martedì 1 febbraio 2011

Homo Demens

Lo so che l’intelligenza non si vende al chilo al mercato sotto casa ma, santa pazienza, un briciolino di astuzia dovrebbe essere finito anche nei tuoi geni anche solo per mera casualità!
Era ormai una settimana che ogni giorno ti telefonava qualcuno e tu rispondevi imbarazzata: “Sì, ho avuto problemi al pc, risolvo tutto a breve”.
L’ultima volta, dopo una di queste telefonate, ti sei avvicinata alla mia scrivania. Era martedì, me lo ricordo bene.
“Sai Dange, credo di avere la febbre. Mi sento tutta farraginosa” (sì, hai usato proprio questo termine! E mi sono subito chiesta se davvero ti sentissi così o avevi semplicemente usato un aggettivo inadatto)
Ti ho guardato come si guardano le cacche che ti si azzeccano sotto le scarpe nuove e ti ho risposto, nel colmo della mia benevolenza, con un prolisso: “ok.”
Hai insistito: “Chissà se domani starò bene…”
Ho risposto: “Spero per te che sia così” ben sapendo che la conversazione era finta come il colore dei capelli di Paolo Limiti e che la conclusione era così scontata che Lapalisse stesso l’avrebbe trovata sciocca.
Il giorno dopo mi hai chiamato. Saresti dovuta arrivare in ufficio alle 16 ma alle 8 del mattino eri già in grado di dirmi che, sì, avevi proprio la febbre e che, sperando, saresti venuta l’indomani. Il riso che ti sfuggì quando dicesti di essere malata avrebbe fatto inorridire Freud ma io sapevo già che eri una contaballe patentata.
Andò avanti così per 3 giorni.
3 giorni di febbre possono accadere, sia mai che non ci creda. Peccato che il mio pensiero fosse stato insospettito da tutte quelle chiamate di lamentela del lavoro che svolgi in privato. Che tu fossi rimasta indietro con qualche documento e ti sentissi sollecitata a non venire in ufficio per chiudere i lavori in sospeso?
Lo so, sono sospettosa.
Solo che:
  • Nei giorni in cui sei mancata hanno continuato a chiamarti dicendo di avvisarti che dovevi sbrigarti a chiudere le pratiche. E mi sono accertata bene che non fossero pratiche riguardanti questo ufficio;
  • Venerdì, pur essendoti dichiarata affetta da febbre a temperature altissime, sei venuta in ufficio a prenderti un fascicolo del tuo altro lavoro che avevi dimenticato qui. Hai detto di essere a pezzi e che sei uscita di casa mezz’ora solo perché avevi bisogno di questi documenti.
 Solo che:
  • Sulle prime hai finto una voce rauca ma, nell’arco di 5 minuti, parlavi a dirotto e insensatamente come sempre;
  • Hai risposto ad una chiamata per te dicendo: “Sì, ho finito tutto! Ci vediamo al bar per un aperitivo!”
Ora, parliamoci chiaro. Non vederti qui e soprattutto non sentirti è stata per me un’esperienza estatica ma, santa polenta, visto che hai voluto fingere di stare male almeno prosegui la farsa fino all’uscita di questo ufficio!
A.A.A. cercasi cervello part time. Ottima retribuzione.

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