giovedì 1 marzo 2012

Sfide


In ufficio, entra la mia nuova esimia collega, Lavispateresa, con gli occhioni spalancati e il viso sgomento:
“E’ morto Dalla!!!!”
“Chi?” faccio io che, rintronata, non avevo associato il nome al cantante
“Oh, mio dio!” esclama turbato Capodecapis
“Non è possibile! Poverino!” esclama il fornitore di turno che si stava sorbendo le richieste di sconto da parte di Capodecapis.
Segue un breve concistoro in merito alla bravura, all’affabilità e ai pregi del cantante. Una serie di luoghi comuni che, chevvelodicoaffà, mi urtano. Ti può piacere come cantante ma come puoi dire che era una brava persona? Ci hai mai parlato? Sei mai stato a casa sua? O vale la teoria che tutti quelli che se ne vanno sono sempre i migliori? Mah.
Fatto sta che, ancora speranzosa nell’umana comprensione, interrompo il processo di santificazione dicendo:
“Io non ho niente contro il cantante ma non riesco a capacitarmi come per Dalla ci siano ovazioni su Facebook e la rete tutta, mentre per Dulbecco solo un trafiletto in qualche testata giornalistica”.
Si girano e mi guardano:
“Dulbecco è morto?”
E poi: “Dulbecco chi?”

Eh, sarò monotona e rompi cocomeri, ma tra una canzone e la ricerca contro il cancro, non avrei dubbi a scegliere.

1 commento:

  1. non solo mi trovi d'accordo, ma davvero: com'è possibile che siano tutti "ottimi artisti" solo dopo morti? Perché ce se ne accorge soltanto dopo? (domande retoriche, lo so che è la solita onda emotiva di plastica che non serve a nulla, ma guai a farlo notare).

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