martedì 7 settembre 2010

Ci credi se ti dico che mi viene da ridere?

Ci sono degli accadimenti che mi fanno rendere conto di quanto il processo di involuzione umano si sia spinto avanti dopo la famigerata invenzione dei pc, di internet e tutto quanto vien da sé e che viene erroneamente definito “mezzo di comunicazione”. I rapporti umani si sono ridotti ad un dialogare effimero. Pensate mai a che cosa rimugina davvero la persona con cui chattate? Che cosa fa mentre parlate? Proviamo ad immaginate queste scene:
Chatter 1- scrive: “Lo sai che scrivi proprio bene, devi essere molto intelligente e passionale, sai io sono molto perspicace, certe cose le capisco subito” – pensa invece :”Cazzo, quanto te la tiri! Aspetta che ci incontriamo e poi vedi”
Chatter 2 – scrive: “Grazie, effettivamente ho studiato alla Bocconi!” – pensa invece: “non so manco dove sta la bocconi, chissenefrega, tanto questo è peggio di me!”
Oppure:
C1: “In questo momento sto guardando le stelle, una sei tu” nel mentre si alza per girare il sugo.
C2: “Anche io guardo le stelle, che coincidenza” nel frattempo strappa l’ultima striscia di ceretta.
Certo, ci sarebbe da obiettare che nei casi su citati c’è un’evidente menzogna\scarsa verità di fondo. Pensate che sarebbe diverso se gli interlocutori fossero sinceri?
C1: “Scusa mi alzo per girare il sugo”
C2: “Ok. Io continuo la ceretta”
C1: “Vuoi dire che ti sto annoiando???”
C2: “No, non mi annoi, unisco solo l’utile al dilettevole”
C1: “Che fai? Prendi in giro?”
C2: “No!!! Non sto scherzando!”
Tipico fraintendimento dovuto al fatto che una chat non ha voce. Per quanto si possa essere bravi a scrivere, la sottigliezza che da il tono della voce è incomparabile. Se a questo aggiungiamo l’analfabetismo galoppante, il gioco è fatto: nell’era della comunicazione regna l’incomunicabilità.
Mettiamo che oltre l’ignoranza e l’atonia della scrittura subentri un terzo fattore: la sindrome dello psicologo mancato che coglie alcune/troppe persone. La situazione diventa drammatica!
C1: “Oggi sono stanco, ho lavorato molto”
C2: “Mi dispiace tu sia così frustrato”
C1: “Io? Frustrato? Veramente sono solo stanco”
C2. “E’ inutile che cerchi di nascondere le tue emozioni, io capisco la difficoltà di palesarti, dovresti chiedere aiuto”
C1: “Mi sa che anche tu dovresti chiedere aiuto, io ho solo detto di essere stanco!”
C2: “Ecco, vedi? Ti alteri e fai il permaloso, la frustrazione sfocia sempre in questo modo bastardo”
E la cosa finisce in due modi: o C1 si scoccia della pseudopsicanalisi e va via oppure cerca di convincere C2 ad aver detto un mucchio di castronerie. Di solito quando ti trovi di fronte ad uno convinto della propria infallibilità è difficile ottenere giustizia, di solito finisce a schifìu nel peggiore dei modi. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Quando vi trovate di fronte lo psicologo mancato, l’unica è fuggire! Egli infatti partirà, prima ancora di dirvi ciao, da un’analisi psicologica e pregiudizievole del vostro nickname. Per lui è come se fosse una sorta di curriculum vitae! Ti chiami Sventrapapere? Beh, difficilmente sarai uno con cui discutere dei massimi sistemi! Che poi quel nick ve lo siete scelti per gioco da ragazzini e continuate ad usarlo solo per pigrizia, poco importa!
Prendete il mio caso: Dangerousmind. La prima domanda di sempre: “Ah, che paura, e in cosa sei pericolosa?” oppure “Ti piace giocare con la mente degli altri, ve’?”
Questo è uno dei principali motivi per cui chatto rarissimamente secondo imprecisate configurazioni astrali. Ad ogni collegamento, c’è sempre il genio di turno che dice: “E in cosa sarebbe pericolosa la tua mente?” oppure “Danger…significa che sei un birbantella a cui piace divertirsi” (detto con un litro di bava alla bocca). Insomma, ci vorrebbe un po’ più di elasticità mentale!!! Come pensate che qualcuno possa avere piacere a discutere con delle persone per cui il concetto di apertura mentale è simile alla faglia di Sant’Andrea!
Ultimamente mi è capitata una cosa buffa. Un tale, partendo dal mio nickname, si era convinto che quando rispondevo laconica alle sue domande - perché in altre faccende affaccendata - stessi in realtà studiando le sue mosse. Più io cercavo di smentire più lui se ne convinceva. Leggendo il mio blog e le avventure con Rolling, invece di ritenerle un frammento umoristico di una giornata di lavoro, le considerava lo sfogo di una disadattata sottomessa e schiava del suo lavoro. Di fronte alle mie rimostranze, piuttosto che ammettere di aver detto una castroneria, preferiva incolpare chiunque, pensate che in una conversazione è arrivato a dare la colpa della mia presunta sottomissione alla Chiesa, a Berlusconi e a Rolling. Giuro che è vero!!!!
Mai riso tanto in vita mia!!!
Solo che il gioco è bello quando dura poco, sicchè, complice anche il mio disinteresse per la chat, ho cominciato un po’ a stufarmi di certi deliri, quindi ho deciso di troncare la conversazione. Il mio errore è stato provare a spiegarne i motivi: apriti cielo!!! Mi ha fatto un profilo psicologico degno di una gomma ciancicata e azzeccata sotto il sandalo di un tedesco dai piedi puzzolenti! Quel che è assurdo è che sto fiore di virtù che ha cercato di psicanalizzarmi, per paura della mia risposta, mi ha bloccato prima che potessi controbattere! E meno male che diceva che ero io quella vile! (me l’ha detto perché non lo volevo tra gli amici di Facebook né lo volevo incontrare, chissà perché!)
Ci sono persone che sono dicotomie viventi.

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