domenica 9 gennaio 2011

S.O.S. CASA - Ricominciamo!!!

Mentre lo scorso anno cercavo in maniera decisamente infruttuosa una casa-dolce casa da acquistare, mi ritrovo adesso a cercare con una certa urgenza una catapecchia abitabile in affitto.
Io prima che Porta Portese fosse on line.
Come sapranno i miei fidi lettori, lo scorso venerdì 17 Dicembre mi è stato comunicato che la casa in cui alloggio attualmente e che vedevo come appoggio prima della casa definitiva che, chissà quando, avrei comprato, è stata venduta all’asta e che l’orologio che segna l’ora del mio sfratto ha già cominciato il conto alla rovescia.
Dopo le prime perplessità ho deciso di posticipare la ricerca al periodo post-festivo sperando di trovare in maniera celere una sistemazione non troppo lontana da dove mi trovo tuttora in modo da non avere troppi problemi col trasloco.
Ricominciare a sfogliare gli annunci mi ha portato indietro con la memoria quando, ingenuotta di campagna, arrivai ne La Capitale. Quanti chili di Porta Portese mi sono caricata nello zainetto, le innumerevoli chiamate per cercare casa con le amiche del liceo per poi finire nella zona peggiore di Roma, un luogo in cui, dopo le 8 di sera, chiuse le serrande degli ultimi negozi, non si vedeva nessuno per strada, nemmeno le bagascione a lavoro. La casa che trovammo era senza riscaldamento, cosa a cui non facemmo caso se non ai primi rigori dell’inverno. Intorno alle 19, quasi tutte le sere, uscivamo da casa per entrare nel supermercato di fronte per comprarci le baguette caldissime appena sfornate. Ce le infilavamo sotto il cappotto per mantenerle tiepide e rubare un po’di calore. Il freddo quell’anno fu intenso, ce ne accorgemmo soprattutto quando morì lo scaldabagno e ci ritrovammo a scaldarci l’acqua in una pentola per scongiurare un bagno gelido. Fummo fortunate con i vicini, erano una famiglia molto disponibile, sicuramente ebbero compassione di noi. A Natale ci autotassamo e facemmo trovare una scatola di cioccolatini ai bambini dicendo che l’aveva lasciata Babbo Natale. Avevamo 19 anni, ma fondamentalmente eravamo più che novenni in un mondo più grande di loro.
Dopo questa casa, ne trovammo un’altra in cui restammo sei anni. Sei anni senza lavatrice. Nel tempo libero facevamo le aspiranti Belle Lavanderine. La cosa che accumunava le due case era la padrona di casa. No, non era la stessa, ma erano entrambe le gemelle cattive di Crudelia Demon, due trucide becere con gli occhi a forma di euro. L’ultima in particolare era una vera e propria sanguisuga. Quando rimasi sola in casa pretese che le pagassi tutto l’affitto perché non riusciva a riaffittarla con me dentro. Quindi un giorno mi chiamò e mi disse che all’indomani sarebbero entrati i nuovi affittuari e di non preoccuparmi che tanto mi avrebbero lasciato il tempo per traslocare. Non capì mai perché la mandai a fare in culo e perché ogni volta che provò a richiamarmi ritornassi a mandarla a fare in culo. Non riusciva proprio a capire che forse un piccolo preavviso non mi avrebbe fatto male. Solo dio sa come ne venni fuori. Ricordo una grande fortuna: una ragazza conosciuta da poco aveva una camera sfitta in casa. Quella notte inscatolai gli ultimi sei anni di vita e fuggii.
Nelle ultime due esperienze di convivenza sono stata molto fortunata. Padroni di casa ottimi, appartamenti decenti e compagnia valida, nel bene e nel male. Ora si riapre la giostra.
Ieri sono andata a vedere due casa. O meglio, definirle casa è fare un grosso sforzo di fantasia.
La prima era immersa nel niente. Nemmeno il navigatore riusciva a trovarla. Arrivata nel luogo dell’incontro c’era una villa imponente e una landa desolata a contorno. Ho pensato: sarà una porzione della villa ad essere in affitto?
Entriamo e la Signora mi conduce per un viottolo laterale un po’ nascosto. I miei sensi erano decisamente in allarme. Mi fa passare sotto un pergolato. Non sono altissima ma sono costretta a chinarmi per passarci sotto. Arriviamo ad una baracca. La baracca per gli attrezzi del giardiniere, ne sono certa.
E sbaglio. La baracca è l’appartamento.
“Ampia cucina abitabile, due camere, bagno. Arredatissimo. 750€ più modiche spese”
Va da sé che le due camere erano in realtà una camera e uno sgabuzzino in cui avevano fatto entrare, dio-sa-come, un lettino. Oltre quello nient’altro.
Entrando nell’appartamento, il forte freddo faceva intuire il perché delle modiche spese: niente riscaldamento.  Per cucinare c’era una bombola a gas da usarsi con parsimonia tanto “voi verrete qui solo per dormire vero???”
Certo Signora. Sia mai che le occupi più di 8 ore al dì questo baracchino da 750€ più modiche spese. In confronto la cuccia del mio cane è molto più signorile.
L’ho lasciata col sorriso sulle labbra dicendo: “E’ bellissima, le faccio sapere in settimana!”. Io lo farei sapere alla Guardia di Finanza e al WWF!
L’altro appartamento era bellissimo. Sono stata salutata da un gattone immenso che è venuto ad addormentarsi sui miei piedi. Il neo-ex inquilino mi ha detto: “Ti ha scelto!”. La casa era un monolocale ma diviso così bene dalla mobilia interna da sembrare molto grande e accogliente. Ovviamente c’era la fregatura: i mobili presenti all’interno erano per lo più del vecchio proprietario. Quindi la casa è quasi vuota. Anche questa 750€ più modiche spese. Tra cui l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici!
Manco la lavatrice e il letto. Santa polenta, quanta speculazione. E sì che la padrona di casa faceva tanto la sostenuta. Non ha voluto dire nemmeno come si chiamasse mentre di me voleva conoscere anche il colore delle mutande. Malfidata fino alla fine e soprattutto sciocca. Ci metto un minuto a sapere come si chiama, non ho certo bisogno che me lo dica lei.
Ma la GdF non li legge mai gli annunci immobiliari?

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