domenica 25 marzo 2012

Arredando casa

Entrare in un mobilificio così scicchettoso da definirsi boutique del mobile. Impallidire di fronte al prezzo di un misero comodino. Gironzolare con finta aria distratta in cerca dell’uscita. Venire tampinati da un rappresentante. Chiedere un preventivo scegliendo a caso la camera e il soggiorno più caro. Far finta di chiedere uno sconto e sentirsi rispondere: “Devo chiedere, al più le posso togliere i 38 euro”. Alzarsi, stringere la mano, sfoggiare un sorriso e dire: “Tornerò sicuramente, i mobili sono deliziosi”. Salire in macchina e partire sgommando.

Per tutto questo non c’è prezzo,  per il resto c’è Ikea.

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