Toc Toc? Posso entrare? solo un minuto, giuro.
Mi siedo un attimo, ho bisogno di riprendere fiato. Solo ieri era...uhm, credo di essere rimasta a sabato scorso. Accidenti, è già passata una settimana. Possibile che non me ne sia accorta? Ogni giorno mi sono ripetuta che l'indomani sarei venuta a scrivere - che nella testa frullano post come foglie in un alito di vento. Poi l'indomani è passato, e l'indomani successivo ancora. E io non c'ero. Non solo qui. Non ero presente nemmeno a me stessa altrimenti come spiegare questo tempo volato senza che me ne accorgessi?
Mi rendo conto che la mia vita è diventata un'enorme scatola cinese con dentro migliaia di altre scatole cinesi via via di dimensione decrescente. Man mano che la scatola più grande fagocita quelle più piccole diventa determinante e condiziona quella che posso ancora chiamare "la mia vita". Questo è un periodo abbastanza complesso che, nonostante i fattori di disturbo, procede come un'onda periodica.
Il mio lavoro abusa di me, lo confesso. Violenta i miei desideri e si prende tutto il buono che ancora il tempo non mi ha portato via. Entro in queste stanza al mattino ed esco a sera ormai tarda. Torno a casa con gli occhi gonfi di stanchezza e tanta rabbia perchè un altro giorno è passato, un altro giorno di vita in meno, altre 24 ore senza che siano state vissute. Eppure mi sento in colpa a pensare questo. Perchè tutta la mole di lavoro che mi è caduta addosso come una valanga di fango e merda è dovuta al fatto che un glioblastoma un giorno è passato di qua e ha deciso di impossessarsi del primo innocente incontrato. E non c'è esorcismo che tenga.
E allora penso che io, cazzo, sono fortunata perchè rimpiango i miei giorni perduti in queste stanze mentre c'è chi piange per i giorni che stanno per finire. Ma poi razionalmente penso che anche la mia è una morte. Una lenta agonia in cui iniziano a soccombere prima i desideri, poi l'amore e l'amicizie fino a farmi diventare un omino grigrio e vuoto che si trascina tra letto e ufficio.
E quando lo penso mi sento ingrata. Sono un cane che si morde la coda.
Mi hai fatto tornare in mente una canzone
RispondiEliminabellissima di Ivano Fossati (una delle tante)
cantata anche dalla Mannoia:
Lunaspina
http://www.youtube.com/watch?v=J1e7QjLbWm4
sai dangerina che penso? che devi trovare il modo di riposarti. e che dopo esserti riposata, devi trovare un altro lavoro o cambiare radicalmente il modo in cui fai questo. non ci sono scuse per il tempo perduto. hai proprio ragione.
RispondiEliminaPNV: Non conoscevo la canzone ma mi ci rispecchio in ogni singola espressione. Grazie.
RispondiEliminaWide: proporrei una soluzione più radicale: cambiare pianeta.