martedì 22 febbraio 2011

Cigola la carrucola nel pozzo


Questi giorni stanno procedendo in un modo freneticamente silenzioso. Durante il giorno sono spesso sola nel mio lavoro e, da orsa qual sono, la cosa non mi è mai pesata. Ultimamente, però, il silenzio si è fatto più pesante. In auto faccio ciarlare la radio anche se mi ritrovo spesso soprappensiero. Mi accorgo di essere arrivata alla meta senza ricordare nemmeno quale strada ho percorso (buona premessa per la sicurezza stradale). In ufficio le mura mi sembrano più imponenti e sorde. E’ come se il silenzio si fosse mutato improvvisamente in ovatta e stesse invadendo ogni spazio come schiuma poliuretanica.
I rapporti con Rolling sono sempre più tesi. Da parte mia.
Faccio questa doverosa specifica perché, nonostante le liti, lei ritorna leziosamente opportunista da un minuto all’altro. Io, pur non essendo un attaccabrighe per natura, una volta discusso non riesco a dimenticare in breve tempo. Neanche a lungo termine, a dir la verità. Più che rancorosa mi definirei come un elefante dalla memoria estramente lunga. Inutile dirmi “Devi dimenticare certe scemenze”, non posso. E’ come dire all’acqua di scorrere contrariamente alla forza di gravità. Non può. Non perché non voglia, semplicemente perché non è nella sua natura farlo.
Qualcuno potrebbe obiettare che l’acqua potrebbe essere forzata, ad esempio, mediante un impianto di sollevamento. Ma se pensate che io mi attacchi a qualche pompa fluidodinamica per sollevarmi dal gravoso peso della convivenza lavorativa forzata, vi sbagliate. Al più posso dotarmi di aspiratore per catturare tutte le cazzate che provengono dall’aliena bocca di Rolling ed evitare che si propaghino nell’aria.
A sera, uscita da questa gabbia di matti, rientro a casa. Laddove casa è un argomento tabù. Dover lasciare l’appartamento ed essere ancora alla ricerca di uno nuovo ha un che di poco rassicurante. E’ come dover camminare con delle scarpe di carta che si lacereranno al primo passo falso.
Cercare casa nei ritagli di tempo è poco proficuo, soprattutto quando i ritagli sono frutto del lavoro di una sarta avara. Volendo cercare un aspetto positivo della questione mi autoimpongo di pensare che andrò dove il destino mi porterà e sarà sicuramente la cosa migliore che potrebbe capitarmi. Se poi mi doveste trovare sotto un ponte dentro uno scatolone di cartone, fate finta di nulla e non rigirate il coltello nella piaga.
Show must go on!

Nessun commento:

Posta un commento