venerdì 2 ottobre 2009

Com'è dura l'avventura... II parte


Sono tornata.
Sono stati due giorni pieni e impegnativi ma anche molto divertenti. Purtroppo per problemi di privacy non posso raccontare nel dettaglio molte cose e non immaginate cosa vi perdete!!!
Partenza all'alba di mercoledì. Arrivata a Quelpostolì dopo un viaggio su di un mezzo che somigliava fin troppo ad una cella frigorifera, ho incontrato il capo cantiere che era venuto a prendermi. Non cambia mai. Sempre incazzato nero e sempre a brontolare come una pentola di fagioli. Fa paura a chi non lo conosce, ma fa ridere chi sa distinguere la sua rabbia vera da quella "da scena". In cantiere nonostante le decine di operai e le ditte a lavoro si sente solo lui, sempre ad urlare, sempre contro qualcuno. Ha l'ugola d'oro degna d'un Pavarotti de noantri!
In "istituto", nonostante le severissime regole vigenti, è riuscito ad entrare in amicizia con chiunque, sfanculando tutti tra l'altro. Boh, misteri della prepotenza!
In cantiere ho passato due giorni all'insegna del rumore: martelli demolitori, escavatori, bestemmioni, dialetti dal nord al sud, dall'est all'ovest, dentro e fuori italia. Dominante è stato anche il caldo: il sole cocente tipico della pioggia imminente riscaldava i prefabbricati entro cui studiavo i progetti e mi sentivo come un pollo da rosticceria con tanto di patata a contorno.
A fine giornata ho accompagnato gli operai a fare la spesa. Anche qui situazioni comiche. Immaginate questi omaccioni, tutti sporchi, che girano armati di carrello con l'impazienza di chi non vede l'ora di tornarsene a casa. Qualche battuta alla commessa che non capisce e risponde acida. Loro che ci prendono gusto e rincarano la dose.
Infine l'albergo. Ehm.
La zona in cui era situato ricordava molto Piazza Vittorio a Roma. Appena dopo il calare del sole, chiusi gli ultimi negozi, non c'era nemmeno un anima in giro se non qualcuno che urlava in lontanza. Entro e trovo l'adetto alla reception sdraiato sul divano a dormire. La voglia di andarmene è forte ma sono in un posto che non conosco e sono stanchissima. Mi faccio coraggio e richiedo la stanza. E' un bugigattolo, ho scattato una foto in cui c'è il mio piede accanto ad un buco nel pavimento. E' una struttura vecchia, ma in compenso è pulito. Appena rimasta sola, ho passato il primo quarto d'ora in piedi nella stanza a cercare di capire cosa fare poi, dopo una doccia e una cena frugale, mi sono sbracata sul letto e addormentata.
Il giorno dopo, all'alba, riconsegnando la chiave mi sono accorta di essere una dei tre soli ospiti dell'abergo. Sospetto che gli altri due fossero i bagascioni biondi del filmato.
Alle 6.30 ero di nuovo in cantiere. Una giornata infinita fatta di saliscendi con una guardia sempre alle costole. Alle 20 ero di nuovo a Roma. La stanchezza è un dolore sordido alle spalle. Ma oggi è venerdì, il giorno più bello della settimana!

6 commenti:

  1. Vorrei acquistare un appartamento in costruzione ....... soltanto per il piacere di vederti al lavoro!!!!! Ahahahah!!!!!

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  2. MT: al momento non mi occupo di appartamenti...diciamo che mi occupo di stanze in cui nessuno spera di essere rinchiuso!

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  3. Mi raccomando: prevedi, su pianta, anche un gradino all'ingresso!!!!
    "Drento a Reggina Coeli c'è 'no scalino,
    chi nun salìsce quello nun è romano..."
    Non essendo di Roma, potresti non saperlo!
    MT

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  4. MT: aho, dalla tua citazione pare che tutti li romani so passati pe Reggina Coeli....'namo bene!!!!

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  5. da wikipedia:
    « A via de la Lungara ce sta 'n gradino
    chi nun salisce quello nun è romano,
    nun è romano e né trasteverino »
    (Detto popolare romano e motto de "Lo scalino", giornalino interno dei detenuti)
    MT

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