culo a tre piazze pure…digiamogelo, sembro un'opera di Pistoletto. O di un pistola qualsiasi, che a volte anche un suffisso può fare la (in)differenza.
Io e il mio armadio qualche chilo fa
Torniamo a noi. Purtroppo, come tutte le cose belle, anche la giornata finì, non senza prima aver incontrato una donna fantastica e la sua magica famiglia. Quella di G.* è la famiglia dei sogni. Mi piace tutto: la casa, il marito, le figlie, i gatti. Avete presente il film “One hour photo”? Sì? Ecco, dimenticatelo. Non è il caso di sfociare nel genere drammatico, a noi, si sa, piace lo splatter! E quindi come non citare Terremoto*, in un bagno pubblico, intenta a domare un un’epistassi** violenta mentre con una mano premeva un fazzoletto sul naso e con l’altra digitava un sms… all'improvviso arriva una donna, la vede in difficoltà e candidamente domanda: “Serve aiuto???”
Terremoto*, con la sua classica foga, urla “No, tutto bene!” e in quel mentre un fiotto di sangue le parte dal naso e inzacchera il lavandino. Fosse entrata 5 minuti dopo, quella donna avrebbe potuto pensare di trovarsi sul set di C.S.I.
Tornata a casa il silenzio dava quasi fastidio. Mi sono stesa sul letto e ho sfogliato la memoria come un album di fotografie. Si è riso molto ma quel che mi è rimasto impresso maggiormente sono i sorrisi dolci dei nuovi amici, gli abbracci degli amici di sempre e un tempo beffardo che troppo spesso ci divide.
Rimane la stanchezza che ammorba le membra ma il cuore resta vivo e desideroso di un nuovo incontro.
Quando tornate???

* ogni riferimento a nomi, luoghi, nomi e città è puramente voluto
** dicasi epistassi grossa perdita di sangue dal naso causa sfuculiamento preliminare

1 commento:

  1. riletto, riso e pianto..cavolo quanto mancate!!!!!!!!!!

    vi voglio tanto bene!!!!!!!!

    Terremoto!

    RispondiElimina