giovedì 3 settembre 2009

Il navigatore umano


Prima non era così. La prima volta che ci misi piede dentro mi tenevano a distanza, non si fidavano a farmi fare nulla e mi rivolgevano appena la parola. Ora è molto diverso. Ora mi tengono di_stanza, mi hanno piantato tra queste quattro mura e il mio augusto sedere ha radicato sulla sedia tronfio del loro pollice verde. Continuano a non fidarsi ma mi fanno fare tutto. E quando dico tutto intendo proprio tutto.
Ero in un momento di blocco dello scrittore quando il capo ci ha messo lo zampino. Squilla il telefono: "sono a via ciccio, devo andare a via cappuccio, indicami la strada!" sbraita!
Ora, diciamo pure che il mio senso dell'orientamento spiccato mi fa perdere anche nel percorso cucina-bagno in casa mia, figuriamoci in una grande città che poco conosco.
Mi appello a santo GoogleMap! Digito velocissimamente l'indirizzo di partenza e e quello di arrivo. Nel mentre che la pagina internet veniva caricata sentivo in sottofondo una serie di "porco di qua, porco di la, ora sono in via struzzo...ora in via orso" e io "scusi, accosti mentre le cerco la strada, come faccio a seguirla mentre lei continua a muoversi!".
Ma lui imperterrito continua a guidare, svolta, fa inversioni. E tutto a caso! Perché di volta in volta cambiava il percorso e le strade da fare. E ad ogni mio nuovo avviso di svolta lui imprecava "porco di qua, porco di là, lì è contromano, lì non posso andare" e io "ma se continua a muoversi come faccio a capire in che punto esatto sta!!!!!!"
Dopo aver fatto circa dieci volte il giro della stessa piazzetta, riesco a convincerlo a svoltare nella via giusta quando dicevo io e non quando sembrava giusto a lui! E'duro il lavoro del navigator, ma qualcuno doveva pur farlo.

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