giovedì 31 dicembre 2009

A/nomale

Vasco cantava..beh, diciamo che intonava il suo desiderio di una vita spericolata. Io gradirei, se me lo concedete, una fetta di vita normale. Una porzione di banalità, grazie.


Non che la mia vita sia eccezionale nel senso comune. Non è che giro col completino da supererore nella borsa pronta a cambiarmi alla prima cabina telefonica. Anche perché le cabine telefoniche non ci sono più.

Diciamo che la mia vita ha un’alta percentuale di avvenimenti grotteschi e irreali. Mettiamo che è una tranquilla giornata, un giorno come tanti, senza gloria e senza infamia. Girate in macchina per le ultime spese. Di fronte avete un ape. Non l’insetto, signori. Ve le ricordate le Api? Quei trabiccoli instabili e insensati che hanno prodotto per anni e che rendono pericolose le strade? Esatto, proprio quelle. Tre ruote di assoluta precarietà affidate per il 90% ad anziani con problemi alla vista, senza le minime nozioni di guida, senza assicurazione, senza tutto. Praticamente te le regalavano coi punti dei pannoloni e le mettevi in strada neanche fossero biciclette. Ora che avete focalizzato il mezzo e il probabile autista avete già una possibile idea di cosa sta per accadere. Una precedenza non rispettata e l’Ape, con l’agilità degna di un’artrite, si cappotta su se stessa perdendo benzina e il suo prezioso carico: due povere pecore.

E’ un attimo. Pochi secondi per pensare. Accostate e scendete dall’auto non avendo la minima idea di cosa fare. Vi accertate che nessuno si sia fatto male, evitate che le vittime della mancata precedenza strangolino il proprietario dell’Ape al grido “mo’ t’accido!!!” e cercate di tirare fuori dal mezzo il malcapitato che per sua fortuna è solo in stato confusionale e continua a chiedere delle sue pecore. Vi accostate agli animali, c’è un po’ di imbarazzo, come si chiede ad una pecora se sta bene? Con l’aiuto di vostro fratello e un passante rimettete in posizione verticale l’Ape e a spalla ricaricate su le pecore. Chi l’avrebbe mai detto che uno degli ultimi gesti del nuovo anno sarebbe stato il dover confortare delle pecore accidentate e dover loro palpare il culo peloso per rimetterle sul mezzo?

Tempo un minuto e la strada che era deserta si riempie di gente. Tutti fermano l’auto e scendono. La curiosità è sempre più forte dell’indifferenza. Qualcuno comincia a guardare di sottecchi gli animali e già brama un cosciotto d’agnello per cena:

“Ste pecore stanno a suffrì, abbattemole e ce le magnam’subb’t subb’t”

“we, piglj la pecora cà la port ij aglj ‘spedale”

Per fortuna la razza ovina è stata salvata dall’arrivo dei carabinieri che al grido “Ehhhh, è che è tutta sta gente ‘accà?? Jate venne, ite a preparà ju cenone” .

E fu così che in un secondo per strada rimasero solo due carabinieri, due pecore, un’Ape col disgraziato proprietario e i due del mezzo accidentato che urlavano ancora “j t’accid!!”

A volte la vita è una commedia tragicomica.
Buona fine anno vecchio e sereno inizio 2010 a ovini ed umani tutti.


1 commento:

  1. In questa commedia tragicomica ti distingui tu, con la tua pungente ironia che spesso ci fa ridere e altrettanto spesso ci fa riflettere. Buon anno.

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